Studenti universitari stranieri: i sogni sono diversi dalla realtà

Le recenti manifestazioni studentesche contro il caro affitti nelle aree adiacenti alle università, se non porteranno ad una soluzione, almeno in tempi brevi, hanno avuto il merito di richiamare l’attenzione su quanto sia a volte impervio l’accesso all’istruzione in Italia.
Tasse universitarie più care d’Europa – superate solo nel Regno Unito e in Olanda -, condivisione di alloggi plurilocati, lavori part time sottopagati e problemi logistici vari: se la vita dei fuori sede presenta difficoltà oggettive, quella degli studenti universitari stranieri può apparire un’impresa improba.

L’internazionalizzazione della formazione in Italia

Benché l’Italia si collochi ben al di sotto della media europea, non arrivando al 3% di studenti con cittadinanza estera sul totale, l’internazionalizzazione della formazione universitaria rappresenta ugualmente un aspetto non irrilevante per la crescita del Paese. Essa, infatti, favorisce il flusso e il confronto di idee, amplia l’orizzonte e neutralizza gran parte di quell’autoreferenzialità che qualsiasi sistema chiuso inevitabilmente alimenta al suo interno. Va, inoltre, a compensare, per quanto solo in parte, il numero di neolaureati interni, a loro volta “in fuga” all’estero, più o meno temporaneamente.

Extra-UE mobility: un’opportunità nella formazione internazionale

Tra le opportunità di formazione internazionale, vi sono principalmente due cicli di istruzione terziaria di cui lo studente extra-UE può usufruire.
È possibile implementare il proprio iter di studi acquisendo crediti all’estero, per poi ritornare nella propria università di provenienza (credit mobility); o conseguire per intero un master di specializzazione in un’università all’estero (degree mobility).
Non tra le mete più richieste, il sistema universitario della regione Lazio offre comunque ottime possibilità per canalizzare la migrazione universitaria internazionale, attraverso progetti di cooperazione, numerose borse di studio e posti alloggio in studentati sparsi nel territorio.

Studenti universitari extracomunitari in Italia

“Adesso i paesi lontani sono diventati vicini”, scriveva Rodari con sguardo lucido ma parziale. E se così, in verità, non è per tutti, uno spiraglio tra le fitte maglie delle frontiere nazionali si apre per i più coriacei, o fortunati.
Riferisce, l’ultimo rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes dell’ottobre 2022, che quasi la metà degli studenti universitari extracomunitari in Italia proviene da paesi asiatici. Tra questi prevalgono, nell’ordine, Cina, Iran, India e Pakistan; ma sono presenti, anche nazionalità meno conosciute come il Kirghizistan, uno dei 15 stati frutto della dissoluzione dell’Unione Sovietica del 1991. Segue il continente africano, con Marocco, Camerun, Egitto, Tunisia. In crescita le presenze del Centro e Sud America, con la Repubblica di Haiti e il Perù.

Studenti universitari stranieri e dove trovarli

Al di là dei numeri e delle statistiche; al di là di passaporti, visti, e permessi di soggiorno, gli studenti transnazionali sono attori comprimari nella vita quotidiana dei residenti “nativi”. Integrati e funzionali alla comunità a loro straniera, possiamo vederli consegnare cibo da asporto, magari ad altri studenti come loro; tirocinanti tra le corsie dei nostri ospedali; o perfino sugli spalti dello stadio che esultano per la nostra stessa squadra del cuore. Ed è lì che al tifoso giallorosso potrebbe capitare di incontrare Nader, da più di un anno studente del DAMS a Roma Tre, ma originario di Kairouan in Tunisia.

Nader, studio e tifoseria senza frontiere

Poliglotta, Nader ha deciso molti anni fa che la sua città d’adozione sarebbe stata Roma, pur preferendo all’Anfiteatro Flavio il più contemporaneo Stadio Olimpico. Un’infatuazione iniziata con la visione epifanica di un Francesco Totti all’indomani della consacrazione come capitano. E alimentata nel tempo, anche assistendo agli allora assidui pellegrinaggi alla vicina Hammamet dei nostri connazionali, da lui visti con gli occhi di un adolescente come “emissari” di una terra agognata.
Rappresentante di una tifoseria senza frontiere, che esprime il lato più positivo di uno sport che annulla le distanze anziché esacerbarle, il giovane tunisino si distingue per un equilibrio e una pacatezza fuori dal comune, che lo rende un punto di riferimento anche per i suoi sodali supporter dei circoli rionali della capitale.

Nader con la maglia dell’AS Roma, stagione 1989-90

Mounir, o l’amicizia contro il caporalato digitale

Così come Mounir – anch’egli tunisino e a Roma per studiare – è stato un punto di riferimento per Ahmed, sottraendo l’amico d’infanzia al ricatto del cosiddetto caporalato digitale. Molti lavoratori extracomunitari, infatti, pur essendo in regola con le leggi italiane, hanno difficoltà a districarsi con la gestione di un’identità digitale, indispensabile per svolgere determinati lavori, come quello tra più praticati della consegna alimentare. Sono pertanto costretti ad affidarsi a degli intermediari in cambio di una percentuale, talvolta molto alta, sui loro guadagni. Mounir, in Italia già da diversi mesi, ha supportato Ahmed nell’ingresso lavorativo, anche condividendo con lui il motoveicolo intestato a suo nome. E non sarà certo una manciata di sanzioni stradali in cui è ripetutamente incorso l’amico ad incrinare il rapporto fraterno tra i due ragazzi.

Muhammad, Abel, Anudeep: studenti a Roma

Nato a Mehrabpur, nel sud del Pakistan, Muhammad è iscritto al I anno del master per studenti internazionali in Ingegneria dei Trasporti, nel dipartimento universitario attiguo alla basilica di San Pietro in Vincoli a Roma. Pur giovanissimo, ha già viaggiato molto per il mondo. Porta sempre con sé, incastonato in un anello, l’opale di fuoco che la sua famiglia si tramanda di generazione in generazione, e che, in qualche modo, lo tiene legato alle sue radici e alla sua terra. Terra notoriamente caratterizzata dal trasporto su rotaia, ma che, per il futuro, il giovane studente lascerebbe per i territori ancor più vasti dell’Australia nei quali mettere in pratica i propri studi.

Muhammad fuori dall’aula 4 del Dipartimento di Ingegneria, Transportation Division

Al contrario, Abel, studente etiope di Addis Abeba, è sicuro che impiegherà il master in Architettura del Paesaggio, che sta seguendo in via Flaminia 70, per valorizzare il suo Paese d’origine.

Abel, studente di architettura in visita al MAXXI di Roma

Solo Anudeep, laureatosi con lode tre anni fa in Restauro dell’Architettura (corso internazionale) a La Sapienza di Roma, cita l’Italia come posto dove vivere. Con candida rassegnazione racconta delle scarse prospettive lavorative per una delle più belle professioni del mondo. Attualmente lavora come fattorino, ed invia parte degli esigui guadagni alla sua famiglia in India.

Le giovani universitarie dell’Iran nel mondo

Più aperte alle opportunità che offrirà loro il futuro, la maggioranza delle studentesse iraniane a Roma non ha pregiudizi riguardo al Paese in cui lotterà per realizzarsi, come donna e come professionista. Una parte di loro è fortemente convinta che l’affermazione personale come donna dell’Iran, al di fuori dell’Iran, rappresenterà una crescita anche del proprio Paese, e che ciò contribuirà al disfacimento dell’oscurantismo che ad oggi lo attanaglia.

 

Fabrizio Santomauro
(6 giugno 2023)

 

 

Leggi anche: