Sissy Guerrero Sanchez l’abbiamo conosciuta quattro anni fa. Il suo è un esempio talmente virtuoso di impresa al femminile che da quando ha aperto la Cooperativa Il Progresso in tanti le hanno chiesto di raccontare la sua storia, a partire da Piuculture. Del resto, arrivare in Italia dal Perù con due bambini al seguito ed aprire, in un paese complesso come il nostro, un’attività che si occupa di servizi alla persona è segno di grande coraggio ed intraprendenza.
Eppure, nonostante le difficoltà, Sissy ce l’ha fatta. E in barba a chi crede che la crisi degli ultimi anni abbia livellato verso il basso sia le buone che le cattive idee, la sua Cooperativa resiste, pur con qualche scossone. “L’ultimo anno non è stato sicuramente il migliore, anche noi abbiamo sofferto la crisi”, racconta. “Ma siamo riusciti a stringere degli accordi con il Comune di Roma, a partire dalla creazione di un servizio multifunzionale per colf e badanti e un progetto di collaborazione con la rivista della badante”. Il tutto si aggiunge ai servizi che la Cooperativa offriva anche prima, a partire da i corsi di primo soccorso a quelli rivolti principalmente agli anziani, come quello di alfabetizzazione informatica e il progetto “Salotti e Pennelli”, laboratorio di pittura per la terza età.
Proprio gli anziani sono i principali utenti dei servizi della cooperativa: “molti di loro vengono da noi quando sono ancora in grado di gestirsi, rendendosi conto che non sono più autonomi come una volta. Più spesso sono i loro figli a chiedere il nostro aiuto, con la crisi di questi anni le richieste si sono ridotte di molto: le pensioni minime e gli stipendi bassi non aiutano”, dice Sissy.
Un ridimensionamento delle richieste che però non spaventa la cooperativa: le socie – ancora nove, tra nuovi arrivi e partenze – hanno gestito l’attività in modo egregio, al punto che Unicredit nel dicembre 2013 ha attribuito a Il Progresso la menzione speciale “Nuovi cittadini” all’interno del premio Ok Italia destinato alle nuove imprese. Perché, cooperativa o no, è di impresa che stiamo parlando. E Sissy si comporta da perfetta imprenditrice, anche nella scelta dei suoi collaboratori: “Molti aspiranti collaboratori ci inviano il CV tramite il sito internet: gli operatori dei centri estivi spesso li selezioniamo da lì. Ma i collaboratori domestici li scegliamo tra quelli che si presentano direttamente al nostro sportello per lasciarci il CV, raccontarci le loro esperienze passate e darci le referenze”.
A proposito di centri estivi, anche quest’anno la cooperativa si sta adoperando per aiutare i genitori dei bambini che continuano a lavorare anche quando le scuole chiudono: “inizieremo il 9 giugno, organizzeremo attività a Villa Ada, Villa Paganini e Villa Leopardi, dalle 8:30 alle 16:30”. Praticamente un vero e proprio orario scolastico, con l’aggiunta della piscina extra due volte a settimana. Il costo è di 85 euro a settimana, e i bambini ammessi vanno dai tre anni e mezzo ai dodici anni. Non c’è un numero limite al gruppo di bambini, perché “avere più bambini significa semplicemente assumere più operatori”, mediamente uno ogni 6-7 bambini.
A proposito di bambini, Sissy ne ha due, e il cruccio con cui l’avevamo lasciata nel 2010 era quello di non essere ancora riuscita a prendere la cittadinanza dopo oltre 17 anni in Italia: “ci terrei a diventare italiana prima che i miei due ragazzi raggiungano i 18 anni “, ci raccontava. Eppure oggi, che gli anni trascorsi a vivere e lavorare nella Penisola sono oltre venti, la sua pratica è bloccata negli uffici per questioni di reddito: “avendo due bambini il mio reddito dovrebbe essere più alto: se fossi single non avrei problemi”, dice.
A testimonianza che l’impegno, la serietà e la professionalità delle singole persone spesso non sono sufficienti a risolvere alcuni problemi strutturali di un intero paese.
Veronica Adriani
(24 aprile 2014)
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