MEMORIA STORICA – Passato coloniale rimosso e razzismo oggi

Anche in questi tempi di guerra la memoria storica si rivela un dovere da esercitare di continuo, per capire ciò che accade e orientarsi.
È passato un mese dal 19 febbraio, un giorno qualunque per il nostro Paese (a parte qualche commento di storici su alcuni giornali), ma per la Storia e per l’Etiopia è un giorno da ricordare, un’altra Giornata della memoria.

una foto del massacro a debra Libanos in Etiopia nel 1937. Fonte anpiroma.org
una foto del massacro a Debra Libanos in Etiopia nel 1937. Fonte anpiroma.org

Il 19 febbraio del 1937 – il 12 nel calendario copto – l’impero fascista italiano, per rappresaglia contro un attentato della resistenza etiopica, diede l’avvio ai massacri della popolazione, proseguiti per molte settimane, provocando migliaia di vittime anche tra i civili.
Certo, gli storici hanno studiato quel periodo del nostro passato (tra gli altri A. Del Boca, Gli italiani in Africa orientale, Mondadori 1999; V. Deplano, L’Africa in casa, Mondadori 2015) ma nella memoria collettiva il colonialismo con il suo corredo di razzismo e schiavitù è stato rimosso, una parentesi da dimenticare. Il fatto è, però, che forme di razzismo, e persino di schiavitù, appartengono al nostro presente, e senza memoria storica e consapevolezza dei criteri con cui interpretiamo la realtà di oggi, ci si fa condizionare da stereotipi consolatori (“italiani brava gente”) e immaginari costruiti da altri.

Due libri mettono in discussione la vulgata sul razzismo. Il primo è Corpi estranei. Il razzismo rimosso che appiattisce le diversità, People Ed. 2020 di Oiza Queens Day Obasuyi, italiana di origine nigeriana, giornalista free lance, attivista per i diritti umani.
La tesi dell’autrice è che finché l’Africa sarà raccontata dal punto di vista occidentale continueranno a sussistere forme di razzismo sistemico. L’esempio di Montanelli, ricordato come grande giornalista addirittura con una statua nei giardini pubblici di Milano, ma non anche come colui che nel 1935 comprò e rese moglie-schiava una bambina eritrea, testimonia la scarsa memoria e la banalizzazione del razzismo nel nostro Paese. Per decostruire questo razzismo sistemico bisogna mettere in discussione il punto di vista europeo con cui è stata narrata l’Africa e dare voce a chi lo subisce ed è considerato un corpo estraneo, come le seconde generazioni.
Il secondo libro è Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa, Ed. ADD 2021, dell’ex calciatore Lilian Thuram. Qui si sostiene con nettezza la tesi che il razzismo, con l’inferiorizzazione del nero, è un’ideologia di cui il sistema economico occidentale si è servito per affermare il suo potere nel mondo, dotandosi di leggi e norme e ridisegnando geografie. E chi si professa razzista si schiera con il potere. Il razzismo va combattuto con la conoscenza della storia, la cultura e l’educazione.
Thuram è ambasciatore Unicef per l’educazione contro il razzismo.

Luciana Scarcia
(19 marzo 2022)

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