Dall’indagine ai MSNA del Lab di Piuculture: quale futuro?

Il documento conclusivo dell’indagine sui minori stranieri non accompagnati (MSNA), avviata nell’ottobre del 2023  dal Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, è stato pubblicato nel marzo 2025 dalla Camera dei deputati.

Dimensione del fenomeno

Al 31 dicembre 2024 i Minori Stranieri Non Accompagnati presenti nelle strutture erano 18.625 e nei primi due mesi del 2025 sono sbarcati altri 462.
Per via del conflitto Russo-Ucraino dal 2022 c’è stato un forte incremento dei giovani ucraini:

– 25% nel 2022

– 17% nel 2023

I minori presenti nel sistema d’accoglienza a febbraio 2024, vengono principalmente da:

– Egitto (4.374)

– Ucraina (4.030)

– Tunisia (2.333)

– Gambia (1.989)

– Guinea (1.610)

– Costa d’Avorio (1.099)

Nello stesso mese gli ingressi sono riconducibili a:

– 61,15%  ritrovamenti sul territorio

– 32,02%  sbarchi

– 3,49%  valichi terrestri

– 2,73%  scali marittimi

– 0,61%  scali aerei

Disposizioni per il fenomeno

Negli ultimi 20 anni c’è stato un incremento dell’attenzione e la tutela per i MSNA rispetto ai migranti adulti.
Ad oggi la normativa di riferimento dell’unione europea comprende: Le direttive 2013/32/UE e 2013/33/UE del parlamento europeo e del consiglio del 26/06/2013.
Con l’approvazzione del “nuovo patto su migrazione asilo” queste normative verranno sostituite da un nuovo regolamento, con un unica procedura semplificata. In Italia ad oggi la normativa maggiormente tutelante è la legge 17/2017 conosciuta anche come Legge Zampa. Dal documento però emerge che: “la realtà non sempre risponde a quanto previsto dalla norma”, e che “è emersa una certa autonomia di gestione” che avrebbe un forte impatto sui minori. Per far fronte a questo problema è stato proposto il rafforzamento della rete di accoglienza del sistema SAI (Sistema Accoglienza Integrazione)  attraverso “l’attivazione di almeno uno o due centri di prima accoglienza in ciascuna Regione e il coinvolgimento, su base volontaria, di tutti i Comuni italiani nel sistema SAI” e la semplificazione delle procedure di accesso.

Rischi e difficoltà

Il documento rileva come i minori vivano una serie di esperienze traumatiche legate alla migrazione.
Essi sono estremamente vulnerabili per via dell’età, della lontananza da casa e della separazione dai genitori.
I MSNA di entrambi i sessi sono inoltre esposti a rischi e spesso subiscono forme estreme di violenza e sfruttamento: possono essere vittime di tratta e di abusi di tipo fisico, psicologico e sessuale, prima e dopo il loro arrivo sul territorio dell’Unione Europea.
Questo comporta un alta percentuale di problemi di salute mentale in questi ragazzi.

I Ragazzi del Laboratorio

I ragazzi: del percorso didattico “I MSNA raccontano le comunità” un laboratorio di giornalismo condotto da Piuculture e concluso lo scorso 10 maggio, rispecchiano quasi completamente  le statistiche del documento: due di loro sono egiziani, due del Gambia, uno proviene dalla Tunisia e un altro dalla Costa d’Avorio, ma c’è anche un ragazzo ucraino ed uno giovane palestinese.
Ognuno di loro ha una storia differente ed è arrivato nel nostro paese in un modo diverso: chi è giunto via mare, chi dalla rotta balcanica, chi in aereo.
Negli articoli che hanno scritto si legge molto di loro, della loro storia, delle loro terre, di ciò che amano ed odiano, e soprattutto delle preoccupazioni che non abbandoneranno facilmente.

Le preoccupazioni

Al di la dei problemi quotidiani la questione che assilla i MSNA vicini al passaggio alla maggiore età e cosa succederà una volta diventati maggiorenni?
Questi ragazzi terminati i 6 mesi previsti dalla legge 47/2017, a seguito del raggiungimento della maggiore età, dovranno trovare un modo per giustificare la loro presenza in Italia.
La cosa migliore sarebbe quella di trovare un lavoro ed ottenere il permesso di soggiorno, ma nel concreto sono molte le situazioni in cui un datore di lavoro richiede al potenziale dipendente straniero che possegga il permesso di soggiorno per poter lavorare.
Molti ragazzi a fare richiesta di protezione internazionale, ma non per tutti c’è questa possibilità.
Specialmente per il fatto che molti di loro vengono da paesi d’origine, come l’Egitto, la Costa d’Avorio, il Gambia o la Tunisia, inclusi nella lista dei così detti “paesi sicuri”. Purtoppo ipotesi plausibile per parte dei ragazzi è quella di essere rimpatriati, o peggio ancora di finire in situazioni di degrado, come i CPR.

Gli affetti

Ognuno di loro da qualche parte nel mondo ha degli affetti: Che siano genitori, fratelli, zii, cugini o semplicemente amici. Questi giovani passano parte del tempo libero chiamando qualcuno che sta in un altro continente, paese o città.
Qui invece, nelle loro strutture, oltre ai compagni di stanza non hanno nessuno, e colpisce molto vederli interagire nel quotidiano con gli educatori.
Ci si rende infatti conto di quali rapporti possano nascere in questi contesti e di quanto affetto questi ragazzi maturino per queste persone che ogni giorno si prendono cura di loro.

Lorenzo Pugliese
(22 maggio 2025)

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