Il Ministero dell’istruzione e del merito ha pubblicato i dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana relativi all’anno scolastico 2022/23. Il rapporto analizza la partecipazione dei bambini e dei giovani di origine migratoria nel sistema scolastico italiano e presenta indicatori interessanti per valutare le politiche di integrazione e inclusione scolastica.
L’anno scolastico 2022/2023 ha registrato un incremento del numero totale di studenti e bambini con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole nazionali: il numero ammonta a 914.860 con un incremento di ben 42.500 unità, il 4,9% in più rispetto all’anno precedente. È diminuito invece il totale degli studenti di quasi 103 mila unità, a causa del calo degli studenti italiani, oltre 145.000 unità in meno.
Paesi di provenienza e seconde generazioni
Sono circa 200 i Paesi da cui sono originari gli studenti con cittadinanza non italiana. I dati evidenziano che la maggior parte degli studenti, ovvero il 44,42%, sono di origine europea; seguono gli studenti di provenienza africana, il 27,25%, e di provenienza asiatica, il 20,27%. Gli studenti di origine rumena, albanese e marocchina rappresentano oltre il 40% degli alunni con cittadinanza non italiana. Gli studenti marocchini costituiscono, infatti, la comunità più consistente del continente africano, nonché la terza in valore assoluto in Italia. Al quarto posto è sempre posizionata la Cina che, tuttavia, da qualche anno sta registrando una costante diminuzione.
Per la prima volta, si è registrata una diminuzione della percentuale di presenze di seconda generazione, la cui crescita costante aveva caratterizzato gli anni precedenti. Nell’ultimo anno la crescita dei nati in Italia in valore assoluto è stata di 9.759 unità in totale, mentre la quota sul totale degli studenti di origine migratoria è arrivata al 65,4%, registrando oltre due punti percentuali in meno rispetto all’anno scolastico 2021/2022. Se consideriamo però il rapporto tra gli studenti di una data cittadinanza nati in Italia e il corrispondente totale con la stessa cittadinanza, spicca fra tutti la comunità cinese di cui gli studenti nati in Italia rappresentano ben l’89,5% del totale.
Distribuzione territoriale e decreto-legge 71/2024
A livello nazionale gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano l’11,2% del totale della popolazione scolastica, ma la distribuzione territoriale non è così omogenea. Si ha una maggiore concentrazione nelle regioni settentrionali: la Lombardia, infatti, rimane la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana, 231.819 unità, un quarto del totale presente in Italia, pari al 25,3%. In rapporto alla popolazione scolastica totale, l’Emilia-Romagna registra il valore più elevato di studenti con cittadinanza non italiana con il 18,4%. Il Lazio si colloca appena al di sotto della media nazionale con il 10,7%.
Aspetto centrale del processo d’inclusione scolastica degli alunni con cittadinanza non italiana è la loro distribuzione nelle scuole e, all’interno delle scuole, tra le classi. In base alle disposizioni ministeriali del 2010, il numero di alunni stranieri con ridotte conoscenze della lingua italiana non deve superare di norma il 30% degli iscritti in ciascuna classe e in ciascuna scuola. Questo limite può essere innalzato a fronte della presenza di alunni con cittadinanza non italiana già in possesso di adeguate competenze linguistiche, come nel caso degli studenti nati in Italia. Diversamente, il limite può essere ridotto se risulti, all’atto dell’iscrizione, una padronanza della lingua italiana non ancora adeguata e, comunque, a fronte di particolari e documentate complessità.
Sotto quest’ultimo aspetto, il decreto-legge 71/2024, approvato definitivamente dal Senato il 23 luglio 2024, ha predisposto nuove misure per l’integrazione scolastica degli alunni stranieri che entreranno in vigore a partire dall’anno scolastico 2025/2026. L’articolo 11, al comma 1, consente l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per le classi aventi un numero di studenti stranieri pari o superiore al 20% degli studenti della classe, qualora le loro competenze linguistiche di base nella lingua italiana non corrispondano almeno al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento. In base al comma 2, ai fini dell’accertamento obbligatorio delle competenze in ingresso nella lingua italiana, le istituzioni scolastiche possono stipulare accordi con i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti. Infine, il comma 3 stabilisce che le istituzioni scolastiche possono organizzare attività di potenziamento didattico in orario extracurricolare, finanziate dal Programma nazionale “PN Scuola e competenze 2021-2027”, in attuazione del regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo.
Queste disposizioni hanno l’obiettivo di garantire, attraverso un’adeguata conoscenza della lingua italiana, una reale uguaglianza tra tutti gli studenti e combattere la dispersione scolastica che rimane un problema stringente dal momento che alimenta le disuguaglianze e che colpisce soprattutto gli studenti stranieri.
