Genere Vs Famiglia: due prospettive a confronto

Domenica 4 dicembre si è svolto a Roma, nella sede del Centro Islamico Imam Mahdi, l’incontro Ideologia gender: attacco alla famiglia”.

Locandina dell’incontro

Il breve convegno ha preceduto di soli tre giorni la proposta della Commissione europea sul riconoscimento, in ogni Stato membro, della famiglia con genitori dello stesso sesso.

La concomitante manifestazione di due prospettive così diverse è stata evidentemente tanto casuale quanto sproporzionata nella risonanza mediatica. 

LGBTQ+, studi di genere e ideologia gender: una sintesi

Nati alla fine degli anni ’70, gli studi di genere trattano in maniera interdisciplinare i risvolti socio-culturali legati all’identità di genere, distinguendo l’aspetto biologico dalla percezione soggettiva che l’individuo ha di sé. 

Prevalente oggetto di studio di questa branca delle scienze sociali è la comunità LGBTQ+, acronimo riferito alle persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer e, in generale, a tutti coloro che non si sentono rappresentati dalla categoria binaria maschio/femmina.

Pixabay

Verso la seconda metà degli anni ’90, in alcuni ambienti cattolici, si andò affermando la tesi secondo cui una presunta “ideologia gender” stesse mettendo in atto un sistematico rimodellamento della realtà volto a ridurre i concetti di uomo e donna a pure convenzioni. 

Ideologia gender, o la paura indotta

Argomento degli interventi al Centro Imam Mahdi è stata la sedicente contrapposizione tra gli studi di genere e l’istituto della famiglia quale costituente fondamentale della società. 

Alla presenza delle numerose giovani coppie musulmane che, insieme ai loro figli, hanno partecipato all’incontro, il relatore ha da subito introdotto la tematica. Questi ha evidenziato come il passaggio al nuovo millennio avrebbe visto pianificarsi sempre più una subdola propaganda basata su un’ideologia gender. Condotta unitariamente dai movimenti LGBT e femministi, la teoria del gender avrebbe avuto come finalità la distruzione della famiglia così come è stata concepita fino ad ora.

Pubblico del convegno

Tale obiettivo – ha aggiunto il relatore – verrebbe a tutt’oggi perseguito sotto l’egida della più influente élite capitalistica a livello planetario. Una linea di ampia portata, che agirebbe su più piani.

A livello politico, attraverso una serie di riforme riguardanti l’estensione dei diritti per la popolazione LGBT, come le adozioni da parte di coppie omosessuali, la legalizzazione della maternità surrogata, o la somministrazione di terapie per l’affermazione del genere già in età precoce.

A livello mediatico, plasmando subdolamente l’opinione pubblica affinché arrivi a ritenere tali mutamenti sociali come normali e frutto di un’emancipazione della collettività.

Secondo la tesi esposta nel dibattito, lo scopo principale dell’ideologia gender sarebbe quello di promuovere l’individualismo, la famiglia monogenitoriale, e una visione materialistica della vita che azzeri le esigenze spirituali del singolo. Non avendo più legami forti con il suo simile, l’uomo “atomizzato” sarà maggiormente manipolabile, e disposto a ricoprire il ruolo che qualcuno in suo luogo avrà previsto per lui.

Da sinistra: F. Gholami, Shaykh Abbas Di Palma e G. Marletta

Appare chiaro come il discorso si concentri su di un supposto pericolo incombente sulla famiglia tradizionale e sulle nuove generazioni, indotte a ritenere il diverso da loro come una minaccia all’integrità morale, nella fattispecie così come descritta nella legge coranica.

Attraverso estremizzazioni sensazionalistiche e narrazioni di scenari distopici, è palpabile come si insinui nell’uditorio la paura rispetto a quelle che altro non sono che le diverse sfaccettature della natura umana, delle quali viene data una rappresentazione distorta e disturbante.

UE come #UnionOfEquality: per una società inclusiva

Intanto, da Bruxelles, l’istanza della Commissione europea riguardo la legittimazione dell’omogenitorialità, all’interno della strategia #UnionOfEquality. Partito nel 2020, il progetto si propone di costruire, nell’ambito dell’Unione, società inclusive che superino le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e delle caratteristiche sessuali.

