Cricket: lo sport come strumento d’integrazione

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Un campo da calcio trasformato in uno da cricket è stato scenario nella prima Giornata Nazionale di Cricket per rifugiati e profughi. L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana Cricket – FCRI in collaborazione con lo SPRAR – Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, a Roma e svoltosi il 3 aprile nel centro sportivo Dabliu all’Eur, favorisce l’integrazione tramite uno sport che è ancora sconosciuto da molti in Italia ma molto presente in paesi come Pakistan e Bangladesh.

Una giornata d’integrazione e divertimento, così la vede Qaisar, un pakistano di 35 anni, appassionato e praticante cricket sin da piccolo. Lui che due anni e mezzo fa ha lasciato indietro moglie e due figli piccoli per cercare lavoro in Italia, crede che la Giornata Nazionale di Cricket non solo come una maniera d’integrarsi ma un’opportunità di giocare lo sport della sua infanzia solo in italiano.

Dal Pakistan a Roma

Lasciare il suo paese è stata per Qaisar una scelta e un percorso difficile. Dal Pakistan alla Siria al viaggio in barca verso la Sicilia insieme a tanti altri migranti. Infine è arrivato a Roma grazie a un centro di accoglienza gestito dallo SPRAR. Tramite loro ha studiato l’italiano, sistemato il permesso di soggiorno e, infine, trovato un lavoro. Il suo obiettivo ora è mettere dei soldi da parte per portare la sua famiglia nella Capitale.

Con una storia simile a quella di Qaisar, Muhammad ha 27 anni, ha lasciato da solo il Pakistan per inseguire il “sogno europeo”. Oggi, dopo quasi due anni in Italia, è soddisfatto di aver fatto questo percorso e, come Qaisar, non ha voglia per ora di tornare in Pakistan: “anche se sono qui da solo, ho lasciato genitori e amici in Pakistan, sono contento. Qui vivo e mangio bene, di là lo so che alcuni passano interi giorni senza aver nulla per saziare la fame”, racconta.

Storie condivise, tra sport e integrazione: è il cricket in Italia che fa vedere agli italiani altro oltre a sport, integrazione, accoglienza, rispetto ed esempio di umanità.

Carla Guanais

(21 aprile 2016)

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