Il quartiere Quarticciolo, che provenendo dal centro città si raggiunge da via Palmiro Togliatti, è individuabile molto facilmente dalla presenza di auto, camionette e agenti della Polizia di Stato che stazionano, ormai da giorni, lungo l’arteria stradale che lo costeggia. Negli ultimi mesi, infatti, è stato al centro di polemiche e di scontri violenti che hanno coinvolto le associazioni che operano sul territorio, il municipio, il Comune e il governo. I fatti hanno origine dall’intenzione del governo, ora divenuta realtà, con il Decreto legge Emergenze, di applicare a questa periferia di Roma est il c.d. modello Caivano ed affidare al commissario straordinario del comune di Caivano, Fabio Ciciliano, gli interventi che lo dovrebbero riguardare. Le realtà sociali del quartiere, che da anni lavorano con impegno e passione sul territorio, coordinate dal collettivo Quarticciolo ribelle, in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea) dell’università La Sapienza, hanno risposto alle proposte muscolari del governo, presentando un loro progetto di riqualificazione. Lo scopo del piano è risanare gli spazi pubblici abbandonati, costruendo una rete di servizi e welfare, rispondendo così ai bisogni degli abitanti sul piano abitativo, educativo, di salute, sport e reddito.
Contro l’intervento legislativo del governo, che la maggior parte delle persone del quartiere vive come un’imposizione calata dall’alto, il Quarticciolo Ribelle si è mobilitato, in questi giorni, per dimostrare, con una serie di eventi, che il quartiere è vivo e risponde in modo positivo. Ai cortei e alle assemblee dei mesi scorsi, partecipate anche da altre realtà cittadine, nella settimana appena conclusa si sono aggiunte: una sfilata di carnevale per i bambini, la presentazione del libro “Alfabeto della scuola democratica”, curato da Christian Raimo, un’assemblea pubblica alla quale hanno preso parte anche il presidente del municipio V Mauro Caliste e rappresentanti del Comune, e infine, la manifestazione di sabato 1 marzo per ribadire con forza che “il Quarticciolo va rispettato”, come riporta uno dei tanti striscioni che hanno sfilato insieme ai manifestanti.
Il Quarticciolo si mobilita: Il corteo di Carnevale
Il corteo di Carnevale organizzato per i bambini del quartiere, il giovedì grasso, dagli attivisti del doposcuola popolare è partito dalla scuola Pirotta, l’unica che è stata coinvolta nel piano di dimensionamento scolastico di quest’anno e rischia la chiusura.
Maschere di grandi e piccoli hanno sfilato per le strade del quartiere, accompagnate dalle musiche ritmate del gruppo di Batucada Ritmania, per poi arrivare nella piazza del Quarticciolo, davanti al palazzo dell’ex Questura, alto e di stile razionalista, dove è stato allestito un tavolo con i dolci di carnevale per tutti e giochi per i bimbi, quasi tutti allievi del doposcuola, che ha sede proprio nello stabile occupato, un simbolo ormai per il quartiere.
Il doposcuola popolare e la creazione di una comunità educante
Il doposcuola è un’esperienza che vanta sette anni di vita e rischia di essere spazzata via dai progetti di sgombero del governo. “È animato da una quindicina di volontari ed organizzato per fasce di età, prevede un lavoro educativo e pedagogico molto impegnativo” racconta Federica, una ragazza che si occupa dei bambini della primaria “il mercoledì è dedicato alla fascia dell’infanzia 3-6 anni, il giovedì c’è il supporto didattico per le scuole medie, il venerdì per i bambini della primaria. Quest’anno è molto frequentato: l’ultimo venerdì c’erano 22 bambini” prosegue Federica, orgogliosa “veramente tanti anche perché alcuni bambini hanno difficoltà specifiche di apprendimento ma non hanno la possibilità di certificarle. Ci sono bambini dislessici, ad esempio, che hanno difficoltà nella lettura o nella scrittura, avrebbero bisogno di un supporto specifico. Il doposcuola è una realtà importante” continua con convinzione Federica “non è solo un supporto didattico ma aiuta a fare comunità, i bambini fanno amicizia e creano legami. Aiuta a creare un rapporto con le famiglie. I genitori ci hanno dimostrato il loro sostegno, hanno capito che è un punto di riferimento per i figli. Gli educatori che ci lavorano sono una risorsa anche per mediare con le scuole: molti sono i genitori stranieri che non parlano l’italiano. Era un posto abbandonato che grazie alle energie dei volontari è stato riutilizzato a scopi sociali, per togliere i bambini dalla strada e combattere la dispersione scolastica” conclude Federica.
