Una festa di Natale per sentirsi a casa

Le festività natalizie si avvicinano e per la collettività cristiana  è un periodo che si trascorre con i propri cari. Per chi è lontano da casa, le varie comunità organizzano giornate da passare insieme alla famiglia e agli amici assistendo a concerti folcloristici di Natale con tradizioni tipiche di questo periodo dell’anno.La comunità rumena con  il padre Serafim e l’associazione del centro culturale e sociale Bizantino ha preparato, il 13 dicembre, uno spettacolo di colinde, canti natalizi rumeni. “Abbiamo organizzato questo concerto per ricordare alla comunità le nostre usanze e portare in mezzo a noi lo spirito allegro del Natale in modo da far sentire tutti, per poche ore, a casa.” dichiara il padre Serafim.Hanno partecipato al programma: Steluta Floristean e il gruppo Serafico con canti di Natale e poesie, bambini hanno recitato e cantato per babbo Natale. Inoltre il gruppo folcloristico Artaras ha presentato un programma di riti e tradizioni natalizie: la danza delle capre, del cavalluccio, del orso e delle maschere.Le colinde sono canti natalizi che vengono cantati nella notte della vigilia quando si va casa per casa a portare lo spirito del Natale ai vicini e conoscenti. Si racconta che nella stessa sera, i giovani visitano le case del loro paesino accompagnati da un ragazzo vestito da cavalluccio o da orso, questo gesto significa che chi vive in quella casa si è comportato bene ed ha assolto i suoi compiti nella società.Le capre e il caprone portano prosperità alla famiglia. Sono maschere fatte di legno, indossate sulla testa e ballate con coreografie che variano da zona a zona. Lo scopo era imitare gli animali tipici della fattoria che, si augura, porteranno nell’anno nuovo più fortuna. Così come il cavallo, si dice che porti rigoglio e forza a chi deve affrontare un nuovo anno di lavoro nei campi.Le maschere simboleggiano tutto quello che è vecchio e che con l’anno nuovo si può ricominciare da capo con nuovi buoni propositi.Sono tradizioni tramandate dai nonni e tutt’ora rispettate da chi vive nei centri meno urbanizzati. Ricordano a chi, da bambini, è andato di casa in casa nella neve alta, a portare gioia e lo spirito del Natale.La festa si è conclusa con un pranzo offerto dalla chiesa che ha ospitato il concerto. “Le feste sono un occasione per unire la comunità e per aiutare i meno fortunati di noi con piccoli gesti e con tanta fede” ha dichiarato il padre Serafim.

Violeta Ciobanu

(15 dicembre 2015)

 

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