Still I Rise: il diritto allo studio dei minori stranieri

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Foto di Still I Rise

Frequentare la scuola pubblica diventa sempre più difficile per i minori stranieri, richiedenti asilo o rifugiati, in Grecia. Una situazione che lede dei diritti fondamentali dell’infanzia, sanciti non soltanto dalla legge greca ed Europea ma anche dagli artt. 28 e 29 della Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia. Da qui l’appello al Governo greco ma anche all’Unione Europea di Still I Rise e altre 32 associazioni e ONG che operano in Grecia e chiedono di far fronte alla situazione, garantendo alle migliaia di minori stranieri il godimento del fondamentale diritto all’istruzione.


Lettera aperta delle 33 associazioni operative in Grecia


Un diritto negato da ostacoli logistici e burocratici

“In Grecia sono migliaia i minori stranieri che da mesi non riescono ad accedere al diritto fondamentale all’istruzone”, denuncia Giulia Cicoli, direttrice Aadvocacy di Still I Rise “Noi associazioni presenti sul territorio greco abbiamo lanciato questo appello per sollevare una questione che non dovrebbe avere senso nel 2021 e in Europa. Già prima dello scoppio della pandemia la situazione dell’accesso all’istruzione per i minori stranieri in Grecia era preoccupante: su 37000 minori stranieri stimati, soltanto 8000 avevano accesso all’istruzione pubblica, soprattutto provenienti da strutture per MSNA e dal programma ESTIA di UNHCR. Tutto questo nonostante la legge greca sancisca il diritto all’istruzione per tutti. Ostacoli burocratici e difficoltà materiali finiscono per ledere un diritto fondamentale. Una situazione che diventa veramente complessa per i minori che vivono nelle isole, già carenti dal punto di vista dei servizi e di strutture scolastiche perché di per sé poco popolate. Basti pensare che a Samos, il fulcro da cui è partita la nostra associazione, sono presenti ben 700 minori stranieri che vivono in alloggi di fortuna.”

L’ulteriore ostacolo del COVID

“Con lo scoppio della pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata, non soltanto per i frequenti ricorsi alla DAD che hanno compromesso l’andamento dell’anno scolastico in Grecia come nel resto d’Europa, ma soprattutto perché basta un solo caso di positività nei campi o nelle strutture che accolgono i minori stranieri per far scattare l’obbligo di quarantena. Il ricorso a forme alternative di didattica risulta veramente una soluzione impossibile da attuare se si tiene conto che molti minori vivono in veri e propri accampamenti, senza la dotazione di strumenti necessari e senza possibilità di avere un supporto da parte dei genitori o figure di riferimento.”

I minori stranieri nelle scuole italiane

Sebbene in Italia la situazione non registri livelli altrettanto allarmanti, come sottolineato dal rapporto ISMU, gli alunni di origine migratoria, specialmente i più vulnerabili MSNA, continuano ad incontrare ostacoli e difficoltà nei percorsi di apprendimento e di formazione. Livelli elevati di dispersione scolastica, specialmente nei livelli superiori, e concentrazione nei percorsi di studio professionali con pochissimo accesso alla formazione universitaria sono tra gli indicatori più significativi.
Le difficoltà di accesso all’istruzione, d’altronde, vengono riscontrate fin dai cicli di studio più nei campi più disparati: dall’acquisizione dell’italiano come lingua per lo studio, alla difficoltà di comunicazione tra famiglie e scuole fin dal momento dell’iscrizione, all’inserimento scolastico in corso d’anno. Problematiche annose acuite negli ultimi mesi dall’emergenza sanitaria, che il mondo del terzo settore e alcune istituzioni hanno tentato di fronteggiare, con progetti e iniziative dedicate, come Italy School Bus il progetto del II Municipio di Roma e dell’associazione Piuculture.

Silvia Proietti
(17 marzo 2021)

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