Terremoto in Turchia e Siria: non arrivano gli aiuti

AGGIORNAMENTO:

Nel nord della Siria la popolazione già provata da anni di conflitto è stata colpita dal violentissimo terremoto di lunedì in un ambiente reso ancora più ostile dalle temperature particolarmente rigide, sotto lo zero, più basse delle medie di stagione. Per queste popolazioni Still I rise non si è mobilitata invano, finalmente nella giornata di giovedì 9 febbraio i primi sei camion di aiuti delle Nazioni Unite sono entrati in Siria attraverso il valico di Bab al-Hawa.

Terremoto: Siria senza aiuti, la denuncia di  Still I Rise

Terremoto in Turchia e Siria “Nel Nord Ovest della Siria: al terzo giorno dalla prima scossa di terremoto dagli effetti devastanti, nessun aiuto internazionale è arrivato attraverso il valico regolarmente funzionante di Bab al-Hawa, per il momento il solo valico autorizzato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per raggiungere il Nord Ovest della Siria dalla Turchia” a diffondere questa notizia, oggi 8 febbraio, è l’Ong Still I Rise che opera da anni nell’area per fornire istruzione e protezione ai profughi minorenni e ai vulnerabili.

Nello stesso tempo arrivano al valico e entrano in Siria dalla Turchia mezzi che trasportano corpi di persone siriane come si può vedere nel video di Still I Rise.

Malgrado il valico sia funzionante a oggi nessuna squadra di soccorso, medico o aiuto umanitario ha raggiunto l’area colpita dal terremoto tra i più violenti mai rilevati. Alcuni residenti stanno manifestando alla frontiera per attirare l’attenzione delle organizzazioni internazionali perché vengano in soccorso della popolazione residente.

Dal valico di Bab al-Hawa nel Nord Ovest della Siria la testimonianza di Abdulkafi Alhamdo, Program Manager di Still I Rise: “Stanno lasciando morire migliaia di persone, senza aiuti, senza cibo, senza medicine. È un chiaro messaggio delle bugie della comunità internazionale sui disagi dell’accesso di materiale di primo soccorso nel Nord Ovest della Siria. Come possono farci tutto questo, di fronte a una tragedia come questa? Come possono mettere la politica davanti, ancora una volta? Ho visto decine di case a terra, persone sotto le macerie, persone sopra che cercavano di aiutare le altre e tutti gli aiuti sono diretti verso le aree controllate dal regime. La situazione è catastrofica, abbiamo bisogno di aiuto, ora!”

I ritardi degli aiuti in Siria legati anche a ragioni politiche

I ritardi nell’arrivo degli aiuti umanitari nel Nord Ovest della Siria sono dovuti anche a ragioni politiche: la guerra civile tra le forze di opposizione localizzate in quell’area e il governo siriano del presidente Bashar al-Assad.
Nel 2014 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva stabilito quattro accessi dalla Turchia alla Siria per consentire l’arrivo di aiuti umanitari alla popolazione provata dalla guerra. Secondo l’UNICEF prima del terremoto 14,6 milioni di persone necessitavano assistenza, tra cui 6,5 milioni di bambini sotto i 18 anni.
Nel 2021 Russia e Cina, sostenitori del presidente Bashar al-Assad, ritenendo che l’area fosse abitata da terroristi, hanno ottenuto che gli attraversamenti fra i due paesi fossero limitati al solo valico di Bab al-Hawa.
Fortunatamente il 9  gennaio 2023 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha confermato l’accesso votando  “all’unanimità di estendere l’uso del valico di frontiera di Bab al-Hawa, per la consegna di aiuti nel nord-ovest della Siria, fino al 10 luglio 2023”.
Ma in seguito al terremoto il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha dichiarato che il governo è pronto “a permettere che gli aiuti entrino in tutte le regioni purché non raggiungano i gruppi terroristici armati”, riferendosi ai ribelli.
Quello che rischiano oggi i terremotati della Siria, oltre alle conseguenze del terribile terremoto di 7.8 gradi di magnitudo della notte del 6 febbraio, di essere ancora una volta  vittime di una politica che dal 2011 ha diviso il loro paese.

Nicoletta del Pesco
(8 febbraio 2023,aggiornato il 9 febbraio)

Per DONARE AIUTI PER IL TERREMOTO in Turchia e Siria:

 sms 45525 UNHCR, UNICEF, Croce Rossa

ActionAid

Comunità di Sant’Egidio

Intersos

Medici senza frontiere

Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia

Oxfam

Pro terra Santa

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