8° European Migration Forum a Bruxelles: i risultati

L’8° European Migration Forum “Migranti in Europa oggi: bisogni specifici, competenze e comunicazione per una maggiore inclusione” ha preso il via lunedì 4 dicembre 2023 nel palazzo Jacques Delors a Bruxelles, a pochi metri dal Parlamento Europeo. Oltre centoventi rappresentanti della società civile e delle istituzioni dei ventisette paesi della EU sono arrivati da tutta Europa per ragionare, confrontare buone pratiche e esperienze, porre quesiti sui temi attuali in materia di immigrazione.

Ylva Johansson e Oliver Röpke 8° European Migration Forum Bruxelles 4-5 dicembre 2023

Dopo i saluti e l’accoglienza dei partecipanti all’8 European Migration Forum si è entrati nel merito degli incontri con Ylva Johansoon, Commissario Europeo agli Affari Interni, che esordisce affermando “Migration is part of human being”, migrare è parte della natura umana, “l’immigrazione non la si potrà mai fermare, la si deve gestire”. Mentre, prosegue la Commissaria, “non possiamo considerare i trafficanti una cosa normale, si tratta di un network, difficile da scalfire, siamo contro questi criminali, per i quali le pene vanno appesantite, non siamo contro i migranti”. Secondo Ylva Johansoon l’Europa ha bisogno delle migrazioni, tante professioni sono svolte da persone con origini migratorie, ma vanno prevenute le partenze irregolari e illustra una proposta per “talenti” da realizzare con accordi con i paesi d’origine dove investire in formazione e conoscenza della lingua del paese di arrivo. Un progetto quello a favore dei talenti che risuonerà ancora nelle sale del European Migration Forum e che farà porre diversi interrogativi. La Commissaria Johansoon conclude l’intervento accennando al Nuovo Patto Immigrazione “è un dialogo difficile, che auspico vada in porto entro Natale”.
A tale proposito il 5 dicembre si è svolto un incontro a Bruxelles del Consiglio Europeo, a presidenza spagnola, per mettere a punto le ultime questioni per portare a conclusione il Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Un Patto che sta sollevando diverse perplessità da parte  della società civile. É in discussione da anni un nuovo quadro giuridico europeo che risponda alle esigenze dell’immigrazione e dell’asilo, il risultato è frutto di lunghi negoziati, accellerati nelle ultime settimane. Il 7 dicembre  sono previsti triloghi che affronteranno i diversi fascicoli con la necessità di concentrarsi sui punti in comune e con l’obiettivo di arrivare a una approvazione definitiva del Patto, possibilmente nell’incontro del 18 dicembre.
Tornando allo specifico dell’8 European Migration Forum, Oliver Röpke, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, che lo ha organizzato esordisce anche lui con una frase condivisa dai partecipanti “le migrazioni non vanno bloccate, ma gestite” e prosegue “nelle nostre democrazie l’odio verso i migranti è fomentato da ignoranza e cattiva informazione, ma sono convinto che con la collaborazione della società civile, che è democrazia in azione, supereremo i tempi difficili”. Röpke infine auspica che dagli incontri e dalle tavole rotonde emergano indicazioni  su cosa serva per migliorare le condizioni di migranti e rifugiati nella EU.

European Migration Forum: MSNA, traffiking, salute mentale

I lavori sono proseguiti con tre partecipate tavole rotonde a partire da “Come identificare e sostenere migranti e rifugiati con esigenze specifiche?” Il dibattito si è concentrato su i MSNA che attraversano le frontiere, le vittime di tratta e i migranti con problemi di salute mentale. Gabriela Agatiello, Direttore Programmi e Policy, ICMC Europe/Share Network ha coordinato l’incontro che ha visto Carmen Cosentino, Vice-Prefetto del Ministero dell’Interno italiano, presentare il Vademecum per l’identificazione, l’indirizzamento e la presa in carico delle persone che vivono vulnerabilità che entrano in Italia nell’ambito del sistema di protezione e accoglienza, in collaborazione con Marta D’Agosto, di UNHCR Italia, Santa Sede e San Marino. Il Vademecum è stato realizzato per identificare le vulnerabilità e per migliorare la capacità di accogliere le persone fragili siano MSNA, vittime di traffiking o persone con disagio mentale. Nel dibattito che è seguito è stato evidenziato che il “Traffiking coinvolge un giro economico molto elevato e fermarlo coinvolge nodi di potere non indifferenti”.
Per combattere queste situazioni è fondamentale fornire ai MSNA e più in generale alle vittime di traffiking protezione e  informazioni nella propria lingua fin dall’arrivo

