Da Bucarest a Budapest passando per Roma, queste sono le tre piazze dove si è svolto e si svolgerà il Festival Internazionale del Teatro Rom inaugurato l’8 settembre nella capitale romena. La tappa romana è stata dal 2 all’8 ottobre, il Roma Heroes Festival Internazionale del Teatro Rom – Generazioni si è svolto nell’Auditorium di Spin Time in via Santa Croce in Gerusalemme 55. Il tour si concluderà a Budapest dal 3 al 14 dicembre. L’intento è la “diffusione di una conoscenza innovativa e inedita della Comunità Rom”.
Roma Heroes Festival: primo festival del teatro Rom
Primo festival internazionale del genere in Italia ha avuto un programma che ha previsto accanto agli spettacoli, laboratori, mostre, incontri, il tutto per consentire al pubblico di entrare in contatto e conoscere la comunità Rom.
Il Festival fa parte del progetto Diverse Roma Theaters for Inclusive Europe, patrocinato da European Education and Culture Executive Agency e organizzato da Rampa Prenestina in collaborazione con Spin Time Labs tavolo cultura e Scomodo, la direzione artistica è di Sebastiano Spinella, il progetto è Co-finanziato dall’Unione Europea.
Sebastiano Spinella, direttore artistico del Festival è il responsabile delle attività dell’associazione Rampa Prenestina. “Il nome” spiega Spinella “deriva dalla localizzazione della sede della nostra associazione che per sette anni è stata in un palazzo adiacente all’edificio con questo nome. È una struttura che sorge a 200 – 300 metri di distanza da uno campo rom, uno degli ultimi campi Rom che si trovano ancora all’interno del raccordo anulare”
Superare il disagio sociale attraverso l’arte
Sebastiano Spinella dal 2002 lavora a progetti inspirati agli insegnamenti di Paolo Freire, pedagogista brasiliano, “ideò il metodo di Arte educazione, per aiutare le fasce di giovani dei ceti meno abbienti, o provenienti da situazioni di disagio, a trovare un posto nella società attraverso percorsi educativi di insegnamento delle arti” spiega Spinella, “La musica, il teatro, la fotografia, la pittura, quale che sia la forma d’arte, permette alla persona di esprimersi, di trovare una propria visione del mondo. Dal 2007 nella sede di Rampa Prenestina è stato possibile, per i giovani e anche per i bambini più piccoli che abitano nel campo, frequentare quotidianamente la sede dell’associazione. Con altri artisti abbiamo organizzato attività educative legate all’arte: teatro, scuola di musica, attività circensi, fotografia. Anche io ho acquisito nuove competenze” spiega Spinella “sono diventato restauratore di strumenti musicali, specializzato in fisarmonica, che è lo strumento re della musica rom. Ho avuto vari allievi provenienti dalle famiglie rom che hanno imparato questo mestiere”.
Da Rampa Prenestina a Budapest
“Purtroppo nel 2019 ci hanno richiesto di restituire i locali dell’associazione, al momento per metà sono vuoti, l’altra metà non si sa ancora quale destinazione avranno, questo ha dato uno stop alle attività in loco” racconta Spinella “ma in contemporanea provvidenza vuole che siamo stati invitati dall’Indipendent Theatre Hungary, una compagnia di teatro ungherese, a Budapest a una delle prime audizioni del Festival Internazionale del teatro Rom. Lì ho presentato una mia storia, in realtà ho creato uno spettacolo che raccontava la mia vita di artista, il percorso che mi ha portato a diventare educatore, attivista per l’inclusione della gioventù rom. Da questo incontro con la compagnia ungherese è poi scaturita una collaborazione che oggi è arrivata al sesto anno. Con loro come ideatori e capofila siamo già al terzo progetto finanziato dalla Comunità Europea. I primi due erano progetti Erasmus, quindi esclusivamente di formazione, di educazione a cui hanno partecipato un gruppo di circa otto ragazzi del campo rom di Via dei Cordiani”. Alcuni di questi giovani si sono talmente appassionati all’attività teatrale che oggi partecipano come protagonisti a spettacoli che sono presentati a questo primo Festival internazionale di teatro Rom.
