Deserto bianco: la pace un miracolo possibile

“Deserto bianco” il saggio di Gian Stefano Spoto è stato presentato martedì 31 ottobre alla Libreria Eli a Roma, ne ha parlato con l’autore la giornalista Anna Gentilini. Il libro  riporta le impressioni del giornalista inviato di guerra in Medio Oriente in occasione della guerra del luglio – agosto 2014 tra Hamas, Movimento islamico fondamentalista che ha il controllo di Gaza, e lo Stato di Israele. All’epoca Spoto era vicedirettore di Rai International, si ritrova in Palestina quasi per caso.

Deserto Bianco, perchè?

Perché “Deserto Bianco”? L’autore ricorda che la neve in Medio Oriente è un evento straordinario, un miracolo. Nell’inverno del 2014, pochi mesi dopo la firma della tregua da parte di Israele, una coltre di neve ricopre la Palestina. Con la firma della tregua il 26 agosto2014, Spoto ritenne che forse anche la pace fosse un miracolo possibile.
Oggi più che mai, dai fatti del 7 ottobre 2023, la speranza di trovare una soluzione al conflitto si allontana. Eppure, dice Spoto, se i miracoli sono possibili, allora forse un giorno anche gli Israeliani e gli Arabo Palestinesi potranno convivere pacificamente.
Nel 2014 furono uccisi 2256 palestinesi, di cui 551 bambini e 299 donne. Tra gli israeliani le vittime sono state 71 di cui 4 bambini, dati forniti dall’UNOCHA, l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite. 

Deserto Bianco racconta le storie delle persone sui due fronti

Spoto fa quello che gli riesce meglio, scrive storie di persone e dei rapporti che legano i destini dei due popoli, gli arabi e gli ebrei: dallo sportivo arabo palestinese che si allena pur sapendo di non poter gareggiare perché da Gaza non si esce, all’anziana signora ebrea, sopravvissuta al campo di sterminio di Birkenau. Il focus principale è però sui bambini.

I bambini palestinesi sorridono all'obiettivo
Due bambini palestinesi sorridono all’obiettivo. Foto fornita da G.S. Spoto

Se le immagini del libro fanno da corollario al reportage e ci avvicinano alla sensibilità del giornalista, i dati forniti dall’OCHA traducono in grafici i numeri delle vittime.
Nel luglio del 2014, Israele aveva iniziato l’invasione di terra di Gaza, una lingua di terra lunga 40 km, a ridosso della costa bagnata dal Mar Mediterraneo, con l’obiettivo di annientare il movimento di Hamas, ritenuto responsabile dell’omicidio dei tre studenti israeliani. Hamas ne esce, al contrario, rafforzato.

7 ottobre 2023 va ricordato: le vittime sono persone

Il 7 ottobre 2023, i suoi miliziani appartenenti alle Brigate Al-Qassam, il braccio armato, assaltano via terra il territorio israeliano. La rappresaglia è stata immediata, Israele lancia l’Operazione chiamata “Spade di ferro” contro Gaza.
Al 3 novembre 2023, sono stati uccisi 1419 israeliani, di cui 1402 civili. Nell’incursione del 7 ottobre le Brigate hanno fatto 242 prigionieri, ora ostaggi all’interno di Gaza. Da parte degli arabi palestinesi i dati, comunicati dal Ministero della Salute palestinese (MOH), sono: 9061 vittime (132 di questi sono stato uccisi in Cisgiordania). Due terzi del totale sono bambini e donne.
È difficile fare un distinguo fra i due popoli, attori di questo dramma, perché in realtà entrambi vivono nella stessa terra, la Palestina: da una parte la disperazione di un popolo senza uno Stato, dall’altra la paura di perdere uno Stato.
I numeri diventano grafici ma le vittime sono persone, i bambini restano bambini con una speranza in più. La guerra intanto continua, ci sarà un cessate il fuoco o una tregua, una delle tante.

Consigli di lettura:

  • “Deserto Bianco”, di Gian Stefano Spoto, Graphofeel Edzioni, 2021
    Per capire le emozioni di chi ha conosciuto la realtà medio orientale. L’autore descrive con piccole e precise pennellate ciò che caratterizza i Palestinesi, Arabi ed Ebrei. Leggendo il reportage si riesce a percepire tutta la specificità di un luogo come il Medio Oriente. Le persone vincono su tutto e il lettore a compenetrarsi con ciò che accade.
  • “Israele contro Israele”, Limes, Rivista italiana di geopolitica, n. 3/2023 e “Guerra grande ìn Terra Santa”, n. 3/2023
    Molti articoli per comprendere le ragioni degli uni e quelle degli altri. In particolare “I nemici alla finestra, su Israele aleggia l’ombra delle guerra”, di Kobi Miachael e Ori Wertman, pagg 205 -215.
  • “Le donne della famiglia”, di Mahmud Shukair, Brioschi editore, 2022:
    Mohammed ancora bambino abbandona la vita nomade e insieme alla famiglia si stabilisce a Gerusalemme. Tra le varie sfide che Mohammed deve affrontare c’è anche quella della nascita dello Stato di Israele nel 1948.
  • “’La questione palestinese’. La tragedia di essere vittima delle vittime”, di Edward W. Said, Gamberett Editore, 1998:
    Edward Wadie Said, docente della Columbia University e scrittore, nasce in Palestina ed emigra insieme alla famiglia in America prima del 1948. Un esiliato a vita che però ha analizzato le vicende del Medio Oriente con rara obiettività, cogliendone le contraddizioni ed evidenziando le ripercussioni di uno stato di perenne conflitto e reciproca negazione.
  • “Hamas”, di Paola Caridi, Feltrinelli, 2009:
    La storia del declino dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, OLP e la nascita di Hamas ovvero il Movimento integralista Islamico che combatte per l’annientamento di Israele. La guerra scatenata da Israele contro il Libano nel 1982, indebolisce l’OLP. Secondo l’autrice “Hamas è la radicalizzazione che tutti abbiamo paventato, dopo 17 anni che Gaza è una prigione a cielo aperto” (intervista concessa a Coffee break del 16 ottobre 2023).

Livia Gorini
(08 novembre 2023)

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