I MSNA che frequentano il laboratorio di comunicazione e giornalismo sociale si raccontano.
Il viaggio
Ben che è arrivato in Italia da un anno e sei mesi racconta il suo viaggio: “Dalla Costa d’Avorio si parte attraversando il Mali oppure si passa per il Burkina Faso. Dal Mali arrivi in Algeria e poi entri in Tunisia” e “la durata del viaggio dipende da come viene fatto. Io ho scelto il primo percorso: ero in macchina con mio zio e un suo conoscente che ci ha portato dalla Costa d’Avorio fino in Tunisia, però molti fanno il secondo itinerario e passano per il Burkina Faso, arrivano in Niger, poi in Algeria e infine in Tunisia. Ho impiegato meno di tre mesi”. Muhammed, invece, ha impiegato più di un anno per arrivare in Italia attraverso il Gambia, il suo paese di origine, il Senegal, il Mali, l’Algeria e la Tunisia.
“In Tunisia mio zio mi ha lasciato con una signora ivoriana che mi ha portato in Italia,” prosegue Ben, “abbiamo fatto il viaggio insieme. Quando siamo arrivati a Lampedusa, lei è andata in Germania e io sono rimasto in Italia”. A Lampedusa è arrivato anche Aziz, ma in nave dalla Tunisia. Atta e Hany, che vengono dall’Egitto, hanno fatto un percorso diverso. Atta racconta: “sono arrivato dalla Libia”, mentre Hany spiega: “Io sono partito con mio cugino dall’Egitto e sono andato in Libano, poi in Turchia e sono arrivato in Italia con la barca, a Crotone. Ho preso il treno e sono sceso a Roma”. Zak, che è palestinese, è passato dall’Egitto in Turchia, poi in Grecia e infine è arrivato in Italia. Mentre Marian ha raggiunto l’Italia nel 2013 con il pullman dall’Ucraina.
Il paese d’origine
Ben, spiega che “Costa d’Avorio”, il nome del suo paese “è dovuto al fatto che in Costa d’Avorio ci sono tanti elefanti e l’avorio si ricava dalle loro zanne. Prima si chiamava Costa d’Oro” aggiunge Ben “perché c’erano le miniere d’oro e quando sono diminuite hanno cambiato nome al mio paese. L’oro si trova sottoterra, anche nei fiumi. C’è chi si compra i materiali per scavare e quando trova tanto oro lo va a vendere al governo. I cittadini hanno accesso alle miniere e questo non si può evitare perché toglierebbe il lavoro a molte persone. Alcuni lo fanno per sopravvivere, però è molto faticoso” racconta Ben. Poi rivolge a Zak alcune domande sul suo paese e chiede: “Quando è diventata indipendente la Palestina?”. Zak racconta che “dalla fine della Prima Guerra Mondiale la Gran Bretagna ha avuto il controllo della Palestina fino al 1948″ e conclude “ma adesso la Palestina sta combattendo per la sua sopravvivenza”.
Le cose che amo del mio paese
Marian racconta che la cosa che gli piace del suo paese, l’Ucraina, è che si tratta di un paese vasto con una cultura molto ricca e bella. In particolare, la musica, come quella della cantante Jamala che ha scritto una canzone intitolata “1944” in cui si inneggia alla libertà.
“Amo Gaza per i momenti belli con gli amici e con la mia famiglia” spiega Zak, “mi piaceva parlare con i miei nonni e mangiare in famiglia. Praticare sport con i miei amici mi divertiva, era un modo per dimenticare paure e preoccupazioni. Gaza resterà sempre la mia patria, il luogo dei miei ricordi, del mio amore e mi darà la forza di superare le difficoltà come fa il mio popolo e questo mi dà speranza. Ascolto spesso Mohammed Assaf e la sua canzone “sulla Kefiah”, che parla della cultura palestinese, e anche “Falasteen Biladi” di Humood che è un inno alla pace e alla fratellanza tra popoli”.
“Nel mio paese, il Gambia, io e la mia famiglia lavoravamo insieme nell’orto mentre ascoltavamo la musica di ST Gambian Dream,” racconta Muhammed, “amavo aiutare la mia mamma in campagna a raccogliere i pomodori, le arachidi e le cipolle. Ero contento quando mia madre preparava il burro di arachidi che mi piace molto. La cosa bella che ricordo di quando vivevo nel mio paese era quando stavo vicino alla mia mamma a chiacchierare insieme, a raccontarci le esperienze che avevamo vissuto”.
