Le diaspore riunite nel 5° summit: cooperazione, inclusione, sviluppo

Che ruolo svolgono le diaspore nel promuovere lo sviluppo nei Paesi d’origine e l’integrazione delle varie comunità nei territori? Questo il focus del 5° Summit delle diaspore, svoltosi all’Auditorium Antonianum a Roma il 10 febbraio, finanziato dalla Cooperazione italiana e implementato dall’OIM, con l’associazione Le Réseau.

In virtù della doppia appartenenza, le Diaspore hanno la duplice funzione di costruttrici di ponti per promuovere lo sviluppo nei luoghi d’origine — di cui sono conoscono i bisogni — e al contempo di soggetti attivi nell’integrazione degli stranieri nei territori.

Le Diaspore: un po’ di storia

Le Diaspore — che hanno origini africane, asiatiche, latino-americane, europee — sono nate nella cornice della legge 125/2014 sulla Cooperazione, che ha riconosciuto il loro ruolo, e dal 2017 organizzano incontri nazionali. In questi anni c’è stato un processo di crescita: sono stati definiti regolamenti, procedure, strategie di comunicazione e sono stati attivati percorsi di formazione e assistenza tecnica. Nel dicembre 2023 hanno dato vita al Coordinamento Italiano Diaspore per la Cooperazione Internazionale (CIDCI), con 9 Reti regionali e oltre 100 associazioni. Lo scopo di questa struttura — come ha detto Valeria Saggiomo, presidente del CESPI — è coordinare le diverse comunità per offrire supporto a:

  • ideazione dei progetti di sviluppo;
  • trasferimento di conoscenze e competenze;
  • potenziamento della governance dei progetti, prestando attenzione ai processi e alle relazioni;
  • valutazione dei risultati.

Le parole delle Diaspore nel 5° Summit

Draft the future. Per una cooperazione inclusiva è il titolo dato al summit. E infatti Cooperazione, Inclusione, Impatto sono state le parole-chiave sulle quali si sono focalizzati gli interventi, come quello di Marco Rusconi, dirigente Agenzia Italiana per Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e di Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, secondo il quale “in questo nostro mondo afflitto” sono fondamentali le Diaspore “come costruttrici di ponti per azioni locali di sviluppo in cooperazione”.
Mentre il viceministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, ha ripetutamente dichiarato la volontà di agire, collaborando con le Diaspore: “siamo qua, compagni di strada”, Abderrahmane Amajou, CIDCI Piemonte, ha lamentato il fatto che queste non siano state né consultate né invitate alla presentazione al Senato del Piano Mattei. Quale idea di sviluppo c’è dietro un progetto di sviluppo per l’Africa senza gli africani? Inoltre nessun progetto per l’Africa può considerarsi positivo se non tiene conto dell’impatto che ha sull’ambiente, secondo gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Dello stesso parere il presidente nazionale del CIDCI Bertrand Honoré Mani Ndongbou, che nel suo intervento conclusivo della giornata ha definito la mancata presenza delle Diaspore “un vulnus importante”.

Alla lamentata mancata presenza delle Diaspore, durante la presentazione del piano Mattei, risponde anche Stefano Gatti, Direttore Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo (Dgcs) in Farnesina, affermando che non esiste alcuna volontà di escludere le Diaspore che sono, al contrario, parte della società civile e del sistema Italia e invita tutti a presentare delle proposte concrete, verranno esaminate una per una.

Il summit delle diaspore: i gruppi

La parte finale Summit è stata caratterizzata da 3 gruppi di lavoro introdotti da Juan Antonio Garcia Cagua,  CIDCI :

-Il primo gruppo si è occupatpo di  “Sostenibilità e valutazione d’impatto degli interventi di cooperazione”. condotto da Ana Ciuban, CIDCI e Luca De Fraia, Segretario Generale Aggiunto di ActionAid Italia – CINI ;

Il secondo del “Il contributo delle diaspore nella risposta alle emergenze e nella lotta al cambiamento climatico”, facilitato da Cleidiane Pinheiro de Freitas,CIDCI e Sandro De Luca, Direttore CISP;

-infine il gruppo “Le donne come agenti di cambiamento nella cooperazione internazionale “ coordinato da Rahel Sereke,CIDCI e Serena Fiorletta, Responsabile Comunicazione di Aidos – AOI

Nei progetti per le donne, le donne non sono protagoniste

In particolare, nel terzo gruppo, caratterizzato da una grande partecipazione, soprattutto femminile, le conduttrici hanno cercato di analizzare, in connessione con il tema, 4 parole chiave: autonomia, intersezionalità, rappresentanza e leadership, partendo dalla considerazione che benché la legislazione sulla recente cooperazione allo sviluppo (legge 125/2014) contenga tutte queste parole e parli tanto di progetti per le donne, in realtà le donne all’interno non ci sono, mancano i loro corpi.
Le donne non sono le protagoniste di questi progetti per una serie di problemi, uno di questi è la mancanza di autonomia economica del genere femminile. Le donne delle diaspore sono spesso costrette, dagli scarsi mezzi economici a disposizione, ad impegnarsi in lavori che assorbono totalmente il loro tempo; sono ad esempio badanti o operatrici sanitarie, non hanno tempo per partecipare ai tavoli istituzionali dove si prendono le decisioni determinanti per la cooperazione e lo sviluppo internazionale ed anche per il loro futuro.
Anche all’interno dell’organizzazione del Convegno, Rahel Sereke ha fatto notare come negli interventi che si sono succeduti non si fosse rispettata una parità di genere. In conclusione, il percorso da fare affinché le donne possano essere agenti di un cambiamento all’interno della cooperazione internazionale appare ancora lungo e, in parte, in salita.
“Quello che è emerso dai tavoli è di grande ispirazione” ha concluso Bertrand Honoré Mani Ndongbou, concludendo il summit. “Ora dobbiamo rendere concreti questi spunti”.
Infine, ha annunciato che le tappe successive saranno caratterizzate dalla presenza del Coordinamento Italiano delle Diaspore nelle regioni, dove già sono presenti, per portare avanti il lavoro, consapevoli della responsabilità che veicolano e sempre disponibili alla collaborazione.

Luciana Scarcia e Nadia Luminati
(12 febbraio 2024)

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