European Migration Forum: narrazione della migrazioni

Nella seconda tavola rotonda si è discusso di “Come possiamo cambiare la narrazione sulla migrazione nell’era della polarizzazione e della disinformazione?” La presentazione del tema è stata coordinata da Tina Zournatzi, Capo della Comunicazione, Direzione Generale per le Migrazioni e gli Affari Interni. In questo incontro e nella successiva discussione i ragionamenti sono partiti dalla costruzione di un piano per realizzare efficaci campagne di sensibilizzazione. Nel dibattito si è evidenziata la necessità di puntare sul non creare fratture fra i gruppi locali e i nuovi arrivati per poi concentrarsi sul come parlare sui media di migranti e rifugiati. In molti paesi, in particolare nel Nord Europa, l’islamofobia è in preoccupate crescita e richiede contromisure da parte degli operatori della società civile che si interrogano anche su cosa fare rispetto agli hate speach diffusi attraverso i social. Le soluzioni emerse vanno in quattro direzioni: nell’utilizzo di dati, che però non vanno considerati come neutri, che smentiscano i luoghi comuni che si attribuiscono ai migranti: sono terroristi, rubano il lavoro, diffondono criminalità, ricevono benefici che i nativi non hanno, ecc. Nell’educare, fin dall’infanzia, a non essere razzisti. Nel creare occasioni di incontro tra nativi, migranti e rifugiati: nei condomini, nei quartieri, fra famiglie, tra giovani, il tutto da svolgersi in spazi dove non ci si senta giudicati. Nel realizzare campagne di inclusione per l’accesso ai diritti. Importante inoltre non lasciare sola la così detta maggioranza silenziosa, lavorare su questa fascia di popolazione che fa scelte xenofobe per paura più che per reale consapevolezza di cosa significhi essere migranti o rifugiati. É emerso anche quanto sia importante che i migranti stessi siano parte dei cambiamenti.

European Migration Forum: mercato del lavoro

Terza e ultima tavola rotonda, ma non meno importante: “Cosa serve per una più sostenibile integrazione nel mercato del lavoro?” In questa sezione il dibattito si è sviluppato in tre direzioni: competenze, posti di lavoro e diritti. Hanno moderato l’incontro, congiuntamente, Ursula Hönich, della Direzione Migrazioni e Affari Interni della Commissione Europea, Camilla Baldini, Network European delle Imprese per l’Integration Sociale (ENSIE) e Bianka Debussche Valkovicova, DG Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea. E se è opinione condivisa che i migranti debbano arrivare per vie legali, il meccanismo dovrebbe essere, per chi non è nella EU di presentare interesse per occupazioni specifiche attraverso la creazione di piattaforme di incontro molto aperte. Mentre per chi è già in Europa si dovrebbero fornire possibilità di riqualificazione e anche di movimento all’interno del mercato del lavoro della EU.

European Migration Forum: le domande

Molte le domande sollevate dai partecipanti nelle due giornate di lavoro, alcune critiche nei confronti dell’operato della EU a partire dalla distinzione fra immigrati legali e illegali perché si obietta “chi fugge da un paese in guerra o sotto dittatura ha diritto di emigrare, di chiedere asilo, non può essere definito illlegale”. Oppure “chi viene trovato senza documenti perchè sono scaduti, non è un rischio per la comunità, non andrebbe recluso nei centri per i rimpatri” obietta un membro della società civile francese. Mentre un rappresentante della diaspora afghana fa presente che “Si parla di immigrazione clandestina ma non di come attivare rotte legali”. Ripreso più volte il progetto che coinvolge “i talenti” dei paesi dai quali partono i migranti ma, obiezione italiana, “sembra una politica élitaria che esclude chi non abbia avuto la possibilità di sviluppare qualche talento”.
Malgrado l’impegno della EU forte anche verbalmente sulle questioni di principio a partire dalle parole della Commissaria Johansoon “la migrazione non si può fermare”, “evitare di parlare di persone utilizzando paralleli acquatici: ondata, tsunami”, “i migranti irregolari non sono illegali”. E a dichiarazioni contenenti indicazioni specifiche “la forza lavoro europea perde 1 milione di lavoratori l’anno, sono molti i settori nei quali sono necessarie assunzioni a partire dalla sanità, alla transizione ecologica, ecc.” spazi che migranti e rifugiati potrebbero coprire, malgrado ciò in alcuni casi le risposte non sono state esaustive, ci si è trincerati dietro la frase “non è una competenza europea, ma del singolo stato”.
Fra i nodi da affrontare anche il doppio standard fra rifugiati ucraini, europei, per i quali giustamente è stata attivata, per la prima volta, la protezione temporanea. Protezione che non è mai stata presa in considerazione per migranti e rifugiati extra europei. Oliver Röpke auspica che la protezione temporanea venga prorogata fino al 2025 per gli ucraini e  estesa a tutti i rifugiati.

