Il primo nucleo famigliare è composto da due donne, zia e nipote, e da quattro bambini. Sono venezuelani, avrebbero diritto come esiliati politici ad essere accolti nelle case del SAI, ma non c’è posto. Le due mamme non sanno dove andare, si accampano davanti alla Questura per tre giorni, il bambino più piccolo ha diciotto mesi e quaranta di febbre.
Il secondo nucleo famigliare è curdo, due coppie con tre figli. Anche per loro non c’è più posto. Dormono in strada.
Il terzo caso, la settimana scorsa: una donna nigeriana al settimo mese di gravidanza con tre bambini di nove, sette e cinque anni. Anche per loro, la strada.
Il SAI, o Sistema di Accoglienza e Integrazione, rete di enti locali sorta per supportare i rifugiati politici che godono di protezione internazionale con assistenza materiale, legale e coi servizi dedicati all’integrazione sociale e lavorativa, è saturo. Si sommano cavilli burocratici.
Una rete per l’accoglienza dei migranti
Quello che, in queste tre situazioni, non è stato in grado di fare il SAI, lo hanno fatto Welcome Net ed il Municipio II, con la rete di legali, medici, assistenti sociali e tutte le associazioni di volontariato attive sul territorio con cui collaborano.
Per accogliere le prime due madri venezuelane che coi loro bambini non hanno potuto godere di un alloggio all’interno della rete del SAI, il Municipio II ha emesso un’ordinanza urgente, grazie alla quale è stato possibile aprire la vecchia casa del custode della scuola Primaria Saffi, in via dei Sardi a San Lorenzo, perché potesse essere utilizzata come rifugio temporaneo per tutto l’inverno. Una soluzione d’emergenza che ha potuto offrire un ricovero immediato alle due famiglie, mentre la rete legale di Welcome Net presentava ricorso e avanzava richiesta di accoglienza nelle case del SAI.
In parallelo, si sono attivate varie associazioni attive nel quartiere San Lorenzo, coordinate da AUSER, associazione intergenerazionale di volontariato legato al sindacato dei pensionati della CGIL. Viene creata una chat: si deve rendere dignitosa una casa vuota e dismessa da tempo, serve tutto. Viene pulita, si portano letti gonfiabili, tavoli e sedie dal Centro Anziani San Lorenzo, si trova un frigorifero. Si raccolgono biancheria, vestiti e giocattoli grazie ad Armadio Senza Chiavi. Si organizzano turni per preparare pasti caldi a pranzo e a cena, perché non c’è la cucina. Il supermercato di zona, il fruttivendolo, donano generi alimentari e il Centro Sportivo Atletico San Lorenzo coinvolge i ragazzini nelle attività sportive. Ognuno con il proprio contributo, attivando la solidarietà e l’accoglienza dal basso, il quartiere di San Lorenzo sopperisce a ciò che l’iter burocratico non è stato in grado di fare.
Intanto, grazie alla presentazione del ricorso, in due settimane Welcome Net riesce ad ottenere il trasferimento delle due mamme in una casa del SAI a Sezze, in provincia di Latina. Viene organizzata una festa per salutarle.
La stessa cosa si ripete dopo solo una settimana, quando vengono intercettate ed accolte le due famiglie curde. In cinque giorni si riesce ad ottenere anche per loro una casa in Sicilia.
In questo momento, nella vecchia casa del custode della scuola, vivono la mamma nigeriana e i suoi tre bambini, per i quali il Municipio ha già avanzato domanda di ricorso.
CAS e SAI per l’accoglienza di migranti e richiedenti asilo
Il sistema di accoglienza italiano si articola in due livelli: i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) ed il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI).
I CAS sono strutture di prima accoglienza, di grandi dimensioni e spesso sovraffollati, dove rifugiati e richiedenti asilo vengono accolti con servizi di base limitati a vitto, alloggio e assistenza sanitaria minima.
Il sistema SAI è la rete italiana di seconda accoglienza ed è destinato ai migranti che hanno già ottenuto una forma di protezione internazionale. Attivo su tutto il territorio e gestito dagli enti locali in collaborazione con il terzo settore, il SAI non dovrebbe offrire solo vitto e alloggio, ma anche percorsi di formazione e di inclusione scolastica, lavorativa e sociale.
SAI: gli ultimi dati
L’ultimo Rapporto SAI, Sistema Accoglienza e Integrazione, aggiornato al 31 dicembre 2024, Edizione XXIII, riporta i seguenti dati:
- Beneficiari: Nel 2024, il SAI ha ospitato circa 55.000 beneficiari
- Posti Disponibili: La capacità totale di accoglienza attiva è di circa 38.696 posti
- Copertura Territoriale: La rete SAI coinvolge oltre 1.968 Comuni italiani (più del 25% del totale), quasi tutti Comuni con più di 100.000 abitanti ed una quota di piccoli Comuni.
- Progetti Attivati: Sono stati attivati circa 872 progetti SAI (il 99,2% di quelli finanziati), segnando un aumento del +9,9% rispetto al biennio precedente.
SAI: difficoltà di accesso
Nonostante la crescita dei progetti e della copertura territoriale, il SAI non riesce a far fronte al fabbisogno totale di accoglienza in Italia e non solo perché il numero di posti disponibili è nettamente inferiore rispetto ai beneficiari dei CAS:
- Basandosi su modelli di accoglienza diffusa in piccoli appartamenti o strutture gestite dai Comuni, l’implementazione dei SAI presenta tempi più lunghi e maggiori difficoltà rispetto ai grandi centri di prima accoglienza.
- Poiché’ i percorsi di inserimento dei beneficiari hanno una durata medio lunga e gli alloggi vengono mantenuti fino al raggiungimento di un’autonomia sostenibile, il turnover è spesso molto lento.
- Il Decreto Cutro, convertito in legge nel 2023, ha significativamente ristretto la platea dei beneficiari SAI, riservando l’accesso principalmente a quanti hanno già ricevuto lo status di rifugiato politico e alle persone in condizioni di estrema vulnerabilità, come minori stranieri non accompagnati (MSNA), vittime di tratta, persone con grave disagio mentale.
- Finché i beneficiari non ottengono lo status di rifugiati politici occupano i posti nei CAS per periodi molto lunghi. A questi si sommano i tempi burocratici necessari all’esame delle domande di protezione internazionale, che bloccano i richiedenti asilo per mesi o anni all’interno dei CAS, creando un effetto a “collo di bottiglia” che limita e rallenta l’accesso al SAI e quindi ad un’accoglienza che garantisca una reale integrazione scolastica, sociale e lavorativa ai beneficiari.
L’integrazione ha bisogno di tanti aspetti, non tutti e non solo materiali. Bisogna restituire dignità alle persone, non si possono trattare come numeri, racconta uno dei volontari di San Lorenzo: “Abbiamo creato una vera rete di protezione attorno a questi genitori e ai loro bambini. Sono persone impaurite, con esperienze dolorose alle spalle. Ognuno, nel quartiere, ha contribuito con le proprie capacità, ed è stato tutto molto naturale”.
Natascia Kelly Accatino
(24 novembre 2025)
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