Centro Astalli: la sfida per accoglienza ed integrazione

AstalliIl 19 aprile, al teatro Argentina è stato presentato il rapporto annuale 2015  del Centro Astalli. È stato il presidente del Senato Pietro Grasso a chiarire subito come tale documento sia uno strumento importante per capire le sfide che l’Italia riesce a portare avanti in merito all’accoglienza e all’integrazione.

Grasso ha sottolineato  anche che “sono necessarie, da parte dell’Unione Europea delle misure per garantire una migrazione legale per contrastare la lotta alla tratta di esseri umani. Anche investire in corridoi umanitari può essere una soluzione adeguata al fenomeno migratorio. Grasso ha sottolineato che i bambini sono a rischio di violenza e sfruttamento se non sono protetti. Per dare una risposta concreta alle migrazioni l’Italia dovrebbe poter contare su un coinvolgimento dei centri territoriali di piccole e medie dimensioni e su un aiuto concreto da parte dell’Europa.”

A testimoniare sull’impegno del Centro Astalli è Celine, fuggita del Congo per raggiungere l’Italia quando era ancora incinta. A Roma ha trovato subito accoglienza al Centro anche se, ha affermato con amarezza, “purtroppo il mar Mediterraneo e le sue isole non sono più le porte dell’Europa: sono la sua vergogna più grande perché respingono invece che accogliere.”

Marino Sinibaldi, presidente del Teatro di Roma, ha proseguito il discorso sull’accoglienza e ha ricordato  “i 35 anni di attività del Centro sono un elemento importante per  comprendere come i migranti siano persone e non solo numeri o problemi da risolvere”.

Nella conferenza si è entrati anche nel merito dell’attualità, è padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, a ricordare con mestizia le vittime del naufragio al largo dell’Egitto del 18 aprile scorso. “Il nostro rapporto vuole essere un mezzo per informare ed un invito a guardare i rifugiati in modo diverso.  I numeri del  2015, ci fanno capire l’entità delle migrazione e i piani d’intervento: 21.000 rifugiati e richiedenti asilo hanno avuto accesso ai servizi, 36.000 persone si sono rivolte ai centri sparsi su tutto il territorio nazionale, 10 progetti avviati e conclusi. Ripamonti ha condannato la chiusura dell’Europa e le barriere innalzate. Anche la lentezza della burocrazia non ha aiutato i rifugiati ad integrarsi: allo scadere del permesso di soggiorno spesso non riescono ad ottenere la carta d’identità e la tessera sanitaria, il che porta con sé ulteriori problemi burocratici e di riconoscimento.

A concludere la mattinata è stato Romano Prodi, economista e politico, “ l’Africa è il continente con la maggior crescita demografica, entro metà del secolo passerà da uno a due miliardi di abitanti. Per aiutare veramente questo continente bisognerebbe perciò creare maggiori infrastrutture. Se l’Europa non si impegnerà in questa direzione rischieremo di continuare ad assistere ad un esodo perché  i migranti tendono a ripopolare i paesi Europei con crescita demografica pari a zero. ”

Da questo incontro è emersa l’urgenza di agire per aiutare i migranti e per contrastare quella che Papa Francesco ha definito “la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale.”

Marzia Castiglione Humani

(23/04/2016)

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