Figli dell’ immigrazione … E di una legge che fabbrica stranieri

Quando e quanto ti senti italiano? Le risposte dei figli dell'immigrazione nel video girato dalla Rete G2 - clicca sull'immagine per vedere il video
Quando e quanto ti senti italiano? Le risposte dei figli dell’immigrazione nel video girato dalla Rete G2 – clicca sull’immagine per vedere il video

Le stime parlano chiaro: i nati in Italia da genitori stranieri sono 80.000, 1 bambino su 7 è figlio dell’immigrazione. Queste cifre, esposte da Antonio Ricci del Centro studi e ricerche IDOS nel corso del convegno organizzato da Ankica Kosic sabato 31 maggio alla facoltà di psicologia dell’università La Sapienza di Roma, ci dicono che le seconde generazioni sono il futuro di questo paese.

Il mondo della ricerca l’ha capito bene e da anni si interroga sulle molteplici sfumature e implicazioni del crescere a cavallo tra più culture. Lo studio realizzato da Claudia Manzi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha evidenziato l’impatto che hanno le relazioni con i nonni nella costruzione dell’identità per gli adolescenti di seconda generazione. Quello condotto da Alessandro Martelli dell’Università di Bologna ha dimostrato che non ci sono grandi differenze tra i ragazzi nati in Italia e all’estero: molte dinamiche sono ascrivibili alla dimensione giovanile piuttosto che a quella migratoria.

Tra le ricerche presentate durante il convegno non mancano i casi limite, come quello di Hotel House a Porto Recanati, indagato da Alessandra Fermani e Giorgio Cingolani dell’Università degli Studi di Macerata. 17 piani di cemento immersi nel nulla dove vivono 2.000 persone di circa 40 nazionalità. Da punta di eccellenza del turismo residenziale marchigiano il complesso – oggetto nel 2005 di un documentario girato da Cingolani – è diventato un ghetto dove i ragazzi crescono a contatto con tutte le culture tranne quella del paese di accoglienza.
I loro vissuti emergono nel film prodotto attraverso la ricerca-azione: il degrado e l’esclusione, i carabinieri che ogni notte arrivano con i cani a cercare la droga, le differenze di genere pesanti, i livelli di depressione più alti della media… Eppure per i giovani che ci vivono questo non-luogo conserva una sua ricchezza.

“Abbiamo una legge che fabbrica nuovi stranieri”. A sottolineare l’agghiacciante anacronismo delle norme sulla cittadinanza è Ezequiel Iurcovich della Rete G2: “La legge attuale risale al 1992 ed era vecchia già allora, perché guardava ad un mondo che non esisteva più: quello degli italiani emigrati in America di cui si voleva favorire il riacquisto dei diritti”. Sono passati vent’anni, intere generazioni sono cresciute nelle scuole dello stivale e ancora oggi al diciottesimo compleanno gli chiediamo di dimostrarci la loro italianità: “Nel 2012 abbiamo presentato in parlamento le firme raccolte attraverso la campagna L’Italia sono anch’io. Accanto alle nostre proposte ce ne sono altre venti in Commissione affari costituzionali, in attesa di avere una legge sulla cittadinanza che consenta ai figli di migranti nati o cresciuti in Italia di essere italiani”.

Sandra Fratticci
(4 giugno 2014)

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