Frontex: lo scandalo svelato dal rapporto OLAF

A causa di gravi inadempienze nel funzionamento di Frontex,  Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, 345 deputati del Parlamento Europeo, martedì 18 ottobre, si sono rifiutati di concedere il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio finanziario 2020 e hanno votato contro l’approvazione del cosiddetto discarico del bilancio.
Sono invece stati favorevoli al discarico del bilancio 2020 i gruppi del PPE, al quale fa capo Forza Italia, ID che include la Lega, ECR che comprende Fratelli d’Italia.
Con discarico di bilancio si intende la decisione con la quale il Parlamento Europeo conclude il “ciclo di bilancio” decidendo se concederlo o meno per la sua esecuzione sulla base della relazione annuale della Corte dei Conti e delle esortazioni del Consiglio. L’obiettivo è verificare se i soldi siano spesi in maniera corretta determinando entrate e spese dell’anno di riferimento.

Parlamento Europeo: 345 deputati si sono opposti al discarico del bilancio di Frontex

Lo hanno fatto perché l’Agenzia non ha ottemperato correttamente ai suoi compiti come hanno rivelato da tempo le ONG che lavorano per la tutela e il salvataggio dei migranti alle porte d’Europa, ma anche le oltre 120 pagine del rapporto OLAF, l’agenzia antifrode della UE, che i giornali Der Spiegel, Le Monde e Lighthouse hanno avuto la possibilità di leggere e che hanno poi fatto conoscere per intero il 13 ottobre scorso.
Da questa documentazione emerge ”il coinvolgimento di  Frontex nelle attività illegali della Guardia costiera greca responsabile di scaricare sistematicamente i richiedenti asilo alla deriva nel mare Egeo, su barche traballanti o su zattere di salvataggio gonfiabili”.

Il rapport OLAF: dimissioni del direttore di Frontex

Il rapporto OLAF é la stessa indagine, allora segretata, che aveva portato, a fine aprile, alle dimissioni di Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, accusato di comportamento sleale nei confronti dell’Unione Europea e per non averne rispettato le regole. Risulta che Leggeri “abbia mentito al Parlamento europeo e nascosto il fatto che l’agenzia ha persino fornito supporto per alcuni respingimenti utilizzando i soldi dei contribuenti europei”.

Frontex: come recuperare credibilità

La non approvazione del discarico di bilancio 2020 di Frontex da parte del Parlamento europeo comporta una notevole pressione su  Aija Kalnaja, attuale direttore ad interim di Frontex, e sulla Commissione Europea che dovranno agire rapidamente così da prendere le distanze dalla gestione di Fabrice Leggeri.
Nella Dichiarazione del 14 ottobre 2022 della direzione esecutiva di Frontex, a seguito della pubblicazione del rapporto dell’OLAF, si specifica che “entro la fine di ottobre 2022 l’Agenzia renderà più solida la procedura. Inoltre le autorità greche, insieme all’Agenzia, a fine estate 2022, hanno stabilito un piano d’azione per rimediare ai torti del passato e del presente e per avviare un dialogo strutturato, portando i responsabili dei diritti fondamentali di entrambe le parti a un confronto, consentendo al contempo l’interazione sia a livello politico che professionale su questioni operative”.
Come mezzo per affrontare sistematicamente le carenze, l’Agenzia e il suo consiglio di amministrazione hanno deciso di adottare una serie di misure correttive.

Rapporto OLAF e ONG: su Frontex stesse conclusioni

Il report di OLAF conferma infatti quanto le ONG come, ad esempio, le sette organizzazioni che operano nell’isola di Samos in Grecia: da Europe Must Act, a Human Rights Legal Project, I HAVE RIGHTS, Just Action, Samos Advocacy Collective, Samos Volunteers a Still I Rise sostengono da tempo.
Cecilia Sanfelici, coordinatrice di Advocacy per l’Egeo di Europe Must Act, ha dichiarato: “Secondo la direttrice esecutiva di Frontex, la presenza dell’Agenzia in Grecia favorisce un migliore rispetto dei diritti fondamentali. Tuttavia, le informazioni fornite dalla stessa Agenzia mostrano che i funzionari di Frontex non hanno inviato segnalazioni interne riguardanti le violazioni dei diritti fondamentali o della protezione internazionale dalla fine del 2019, 1.081 giorni fa. Eppure, noi abbiamo identificato almeno 34 incidenti, tra cui violenti respingimenti e incendi nella struttura di accoglienza, che chiaramente rientrano in questa categoria.”.
La scoperta delle gravi omissioni perpetuate negli anni da Frontex volte a ostacolare le indagini sulle violazioni dei diritti umani perpetuate nel Mediterraneo dovrebbero portare a una riconsiderazione della missione di Frontex che come Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera si occupi della protezione delle frontiere e non trascuri i salvataggi in mare di uomini, donne e bambini che attraversano il Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore.

Leggi il rapport OLAF

Nicoletta del Pesco
(22ottobre2022)

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