Federica è anche il nome dell’insegnante montessoriana che si occupa della fascia d’età 3/6 anni. “Da 4 anni ho proposto al doposcuola Quarticciolo questo progetto specifico per bambini di fascia prescolare. Come psicologa, mi sono resa conto che bisogna cominciare da subito a seminare” racconta “i bambini che entrano nella scuola primaria senza i prerequisiti necessari diventano gli ultimi già all’inizio del percorso e ci rimangono perché la scuola pubblica fa fatica a seguire i bambini in difficoltà. I progetti didattici che si fanno all’interno del doposcuola sono tutti a carico dei volontari, non riceviamo fondi da nessuno, il materiale montessori, presente all’interno del doposcuola, è stato acquistato con la mia carta del bonus docenti” ci tiene a puntualizzare Federica.
“Il Comune di Roma ha iniziato a dialogare con il nostro Comitato, dopo tanti anni di lotta sono partiti i lavori per riqualificare l’ex parchetto Modesto di Veglia. Se avessimo più fondi potremmo attuare ancora meglio il nostro piano di risanamento, invece il governo vuole procedere con gli sgomberi, partendo proprio dall’ex Questura e dai locali del doposcuola” racconta infine Federica, senza perdere la convinzione di poter lottare e vincere per il suo progetto scolastico.
Le realtà sociali del quartiere e il piano di risanamento
Michele è uno dei ragazzi che ha dato vita al collettivo di Quarticciolo Ribelle, è un insegnante e vive all’interno dell’ex Questura “Questi progetti sociali sono nati ormai da 10 anni. Tutto ha avuto inizio con la palestra popolare di pugilato che è un punto di riferimento grande per tutto il quartiere. È un posto dove si fa sport aperto tutti i giorni e gratuito per chi non si può permettere di pagare il contributo simbolico che chiediamo.” racconta, “ Da quel punto di osservazione abbiamo potuto capire come fosse grande il problema della dispersione scolastica del quartiere e da lì è nato perciò il progetto del doposcuola. Dallo sfratto di un bambino che si allenava in palestra è nato il comitato di quartiere, che lotta per una vita dignitosa degli abitanti del Quarticciolo, per le manutenzioni sugli immobili, che l’Ater non fa, per le sanatorie di chi non ha una situazione regolare, ci battiamo per il diritto ad una casa per tutti.” continua “ Il palazzo dell’Ex Questura è occupato dal 1999, perché era abbandonato; con l’occupazione abbiamo risolto il problema abitativo di 40 famiglie. Per noi è un simbolo che il quartiere possa rinascere dai propri abitanti e dal doposcuola. Questa settimana, purtroppo, ci sono stati due sgomberi, sono state messe in strada due donne con figli, non è stata fornita loro alcuna alternativa” poi aggiunge “Vivevano sì in una casa occupata ma se erano lì evidentemente non avevano un’alternativa” e prosegue Michele “c’erano 400 agenti di Polizia per sgomberare due famiglie. Questo quartiere è diventato una vetrina per la propaganda politica securitaria del governo che però non affronta i problemi strutturali necessari.” Michele parla con passione anche degli altri progetti popolari. “L’ambulatorio popolare, che nasce con degli sportelli di ascolto psicologico durante la pandemia ed ora ha una propria sede, è aperto quasi tutti i giorni con sportelli diversi: medicina generale, pediatria, psicologia, nutrizionale, ginnastica posturale, tutto completamente gratuito. Esistono anche dei progetti produttivi, visto che le uniche economie presenti sono la disoccupazione e spesso lo spaccio. È nata una micro stamperia, dove si possono fare anche progetti con le scuole, un birrificio popolare, per dare alle persone che escono dal carcere un lavoro e delle alternative. Con tutti questi progetti abbiamo voluto dare i servizi che mancano ma non ci vogliamo sostituire alla scuola o alla sanità piuttosto dimostrare che tutti questi aspetti della vita possano essere affrontati con un approccio diverso da quello delle istituzioni. Non vogliamo che resti nessuno indietro.”