Locandina del progetto e la bandiera LGTBIQA+ creata da Daniel Quasar nel 2018

Questo anche alla luce di un rilevato incremento dell’omotransfobia all’interno della popolazione dell’UE stessa: in un sondaggio svolto dall’Agenzia europea dei Diritti Fondamentali nel 2019, il 43% della comunità LGBT ha dichiarato di essersi sentito discriminato, laddove nel 2012 il dato si attestava al 37%.

Forme di discriminazione che possono esacerbarsi qualora investano persone anche appartenenti a minoranze etniche o affette da disabilità. Come testimonia la bandiera arcobaleno ideata nel 2018, che vede l’aggiunta di nuove strisce per simboleggiare le comunità di colore.

Preghiera, cultura e aggregazione al Centro Imam Mahdi

Il Centro Islamico Imam Mahdi rappresenta un polo culturale per la comunità musulmana residente nella capitale, oltreché per studiosi o semplici interessati alla materia. La sua sede è costituita da una fornita biblioteca sull’Islam e le religioni in generale, e da un’ampia area adibita alla preghiera.

Area della moschea del Centro Imam Mahdi

Tra le attività dell’associazione c’è la divulgazione della cultura islamica attraverso traduzioni di testi dall’arabo, ma soprattutto pubblicazioni in proprio, che, afferma il giovane presidente Shaykh Abbas Di Palma, si vorrebbero incrementare.

L’immagine immediata che si riceve entrando nel Centro è quella di un luogo luminoso, in cui non vi sono antri oscuri, come per un pregiudizio ci si aspetterebbe di trovare. Le persone sono affabili e, per quanto discrete, non si sottraggono all’interesse mostrato loro dal visitatore esterno. Sono immigrati di religione musulmana che si aggregano per ritrovare un senso di appartenenza alle proprie tradizioni. Lontani dai loro cari, costoro hanno bisogno di orientarsi in un Paese il cui benessere economico ha aumentato le libertà degli individui ma anche prodotto comportamenti molto distanti dalla cultura in cui sono cresciuti.

Genere Vs Famiglia: due prospettive a confronto

“Essere se stessi non ha a che fare con l’ideologia. Essere se stessi ha a che fare con l’identità.” Queste le parole della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Sede della Commissione europea a Bruxelles (Pixabay)

Ma se la linea progressista della Commissione annuncia i suoi proclami dai piani alti di un asettico palazzo. La difesa della famiglia tradizionale si esplica nel seminterrato di un condominio popolare. 

Se l’una proclama inclusività, contro ogni forma di discriminazione, da luoghi il cui accesso è consentito ad un numero ristretto di persone. L’altra, che apre a chiunque le porte della propria casa, asserisce la preclusione della dimensione del “sacro” al sentimento che può esistere tra individui dello stesso sesso. 

Laddove dai corridoi dell’UE sembra debole l’impegno a favore dei nuclei familiari, o comunque volto esclusivamente a misure economiche compensative, l’altra accoglie le paure delle persone comuni, troppo spesso figure fuori fuoco se osservate attraverso le vetrate degli edifici del potere.

Si delinea così una rappresentazione plastica delle contraddizioni insite in ciascuno di questi due diversi mondi culturali, ma anche come essi possano alfine essere complementari.

Genere + Famiglia: il mondo è un’entità perfettibile

Il Centro Imam Mahdi rappresenta un humus idoneo affinché figure come Shaykh Abbas Di Palma – quale esponente della nuova generazione di guide religiose – abbiano la potenzialità di promuovere una convinta integrazione tra mondi diversi; portino avanti l’imperativo di creare ponti tra una cultura millenaria come quella dell’Islam e i mutamenti a volte radicali prodotti dalla modernità, per il perseguimento di un accordo che conduca alla convivenza.   

Un percorso ambizioso, in termini spirituali e temporali, che non può che partire dal basso, da una più empatica interpretazione dei testi sacri, dal superamento delle precedenti visioni.

Un percorso che richiede, da entrambe le parti, un abbandono dell’emotività, della percezione di inequità, dei rancori legati al passato, del sentire come inconciliabili le reciproche divergenze.

Senza arrogarsi il primato della sacralità, e “senza pretese di avere la verità in mano”, scrive il presidente del Centro Di Palma. 

Perché, dopotutto, è indubbio che il mondo sia un’entità perfettibile. E se così non fosse, almeno si immagini un disegno più perfetto.

 

Fabrizio Santomauro

(13 dicembre 2022)

 

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