“Mi piace quasi tutto del mio paese,” racconta Saikou, “Il Gambia non è grande, è un piccolo paese. È bello, mi piace la musica, in particolare ascolto Jizzle, e anche le persone, il mangiare e altro ancora. Mi piace la possibilità di viaggiare, i trasporti. Quando sono a Roma per andare a Milano pago tanto. In Gambia invece il trasporto si paga poco”.
Aziz è un giovane tunisino in Italia da sei mesi. “Per seguire mio cugino sono venuto in Italia e ho lasciato la Tunisia, dove ho frequentato tutte le scuole fino al liceo. Mi mancava un anno per andare all’università. Nel tempo libero sento la musica e una canzone che mi ricorda il mio paese è “Je Remercie La Vie” di Samara”.
Atta, che è in Italia da due anni e ha da poco raggiunto la maggiore età, un momento che segna il cambiamento nella vita dei giovani minori stranieri non accompagnati, dice: “Mi manca l’Egitto, perché lì c’è tutta la mia famiglia e i miei amici” racconta “e mi mancano anche i piatti della cucina egiziana, soprattutto il mahshi e anche la musica. Mi piace ascoltare, in generale canzoni moderne, ad esempio Oum Calsum, una cantante egiziana e “Tu riesci”, una canzone di Mohmud il Asali”.
Le cose che non mi piacciono del mio paese
A Marian, che è ucraino, non piace la corruzione e il fatto che il governo controlli tutto. Inoltre “l’Ucraina ha una propria cultura, una propria lingua. In Ucraina ci sono molte persone che parlano solamente in russo, ma ci sono anche le persone che non vogliono parlarlo. In Ucraina, per esempio, ora c’è chi vorrebbe cancellare i nomi delle vie che rimandano alla Russia, come la via Puškin”. Anche Saikou dice: “Nel mio paese adesso c’è un Presidente che non mi piace. E poi molti giovani sono criminali: i bambini non vanno a scuola, i ragazzi non vanno al lavoro, vanno a rubare di notte. Se qualcuno ruba in Gambia, può accadere che tu chiami la polizia per farli intervenire, loro arrivano e si lasciano corrompere. Queste cose non mi piacciono. Io sono andato a scuola per dieci anni, studiavo inglese e alla fine di ogni anno c’era un esame per passare all’anno successivo”.
“La cosa che non mi piace del mio paese, dove ho vissuto fino a quando avevo 15 anni, è che trattano male i bambini.” racconta Muhammed che è nato in Gambia. “Quando uno non riusciva a leggere o a ripetere quello che insegnava il professore, allora prendevano il bastone e lo colpivano più volte. Andavo a scuola per studiare il Corano e anche l’inglese”.
“La mancanza di soldi e il fatto che non ci sia lavoro per tutti sono le cose negative del mio paese” riferisce Atta. “Io ero uno studente. Le giornate le passavo a studiare e non c’era tempo per fare sport”.
“Nel mio paese, la Palestina, e in particolare a Gaza, quello che non mi piace sono le guerre” racconta Zak, “perché ci privano della sicurezza e portano via le persone care”.
Le cose diverse fra la vita nel mio paese e la mia vita qui
“La mia venuta qui in Italia è stata una rinascita per me” racconta Ben “perché in Costa d’Avorio ci sono tante cose che non potevo fare e che in Italia invece ho avuto l’opportunità e la fortuna di fare. Ad esempio, andare a scuola. In Costa d’Avorio ho lasciato la scuola a dieci anni, ho fatto quattro anni di scuola.” E spiega: “Da quando sono arrivato qui in Italia ho seguito la mia passione: la formazione da meccanico. E poi c’è anche il mondo del calcio. Non sono ancora diventato un professionista, però in Italia vedo un futuro. Ho un bel futuro davanti a me rispetto a quello in Costa d’Avorio”. Anche Hany racconta le differenze tra il suo paese e l’Italia: “Avevo la possibilità di lavorare e qui in Italia no, perché sono minorenne. Nel mio paese mio padre aveva il motorino e potevo guidarlo mentre qui in Italia non posso perché non ho la patente. In Egitto poi non potevo fumare perché c’era mio padre che mi controllava e qui no.” Poi Hany prosegue: “È tutto diverso perché sono le culture a essere diverse”. Aggiunge Atta, anche lui originario dell’Egitto: “La cultura, le abitudini sono diverse, ad esempio, nell’abbigliamento: nel mio paese non indossano vestiti attillati né gli uomini né le donne”.
Mohamed Atta, Muhammed Jobarteh, Ben Keita, Saikou Legh,
Aziz Talbi, Hany Mikhail, Marian Pekha, Zakaria Soboh
(23 aprile 2025)
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