Cinquanta volontarie, dieci scuole, centoventi ragazzi seguiti. Queste, in pillole, le cifre dell’intervento di Piuculture nel Municipio II. Un dato in crescita, che raccoglie – in termini statistici – un maggior numero di scuole elementari e di licei rispetto allo scorso anno: sei plessi per un totale di sessanta bambini nelle sole elementari, e una new entry fra le scuole superiori, accanto al Liceo Montessori: il Carducci. Non manca, in ultimo, il fiore all’occhiello del 2015: il corso per adulti che ogni giovedì vede venti genitori impegnati sui banchi della scuola Mazzini.
Che Piuculture non sia nuova al mondo del volontariato nella scuola è ormai cosa nota, da anni. Ma che le scuole abbiano finalmente istituzionalizzato il rapporto con l’Associazione stipulando convenzioni, questo forse ancora non lo è. “Piuculture ha dimostrato di saper leggere la domanda del territorio” spiega la Presidente Amalia Ghisani ” e di saper coprire in modo efficace le necessità delle scuole, spesso a corto di personale e con un numero sempre maggiore di ragazzi migranti da inserire nelle attività scolastiche”.
Insomma: la scuola chiama, Piuculture risponde. E quando aumenta la domanda, aumentano i volontari, al punto che quest’anno “abbiamo venticinque volontarie tirocinanti per la Ditals”, racconta la Presidente. Uno scambio interessato? Niente affatto: “abbiamo registrato un’adesione diversa rispetto al passato: molte volontarie, oltre che nella scuola, prestano servizio anche nei centri di ascolto o nelle mense della Caritas. Hanno un atteggiamento maggiormente orientato al dono”.
Volontarie più generose, ma anche più preparate. Laureate e specializzate nella didattica dell’Italiano L2, le tirocinanti continuano la loro formazione anche all’interno dell’Associazione, con “strumentazioni adeguate, un programma di riferimento per le lezioni e la possibilità di usufruire dei corsi di aggiornamento promossi durante l’anno dalla Rete Scuolemigranti”. Una scelta consapevole e responsabile, perché la professionalità passa soprattutto dalla preparazione: “non ci si può improvvisare insegnanti quando si prendono in carico dei ragazzi“, spiega Ghisani. E, cosa più importante, “l’Associazione deve essere un supporto per i volontari impegnati nelle scuole: non può lasciarli soli nel rapporto con i ragazzi”.
Ed è così che la fiducia del personale scolastico, un tempo diffidente nei confronti delle associazioni che si proponevano come supporto esterno, inizia a crescere. Spesso sono gli insegnanti a chiamare, per percorrere insieme a Piuculture tutto l’iter formale che porta al riconoscimento dell’attività di supporto linguistico nel programma scolastico annuale. Eppure, nonostante il rapporto vada consolidandosi, talvolta non manca un certo stupore: “spesso i presidi ci chiedono perché scegliamo di fare qualcosa gratis. E quando noi spieghiamo che semplicemente ci sembra giusto farlo, molti di loro restano increduli”.
E mentre il MIUR torna ancora una volta sulle linee guida per educare i ragazzi alle differenze nell’ambito della Buona Scuola, le Associazioni impegnate attendono un riconoscimento formale del loro operato. “Per il momento non c’è ancora nulla” spiega Ghisani, ma le Associazioni restano alla finestra. Talvolta aprendo uno spiraglio, come ha fatto Piuculture con la stesura delle istruzioni per le famiglie in cinese e in filippino, tradotte dai Piani dell’Offerta Formativa dei principali plessi scolastici del II Municipio.
E chissà che, di intervento in intervento e di progetto in progetto, quella finestra non si trasformi in una porta principale per il volontariato nella scuola pubblica.
Veronica Adriani
(17 dicembre 2015)
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