È con l’arrivo a Fiumicino di un volo proveniente dall’Etiopia che, giovedì 16 settembre 2021, si concretizza la seconda edizione progetto “UNICORE – University Corridors for Refugees”, nato per iniziativa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con la partecipazione del Centro Astalli, della Caritas Italiana, della Diaconia Valdese, della Gandhi Charity e delle altre associazioni umanitarie attive per la tutela dei rifugiati.
Corridoi universitari: numeri di una realtà in evoluzione
Nel 2019: 6 persone; nel 2021: 37 persone per poi arrivare a 45, sono i “numeri” di una realtà in evoluzione.
La prima edizione di UNICORE risale al 2019: in questa occasione, per la prima volta, è stato istituito un corridoio universitario grazie al quale 6 rifugiati hanno potuto completare il proprio percorso universitario arrivando in Europa con voli di linea. I destinatari dell’iniziativa, infatti, sono studenti rifugiati che hanno conseguito, nel Paese di provenienza, un titolo universitario corrispondente alla nostra laurea triennale: giunti in Europa attraverso i corridoi universitari, i rifugiati hanno l’opportunità di ultimare la preparazione accademica funzionale al conseguimento della laurea magistrale grazie a borse di studio offerte dagli atenei che partecipano al progetto. Nel 2021 l’iniziativa è ormai alla sua terza edizione e, in corrispondenza con l’inizio dell’anno accademico, sono 37 gli studenti arrivati in Italia che parteciperanno ad UNICORE: un volo partito dall’Etiopia, infatti, ha raccolto rifugiati provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Sudan, dal Sud Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo. E mentre per loro è già iniziata la quarantena precauzionale anticovid – un momento tanto importante quanto difficile e delicato, considerato il suo svolgimento lontano da casa e in una realtà del tutto nuova -, nei prossimi giorni altre 8 persone arriveranno dall’Etiopia, per un totale di 45 studenti rifugiati partecipanti al progetto. Per tutti loro inizierà un percorso di accoglienza e integrazione, nell’ambito del quale assume un rilievo particolare la tutela della riservatezza dei partecipanti, tenuto conto dello status di rifugiati in cui vertono gli studenti.
Corridoi universitari: formazione, educazione ed integrazione
“Per noi è fondamentale partecipare a questo progetto”, racconta Donatella Parisi, referente per il Centro Astalli – Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia: “educazione e formazione, insieme all’accoglienza, sono da sempre una priorità per i gesuiti”. “Il Centro accoglierà uno degli studenti rifugiati partecipanti ad UNICORE, occupandosi del suo percorso di integrazione sociale, del supporto legale e sanitario”, altri rifugiati saranno ospitati dagli altri partner del progetto, infine una parte sarà accolta dagli atenei aderenti all’iniziativa che hanno messo a disposizione gli alloggi universitari.
“Sono le università le protagoniste dell’accoglienza”, spiega Donatella Parisi. Sono 23, infatti, gli atenei italiani che partecipano al progetto: tra i servizi che mettono a disposizione ci sono borse di studio e posti negli studentati, tutor e corsi di lingua destinati ai rifugiati. Sempre ad opera delle università è avvenuta la selezione dei destinatari. Una volta che le associazioni umanitarie operanti in Etiopia, tra cui il Jesuit Refugee Service e Gandhi Charity, hanno diffuso la notizia dell’apertura dei corridoi universitari, molte sono state le domande di partecipazione presentate dagli interessati: l’individuazione dei beneficiari delle borse di studio e di tutto il sistema di accoglienza predisposto nell’ambito di UNICORE è stata svolta dagli atenei, in base ai risultati accademici e alla motivazione manifestata dai richiedenti.
Corridoi universitari: una modalità strutturale di accoglienza
“La realizzazione del progetto UNICORE è un segnale forte nei confronti delle istituzioni perchè sottolinea l’opportunità di adottare i corridoi universitari come modalità strutturale di accoglienza: essi, infatti, consentono ai rifugiati di arrivare in Europa per vie legali e sicure, danno loro la possibilità di esercitare un diritto fondamentale, come quello di studiare, di vivere una vita normale e di assaporare la pace”.
Il percorso di accoglienza avviato con i corridoi universitari avrà la durata di 2 anni, cui si aggiunge un periodo di flessibilità di ulteriori 6 mesi: “il nostro augurio per gli studenti rifugiati che partecipano al progetto è di completare, ciascuno nel suo campo, il proprio percorso di studi ed avere poi l’opportunità di scegliere se portare avanti qui o nel Paese di provenienza il loro percorso di integrazione professionale oltre che sociale”.
Valeria Frascaro
(22 settembre 2021)
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