Rome Med-Mediterranean dialogues 2021: la Libia a un bivio

Lybia at the crossroads. What Europe and  the international  community can do – Libia a un bivio. Cosa può fare l’Europa e la comunità internazionale – è l’evento che si è svolto sabato 4 dicembre al quale hanno partecipato esperti della politica internazionale e delegati di alcuni paesi coinvolti.
La conferenza fa parte dei Rome MED – Mediterranean Dialogues 2021, l’annuale iniziativa promossa dal Ministero degli affari esteri italiano, la cooperazione internazionale e l’ISPI (Italian Institute for International Political Studies) che si tiene a Roma e ha lo scopo di analizzare la situazione attuale con nuove idee a approcci.

Rome MED – Mediterranean Dialogues: ingerenza e autodeterminazione

C’è chi sostiene, come Stephanie Williams – ex delegata speciale per la Libia per la segreteria generale (ASRSG)  e presidente dell’ United Nations Support Mission in Libya (UNSMIL) – l’importanza di permettere alla Libia di farsi una propria storia. Il paese del Nord Africa necessita cioè di affrancarsi da tutti quei paesi, su tutti Stati Uniti e Russia , che tentano di interferire sulla propria politica. Questo non vuol dire obbligatoriamente essere condannati all’isolamento. Anzi, spiega ancora la Williams, c’è bisogno di una connettività fra la Libia e il contesto internazionale.
Per diventare autonoma, argomenta Tarek Megerisi – Senior Fellow in Nord Africa e con il programma del Medio Oriente al Consiglio Europeo sulle relazioni estere –  la Libia deve iniziare a sfruttare altre risorse oltre al petrolio.

Rome MED – Mediterranean Dialogues: Elezioni in Libia

Com’è noto, da marzo 2021 in Libia è nato un esecutivo ad interim con il sostegno della comunità internazionale. In programma vi sono le elezioni fissate il 24 dicembre ma la cui certezza è tutta da verificare. In primo luogo, non vi sono in Libia delle leggi costituzionali alle quali aggrapparsi. È in atto uno scontro legale per lo svolgimento o meno o per il possibile procrastinarsi delle elezioni.
José Sabadell, capo della delegazione dell’UE in Libia, ammette che le elezioni non trasformeranno magicamente la Libia in un pese democratico, ma le daranno comunque la possibilità di guardare al futuro. Andrey Chuprygin – docente dell’HSE university in Russia ed esperto di socio-politica del Medio Oriente e Nord Africa – sostiene quanto le elezioni in Libia possano rappresentare un rischio. Cioè che vadano a minare ancor di più la stabilità, già precaria, del paese. Anche Thomas Volk, direttore regionale del programma politico del dialogo nel Sud del Mediterraneo, (KAS), fa intendere come secondo la Turchia queste elezioni siano foriere di difficoltà e rischi. Queste politiche potrebbero causare maggiore frammentazione nell’Ovest della Libia, zona nella quale la Turchia ha molti interessi.
Mentre la Williams ribadisce che le elezioni sono parte della soluzione e non del problema.

Rome MED – Mediterranean Dialogues: UE, USA, Russia

Sempre stando a Chuprygin (Russia), l’Europa  è preoccupata della Russia , ma non c’è ragione, non si tratta di una sfida. “é vero, la Russia ha interessi in Libia, ha aziende, ma non si sente minacciata e non teme per la propria sicurezza. La Russia può fare benissimo a meno della Libia”.
La Williams affronta il rapporto tra gli Stati Uniti e la Libia. “Gli Usa riconoscono che le elezioni nazionali in Libia sono necessarie, perché la Libia ha bisogno di una legittimazione.  Con l’amministrazione Biden gli Usa hanno dimostrato di essere interessati alla stabilità della Libia. Essa, anche solo per la sua posizione geografica, è troppo importante per gli Stati Uniti”.
José Sabadell (UE) non si concentra sul ruolo dell’Unione Europea: “è vero l’UE non è mai un’unica orchestra ma questo non significa che non abbiamo giocato un ruolo insieme. Noi vogliamo la stessa cosa, ovvero la stabilità della Libia”.

Marco Marasà

06/12/2021

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