2017 nasce a Budapest il Festival Internazionale del teatro Rom
“Il festival è nato a Budapest dove si è tenuto dal 2017” spiega Spinella “nel 2022 c’è stata una prima edizione anche a Bucarest in Romania e quest’anno è arrivato a Roma. Abbiamo scelto, come sede del Festival, Spin Time che è una delle ultime occupazioni rimaste a Roma, molto importante, in quanto è stata, nel bene e nel male, al centro delle attenzioni delle istituzioni. È un vecchio palazzo dell’Inpdap, nei piani superiori abitano un centinaio di famiglie, provenienti da oltre 25 paesi diversi. Nel seminterrato si è creato un tavolo di un collettivo di persone, “il tavolo cultura” che da parecchi anni realizza attività teatrali, servizi di biblioteca, c’è un’osteria, una sala prove, spazi molto frequentati dall’ambiente artistico romano legato al teatro e alla musica”. La scelta di Spin Time come sede per il Festival è stata dettata sia dalla presenza del tavolo cultura di Spin Time costituito da professionisti del teatro, sia per “il simbolo che questo luogo rappresenta” spiega Spinella, “per il lavoro fatto dalla cittadinanza con la cittadinanza, un lavoro di accoglienza verso chi ha più bisogno, che è molto vicino a quello che abbiamo fatto negli anni con Rampa Prenestina. Personalmente anche io ho radici rom, mia nonna era rom, mio nonno pure, però io sono nato e cresciuto in condizioni di cittadino italiano normale, senza grandi problemi di documenti o di scolarizzazione. Nel volermi riappropriare di quelle che sono le mie radici familiari ho sentito il richiamo ad occuparmi di questa comunità che è parte delle mie radici”.
Moni Ovadia e l’orchestra Taraf de Metropolitana Musica Nomade
Per Moni Ovadia presente con la sua orchestra Taraf de Metropolitana Musica Nomade il 5 ottobre “questi spazi sono un paradigma di ciò che si può fare con un po’ di volontà, umana e politica. Costruire luoghi di aggregazione di incontro, di confronto, di creatività, di musica, di teatro. Io sono venuto perché tutto ciò che è un movimento per costruire una società di uomini uguali, liberi, ugualmente degni, è qualcosa alla quale io voto tutte le mie energie. E venire qui ti si allarga il cuore. È così evidente che si può costruire un’altra dimensione. Io sono nato in Bulgaria, a Plovdiv, in una famiglia ebrea, in un quartiere che si chiamavano “cimitero di mezzo” perchè c’era il cimitero mussulmano. Lì hanno convissuto per quattrocento anni sette etnie e tre religioni, non c’è mai stato in tanti anni un conflitto violento. Allora vuol dire che si può vivere in armonia, si può vivere nel rispetto reciproco, nel riconoscimento reciproco. E anche questo luogo lo dimostra.Veramente per me è una bellissima serata” ha dichiarato Ovadia “Una realtà come questa per come è gestita, per come è organizzata per la determinazione che chi l’ha voluta mostra e dimostra che una società diversa è possibile. Questo è il paradigma: sono persone di origine diversa, con problematiche diverse, ma trovano il modo di convivere qui a Spin Time. Il problema del nostro paese è la volontà, in un paese particolarmente disastrato per ciò che attiene la condizione delle minoranze e delle diversità, perché abbiamo una classe politica al di là delle posizioni che hanno nello schieramento politico, di una infinita mediocrità. Sono persone che non sanno cosa sia l’essere umano, la sua verità intima, profonda, che non dipende né dal censo, né dalle condizioni di nascita, ma dipende da quella luce che si chiama dignità, di cui ogni essere umano è portatore in due aspetti: quello personale e quello sociale, che sono due aspetti inscindibili come le facciate di un foglio. E oggi la mia militanza è per i rom, per i sinti ma anche per il popolo palestinese, per i curdi e per tutte le minoranze che soffrono di oppressione. Se mi chiamerete, io tornerò sempre volentieri, per dare il mio contributo per esempio per ottenere dallo stato italiano il riconoscimento di minoranza linguistica a rom e sinti, perché sono portatori di una lingua romanes, una lingua davvero straordinaria”.
Info e programma
Foto e testi raccolti da Alessandro Guarino
(14 ottobre 2023)
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