Aperitivo al Caffè letterario: per un domani senza discriminazione

foto 1L’iniziativa del 22 ottobre “Il domani è anche mio: seconde generazioni e giovani politici a confronto. Cittadinanza, discriminazioni e prospettive future” organizzato dall’Associazione QuestaèRoma – contro le discriminazioni al Caffè Letterario di Ostiense ha lo scopo di dare spunti così da poter discutere in maniera informale ed accorata delle tematiche afferenti in vario modo alla legge 91/92 sulla cittadinanza.

A confrontarsi ci sono referenti politici di diversi partiti ed associazioni: Khalid Chaouki (PD), Maria Pia Pizzolante (TILT, SEL), Piero de Luca (Ncd), Mohamed Tailmoun (Rete G2), a moderare la presidente di QuestaèRoma, Samia Oursana.

Mohamed entra subito nel merito sottolineando come, sulla cittadinanza, si stia discutendo una necessaria riforma che superi la legge preesistente ed affianchi allo ius sanguis, lo ius soli. “Siamo figli delle prime generazioni di migranti e chiediamo il riconoscimento dei nostri diritti come i nostri coetanei italiani. Anche perché non abbiamo in effetti un posto dove andare, non abbiamo scelto di nascere in Italia, ma siamo italiani ed è un fatto.” Diverso è il contributo di Piero de Luca che sottolinea “credo che l’unica differenza da fare sia tra chi rispetta la legge e chi non lo fa. Chi accetta le regole, che ritengo siano un concetto fondamentale nel nostro Stato, è il benvenuto. Anche per queste ragioni sono a favore della cittadinanza da concedersi alla fine del completamento di un percorso di studi” ovvero pro ius soli temperato di Renzi “penso che solo in questo modo si diventi parte integrante del sistema Italia”. Prosegue nel medesimo modo Chouki “bisogna ragionare su una cittadinanza civica, sul senso di appartenenza stando ben attenti al rischio di demagogia che mira invece ad usare lo straniero e le tematiche ad esso correlate”.

foto 2La pausa musicale di Kenta di BIG – building interracial generation – pone l’accento sul problema della discriminazione, quella senza volere, quella del “non sono razzista però” che spesso si sente risuonare, assordante, in tante situazioni quotidiane. Sono le circostanze tipo raccontate nel video Storie di ordinaria discriminazione (non) ridiamoci su realizzato da QuestaèRoma. E mentre sullo schermo di proiettano le immagini dell’impiegato postale che raccomanda alla cliente africana di rivolgersi allo sportello amico per il permesso di soggiorno, senza aver ascoltato la richiesta, che magari è una bolletta, o del venditore porta a porta che vedendosi aprire da una donna nera le chiede di poter parlare con la padrona di casa, ridendo, si ragiona, si riflette e ci s’interroga.

Le domande riguardano soprattutto quale sia l’effettiva percezione della discriminazione, da intendersi in senso ampio. Aggiunge infatti Maria Pia Pizzolante di TILT, il cui accento svela un’origine del Sud, che si tratta di un problema “effettivamente trasversale, l’ho sentito anche io nei miei confronti, da parte dei romani, come cittadina semplicemente non di Roma. Posso solo immaginare cosa voglia dire subire lo stesso trattamento da parte degli italiani, tutti”.

I punti che vengono toccati dai relatori e Samia stessa, sono di fatto simili: l’approccio dello Stato nei confronti della popolazione straniera e l’assenza di un welfare strutturato che possa creare coesione e non divisione.

La necessità è di andare oltre etichette o discriminazioni, per ritrovarsi tutti dalla stessa parte. E la performance artistica di Carlos, che in un lato della sala invita tutti scegliere un colore ed usarlo su una tela nera vuole essere la ricerca di un colore nuovo, che torna anche nella canzone di Kenta. E forse sarà la tonalità che si troverà nel centro multiculturale per il quale Gabriella Sanna di Biblioteche di Roma sta raccogliendo firme da presentare al Sindaco di Roma. “Vorremmo fosse un posto centrale, accogliente e naturalmente bellissimo” dove iniziare un percorso tutto nuovo.

Piera Francesca Mastantuono

(23 ottobre 2014)

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