“C’è la crisi, ma noi ci rimbocchiamo le maniche, e tu sei pronto?” con queste parole Federico Bertolotti ci spiega il perché della scelta del nome Are you ready. Un messaggio forte, di ripresa e caparbietà, il messaggio di una generazione che non si vuole arrendere alle sfide e alle problematiche del nostro tempo. Federico Bertolotti e Gianluca Pompilio quasi 3 anni fa, hanno fondato un brand di abbigliamento tutto loro: Are You Ready.
“Are you ready for Africa?, Siete pronti per l’Africa?”, di certo i due giovani imprenditori di Roma lo sono.“L’evento nasce dalla volontà di muoverci anche sul sociale” continua Federico “e siamo ormai alla terza edizione” così spiegano come è nata l’idea di organizzare una giornata di conferenze, interventi e testimonianze con il tema dell’Africa.Domenica 18 ottobre, presso piazza della Trasfigurazione, il team di Are You Ready ha realizzato una giornata di dibattito, e molto altro, intitolata “diritti senza frontiere” trattando le questioni di immigrazione, accoglienza e multi etnicità. Proprio il diritto ad una vita migliore spinge i migranti ad affrontare viaggi della speranza che somigliano molto ad un inferno.Federico e Gianluca hanno lavorato in collaborazione con la parrocchia della Trasfigurazione NSGC, la loro parrocchia di origine, per dare il maggior numero possibile di informazioni su un tema di grande attualità.
La giornata, dopo il saluto della presidente del XII Municipio di Roma Cristina Maltese, è iniziata con dei giochi per bambini, per poi proseguire con delle testimonianze dirette di operatrici del centro SPRAR di Monteverde che hanno spiegato quali sono i punti di forza, ma anche di debolezza, del sistema di accoglienza dei migranti in Italia. L’afflusso di migranti è notevole, e le strutture spesso sono in difficoltà a gestire i grandi numeri, ma l’immigrazione non è stata raccontata solo da chi la osserva. Due ragazze africane ospiti nel centro SPRAR di Monteverde hanno parlato della loro esperienza nel centro, “siamo arrivati in Italia in condizioni pessime, spaventose” ma fin dalla prima accoglienza hanno ottenuto tutti gli aiuti necessari fino al momento in cui non sono state indirizzate in un centro SPRAR. Questi centri di seconda accoglienza per molti migranti oggi sono considerati un vero e proprio lusso, perché sono dei luoghi di integrazione sociale dove si viene preparati ad entrare nel nuovo tessuto sociale ospitante, ma i flussi sono continui e le strutture scarseggiano.
Infine padre Kizito Sesana è intervenuto raccontando del suo impegno in prima linea nei paesi affetti da povertà cronica e delle sue opere missionarie in Zambia, che hanno portato alla nascita di un’associazione:”Koinonia”. Nonostante si tratti di un missionario, padre Kizito sa che accanto all’educazione alla pace e alla giustizia, si devono sviluppare sistemi di microcredito in grado di valorizzare le piccole aree rurali.
Dopo momenti di riflessione sui numeri dell’immigrazione, dei diritti che i migranti hanno di cercare un’alternativa alla guerra e alla morte alle quali sono spesso condannati, la giornata si è conclusa con musiche di bonghi senegalesi e cibo etnico, ricordando il bello dell’immigrazione e lo spirito dell’accoglienza.
Jalila Dobere
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