Poi prosegue “Con il modello Caivano, il governo vuole affrontare il problema solo dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza. C’è un problema di sicurezza nel quartiere, hanno chiuso quasi tutte le attività commerciali, al di fuori di queste iniziative non c’è nulla, ma pensiamo che si possa combattere l’insicurezza rendendo il Quarticciolo un posto vivo, dove i bambini possano stare in strada senza pericolo come oggi. Abbiamo paura che il piano del governo diventi solo una vetrina e uno spreco di soldi pubblici” . Poi conclude “Il quartiere deve cambiare ma vogliamo avere voce in capitolo, siamo stanchi di questo degrado e abbandono, il quartiere deve cambiare ma non con gli sfratti e le prove di forza. Siamo stati in Prefettura, abbiamo chiesto un tavolo con l’Ater e con la Regione che sono i proprietari di tutto il patrimonio immobiliare. Noi crediamo che ci debbano ascoltare.”
Il libro “Alfabeto per una scuola democratica”: parlano intellettuali e docenti
Nella serata di giovedì si è svolto anche l’incontro con Christian Raimo ed alcuni autori della raccolta di scritti da lui curato, per Laterza “Alfabeto per una scuola democratica”. La platea è composta dagli attivisti del quartiere ma anche da genitori e docenti. La presentazione è corale: ci sono anche Giulia Addazi, che insegna italiano e latino alle superiori, si occupa di formazione docenti e fa il monitoraggio didattico del progetto nazionale per il contrasto alle disuguaglianze educative, Simone Calabrò, insegnante, che insieme a Giulia fa parte del progetto del doposcuola di San Lorenzo, e Michele Colucci, saggista e ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di studi sul Mediterraneo. “Si tratta, per l’appunto, di un glossario scritto a più mani, sulle teorie e le pratiche del fare democrazia a scuola, partendo dalle esperienze di maestri, professoresse, pedagogiste, educatori che vivono, lavorano e studiano il mondo della scuola. L’obiettivo è disegnare la mappa di temi essenziali quali l’inclusione, la diversità, i sistemi di valutazione, le necessità educative dei bambini, partendo dall’età prescolare“ racconta il professor Raimo.
“Per noi è fondamentale voler ricostruire un significato di scuola democratica, partendo da un posto in cui la scuola non è per tutti” continua Silvia, una educatrice del doposcuola. “Noi ci confrontiamo giornalmente con uno dei quartieri che ha il livello di dispersione scolastica più elevata della città, lavoriamo tanto sul dialogo e sulla risposta ai bisogni che ha questa utenza, cosa che nella scuola non si fa. Il dialogo è essenziale per costruire una scuola democratica e una vera comunità educante. La scuola è fare rete.”
Il Quarticciolo si mobilita: la manifestazione del 1 marzo
La settimana di eventi si è conclusa con un grande corteo organizzato da Quarticciolo ribelle che, partito dall’ex Questura e passando per viale Palmiro Togliatti, ha ripercorso tutte le vie del quartiere. Un pomeriggio, quello di sabato primo Marzo, iniziato con le realtà del quartiere che in piazza hanno promosso una serie di attività; dall’allenamento della palestra di pugilato, al doposcuola che ha stampato bandane e cartelli per la manifestazione. Molti gli interventi degli abitanti, suggestive le coreografie con i fumogeni rossi ed gli striscioni che, durante il corteo, creavano l’illusione dei palazzi a fuoco, un fuoco che arde di voglia di farsi sentire da “un governo che approva un decreto che parla di noi mentre non ci ascolta.” dice Michele, di Quarticciolo ribelle, sul decreto Emergenze.
Un fuoco che nemmeno la forte pioggia che ha colpito Roma nel pomeriggio può fermare, e non lo ha fatto, bagnando le migliaia di persone che hanno scelto di partecipare comunque alla manifestazione, gridando, cantando, e suonando i tamburi, che hanno animato Quarticciolo.
Pietro Vicari, altra voce del movimento, commenta “Martedì scorso, le forze dell’ordine hanno compiuto un’operazione ad alto impatto nel quartiere, mischiando il tema dei controlli contro la droga, con l’emergenza abitativa. Questo corteo chiede che non vengano più mischiate cose così diverse; lo spaccio di eroina con chi non ha una casa.”
“Oggi essere stati in migliaia, per strade che generalmente sono deserte, ha un significato fortissimo.” Scrivono gli organizzatori, sul proprio account Instagram, a fine giornata. Poi concludono “La solidarietà è l’unico strumento a cui affidarsi.”
Nadia Luminati e Lorenzo Pugliese
(2 Marzo 2025)
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