Tasso di scolarizzazione e ritardo scolastico
La regolarità del percorso scolastico è un’altra dimensione importante di analisi attraverso cui valutare l’integrazione formativa e sociale degli studenti di origine migratoria. Il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana è simile a quello degli italiani. In particolare, nella fascia di età 6-13 anni, tende al 100%; nella fascia 14-16 anni, corrispondente ai primi tre anni di Secondaria di II grado, è in media al 92%; nella fascia 17-18 anni invece, ultimi due anni di Secondaria di II grado, il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana diminuisce fino al 74,8% rispetto all’81,6% degli studenti italiani. Più di un quarto degli studenti con cittadinanza non italiana non completa il percorso di istruzione secondaria e l’abbandono scolastico riguarda maggiormente i ragazzi rispetto alle ragazze.
La percentuale degli studenti di origine migratoria che frequenta la prima classe di scuola Secondaria di II grado con percorso di studio regolare si attesta al 68,1% contro il 24,7% che è in ritardo di un anno. All’età di 18 anni la percentuale di studenti regolari scende al 47,0% contro il 53,0% in ritardo. Il primo biennio di scuola Secondaria di II grado risulta pertanto cruciale nel causare un ritardo scolastico: infatti, la percentuale degli studenti in ritardo a 15 anni è aumentato di 16,7 punti percentuali passando dal 30,0% al 46,7%. Le distanze tra gli studenti italiani e quelli di origine migratoria rimangono notevoli. Nell’anno scolastico 2022/2023 gli studenti italiani in ritardo sono il 7,9% contro il 26,4% degli studenti con cittadinanza non italiana. Il massimo divario si riscontra nella scuola Secondaria di II grado dove le percentuali dei ritardi diventano rispettivamente 16,0 e 48,0.
Proposte da parte di Roma Capitale
Dai dati sopra esposti si evince un fatto: gli alunni stranieri sono soggetti a molteplici tendenze, a volte uguali ma spesso differenti da quelle cui sono soggetti gli alunni italiani. I maggiori nodi problematici rimangono due:
- la presenza nelle classi di una larga percentuale di alunni stranieri con ridotte conoscenze della lingua italiana a cui si vuole sopperire con l’introduzione di una nuova figura, ossia docenti di italiano dedicati, insieme anche a corsi extracurriculari di potenziamento della lingua italiana;
- il fenomeno della dispersione scolastica dove si evidenzia una notevole differenza tra alunni stranieri nati in Italia e nati all’estero: quest’ultimi si trovano in maggiore difficoltà rispetto ai nati in Italia. Quasi sempre gli alunni di seconda generazione parlano già perfettamente l’italiano e, di conseguenza, si adattano meglio al nostro sistema scolastico.
A tal riguardo, è stato presentato un Protocollo d’intesa tra Roma Capitale e l’Ufficio scolastico Regionale del Lazio finalizzato all’inclusione nelle scuole dei bambini e delle bambine con background migratorio. “Il compito di Roma Capitale è quello di favorire e continuare a lavorare al massimo per l’inclusione educativa e scolastica degli alunni stranieri” dichiara Carla Fermariello, Presidente della Commissione Scuola. “Il dibattito nazionale di questi giorni si concentra sullo ius scholae e la Commissione ha elaborato, insieme alla rete Scuolemigranti, un Protocollo d’Intesa proprio per favorire l’integrazione degli alunni migranti che si trovano in Italia, con particolare riferimento a quelli di nuovo arrivo, perché sono loro che hanno problemi di integrazione, con la burocrazia e con le iscrizioni”. Il diniego di iscrizione è, infatti, un annoso problema per gli alunni stranieri neoarrivati nelle scuole italiane per la cui risoluzione sono stati messi in campo strumenti come DISCOL al fine di segnalare e risolvere casi di respingimenti di alunni stranieri dalle scuole del Lazio.
In particolare, il Municipio II ha avviato un progetto chiamato “Italy School Bus” con cui intende promuovere la socializzazione e l’integrazione di bambini e ragazzi attraverso la conoscenza della lingua italiana, fondamentale per l’inserimento e la partecipazione alle attività scolastiche e alla vita sociale. “Voglio far comprendere, quanto questo strumento sia utile perché nasce dalle buone prassi territoriali, non è calato dall’alto, è uno strumento che nasce dal basso” afferma Carla Fermariello, “all’ultimo bando che abbiamo pubblicato hanno aderito 80 scuole in tutto, per assicurare corsi di italiano L2, aiuto nei compiti e anche sostegno rivolto alle famiglie straniere. Quindi riproporremo il bando anche per l’anno prossimo perché è un altro tassello importante accanto al Protocollo d’Intesa per favorire l’inclusione”.
Per rispondere a queste problematiche, anche alla luce dei dati emersi dal rapporto, Roma Capitale vuole offrire supporto agli alunni stranieri per garantire loro maggiori probabilità di successo scolastico e di partecipazione attiva. “Oggi nel dibattito nazionale riemergono proprio le criticità che questi ragazzi, questi bambini e queste famiglie trovano nell’iscrizione a scuola quando arrivano” prosegue Carla Fermariello e conclude: “Speriamo che per lo ius scholae si tengano presenti le buone prassi capitoline, che hanno una storia antica in materia di inclusione scolastica degli alunni”.
Testo di Alessandro Masseroni e foto di Alessandro Guarino
(22 settembre 2024)
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