Mundialido: al via il torneo di calcio di squadre migranti.

Mundialido 2013
Mundialido 2013

Non sono ancora partiti i giochi che Eugenio Marchina va subito all’attacco. Metafora calcistica che ci sta tutta per raccontare la grinta di chi dà sempre è una delle anime del Mundialido. “Evento unico , spettacolare ci dicono tutti – afferma Marchina – ma che dovrebbe godere di ben altre attenzioni da parte delle istituzioni. Invece è sempre meno sostenuto”. Ad una settimana dal calcio di inizio di un torneo arrivato alla 17a edizione, che ogni anno vede sfidarsi a Roma squadre di migranti a suon di gol, Eugenio Marchina ci racconta le novità, come sia cambiato lo spirito dei partecipanti nel corso degli anni e del Pelè bianco che sarà il testimonial della manifestazione, non negando però la sua amarezza.

Anche quest’anno saranno oltre 1000 tra atleti e dirigenti a partecipare. Ventotto le squadre. Le note positive sono i debutti della squadra boliviana e di quella multietnica, messa insieme dall’associazione Asinitas. Ci sarà anche la nazionale italiana e l’Atletico Diritti, realtà che nasce dal lavoro dell’associazione antigone e che vede la partecipazione di detenuti, ex detenuti e migranti. Importanti anche i ritorni delle squadre dell’Afghanistan e della Somalia. “Con tutto il rispetto per Argentina e Germania – fa due nomi a caso tra quelle nazioni che non saranno del torneo- siamo molto contenti di questi debutti e ritorni. Il Mundialido smentisce tutti i canoni a cui sportivamente siamo abituati. Solo un esempio, la nazionale di Capoverde ha vinto quattro volte il trofeo”.

Calendario partire“Nelle prime edizioni le squadre venivano soprattutto per affermare la propria identità, all’interno di un tessuto cittadino complesso come quello della capitale” ricorda Marchina. “Più cultura, più musica tradizionale, artigianato e folclore intorno all’evento. Quindi il tutto non si esauriva in una competizione sportiva. Oggi riscontro meno partecipazione di quel tipo, salvo che per i sudamericani. Loro sentono forte il bisogno di dare spazio alle tradizioni e origini”. Per questo Marchina è contento anche del ritorno del Brasile, che porta a sette le squadre sudamericane presenti al torneo.

A fare da testimonial al Mundialido Angelo Benedicto Sormani, per tutti il Pelè Bianco. Nato in Brasile, dove ha giocato insieme a Pelè, è arrivato in Italia nei primi anni ’60 dove ha militato nel Mantova, poi Roma, Sampdoria, Milan e molte altre squadre. Scudetti, coppe – anche la Coppa di Campioni – e la maglia della nazionale nella spedizione al Mondiale del 1962. Sormani ha giocato in Italia e ha messo radici qui, costruendosi una famiglia. “Per noi, lui è un vero testimonial, la sua storia ce lo insegna.”

Numerosi i patrocini alla manifestazione – Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Roma Capitale e molti altri – ma secondo Marchina “nonostante ci sia un mondo che a Roma si occupi di immigrazione, ci siano tantissime realtà, pochi si occupano di noi. Ma questo ci dà forza. Senza sponsor né contributi tutto è realizzato da Club italia eventi”. Importante la collaborazione con ambasciate, consolati, istituti scolastici. Strascichi polemici a parte, il 29 maggio ci sarà il primo calcio al pallone, presso l’impianto sportivo Cotral, in via della Vasca Navale 100, che porterà tutti, di settimana in settimana, di gol in gol, verso la finale del 4 luglio. E come da 18 anni ad oggi saranno ancora notti magiche per l’incontro tra mondi e tra culture. Notti mundialide.

 

 

Fabio Bellumore
(20 maggio 2015)

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