Tavole rotonde: le conclusioni

Molto attiva la partecipazione alle tavole rotonde nelle quali rappresentati della società civile, delle istituzioni e della EU si sono confrontati sulle buone pratiche attuate e sulle problematiche legate alla realizzazione degli obiettivi enunciati nelle diverse sezioni. Nel tirare le fila dei discorsi affrontati, guidati da Ali Al-Jaberi, sono stati evidenziati alcuni nodi condivisi: Michael Shotter, Direttore Asilo e Migrazioni, Direzione Generale per le Migrazioni e gli Affari Interni ha sottolineato come nel nuovo, discusso, Patto per Asilo e Migrazione “stiamo cercando di tener conto di campagne di comunicazione per abbattere i pregiudizi, ma dobbiamo capire su che forze poter contare”. Un altro aspetto fondamentale e controverso “nell’approntamento del Patto è il negoziato in corso sui MSNA”.
Razan Ismail, Membro del gruppo di esperti su Migrazioni Asilo e Integrazione che ha sintetizzato il lavoro svolto dai partecipanti al tavolo sulla narrazione delle migrazioni ha evidenziato come nelle politiche vadano coinvolti gli stessi portatori di interesse ed è importante che le decisioni non vengano prese dall’alto ma attraverso una consultazione delle associazioni, esperte riguardo a migranti e rifugiati, che operano, malgrado abbiano problemi nel reperire fondi.
Cristian Pîrvulescu, Presidente del Gruppo Permanente del CESE su Immigrazione e Integrazione, auspica che il Comitato Economico e Sociale Europeo  faccia da ponte fra le organizzazioni della società civile, che operano in loco, e la Commissione Europea così da tenere conto delle tante competenze lavorative che possono essere coperte da lavoratori di origine straniera. Per quanto concerne l’approccio alle migrazioni, in vista delle elezioni EU di primavera, Pîrvulescu ritiene importante la lotta alle fake news, alla teoria del complotto, “è necessario essere uniti contro queste derive che hanno l’obiettivo di modificare la politica EU. In questa direzione la società civile ha un ruolo importante affinché si voti contro la retorica antimmigrazione dell’estrema destra”.

European Migration Forum: idee per l’edizione 2024

La costruzione di questo importante momento di incontro fra la società civile, istituzioni che operano con migranti e rifugiati e la EU è stata fondamentale perchè ha fornito la possibilità di scambiare esperienze e buone pratiche ma, ovviamente, è perfettibile.  Ad esempio nell’affrontare l’interessante tema della seconda tavola rotonda, come cambiare la narrazione delle migrazioni, sono state approfondite molto le modalità delle campagne di sensibilizzazione, mentre meno spazio è stato riservato a come le notizie su migranti e rifugiati vadano trattate sui media per raggiungere il massimo dell’efficacia e analogamente non si è analizzata l’importanza del linguaggio da usare. Poca attenzione si è riservata anche a quanto avviene alle frontiere della EU.
Vi è stato inoltre un richiamo da parte degli appartenenti alla società civile affinchè le idee condivise per non rimanere inattuate necessitino di supporto economico, di fondi che consentano di portare a termine le attività previste a favore di migranti e rifugiati. Questi sono solo alcuni dei temi che non hanno avuto uno sviluppo esaustivo nell’attuale edizione del Forum e che si auspica vengano riproposti da parte dei due rappresentanti: Anna Coulibaly Project Officer della Commissione Internazionale Cattolica delle Migrazioni (ICMC) e Yonous Muhammadi, Presidente del Forum Greco per i rifugiati, eletti il 5 dicembre 2023 a Bruxelles, dai partecipanti all’8° Forum, affinchè collaborino alla realizzazione del prossimo Forum Europeo delle Migrazioni che si terrà nel 2024.

Nicoletta del Pesco
(9dicembre 2023)

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