Forza Nuova, il candidato Flavio Palumbo: accogliere, ma non integrare

In vista delle prossime elezioni amministrative, intervistiamo Flavio Palumbo, uno dei candidati per la Presidenza del Municipio II, appartenente alla lista Iorio Sindaco.

Fonte: Roma Corriere

Classe 1929, Flavio Palumbo è stato figlio della lupa, balilla, balilla moschettiere, avanguardista, e fiamma bianca nella repubblica sociale italiana, così venivano definiti i ragazzi che si arruolavano prima dei 18 anni. Con Forza Nuova è candidato alla presidenza del Municipio II di Roma, dove abita, sempre nello stesso palazzo, dal 1936. Si definisce più a destra della destra, consapevole di essere conservatore e radicale, ma convinto che tutti debbano sempre “sostenere il proprio credo, i propri principi e i propri valori”. Qualsiasi sia la loro natura.

Quali forze politiche raccoglie la sua lista?Onestamente non so nulla, mi hanno coinvolto sapendo che qui nel quartiere sono molto conosciuto e che ho un passato politico.

Perché ha deciso di candidarsi nel Municipio II?Come dicevo prima io non l’ho deciso, l’hanno deciso altri.

Quali sono i 3 principali problemi del territorio nel quale si candida?Comune, non solo a questo municipio, è la poca educazione delle persone ma anche la scarsa intensità di prelievo dei rifiuti da parte della municipalizzata che se ne occupa. Oltre a questo, grossi problemi non ce ne sono, anche i mezzi di comunicazione sono discreti. La zona è ben sistemata.

Il Municipio II ha 176mila abitanti, oltre 20mila sono stranieri quali le 3 prime azioni per agevolare l’incontro fra culture diverse?Mi sento un po’ penalizzato con questa domanda, non sono molto propenso all’integrazione. Gli stranieri devono essere accolti col sorriso, ben voluti, aiutati per le loro esigenze e difficoltà, ma devono restare stranieri e estranei al territorio. A me l’integrazione non va proprio per niente.

Sta seguendo l’iter della legge di cittadinanza? Cosa pensa in merito a questa legge?Sono contrario. Ribadisco le idee espresse nella risposta precedente, così come un italiano in un altro paese, lo straniero resta uno straniero.

Quali soluzioni per evitare il ripetersi del malaffare legato all’accoglienza di migranti (caso mafia capitale)?È una domanda un po’ difficile perché ci sono aspetti che variano da situazione a situazione, da persona a persona. In ogni caso ripeto: nessuna preclusione, anzi aiuto a chi non è della zona, senza dimenticare che resta sempre un forestiero.

Ritratto: che studi ha fatto? ha famiglia? hobby?Ho fatto il liceo classico e poi mi sono iscritto a ingegneria, non ho concluso gli studi nonostante tutti mi definiscano “ingegnere”. A un certo punto mi sono detto: dato che non ho i capitali per costruire, non voglio fare l’impiegato, e ho costituito una piccola impresa, ho vissuto facendo lavoretti nei condomini, negli appartamenti. Nel mio quartiere amo fare tutte le cose che aiutano Roma a rimanere Roma con le sue antiche origini e caratteristiche e a non “inglesizzarsi, milanesizzarsi, napoletanizzarsi”, in questo sono conservatore.

Quale è stato finora il suo impegno civile e/o politico?Sono sempre stato più a destra della destra col Movimento Sociale Italiano, ero nelle simpatie di Giorgio Almirante.

Quale è l’ultimo piatto di cucina straniera che ha mangiato o cucinato?Mangio spesso il pesce, tutto quello che proviene dal mare. Mi piace la buona cucina marinara di Anzio, Civitavecchia e del resto di Italia. Ma ricordo sempre con piacere la cucina giapponese, con il cuoco dall’altro lato della tavola che cucina bocconcini di pesce in tempo reale, come si dice a Roma cotto e magnato.

Vorrebbe aggiungere qualcosa che per lei è importante per il Municipio II e che non abbiamo affrontato nelle domande precedenti?Beh, non posso insistere molto perché ho una precisa collocazione politica decisamente a destra e non vorrei essere definito in maniera scorretta, ma dico che la vita politica, e di riflesso quella personale, dovrebbe far riferimento a certi valori, come la patria. Ad esempio, se prendi un giovanotto di 15 anni e gli chiedi: “cos’è la patria?”, lo stordisci. Per questo ringrazio dio di essere cresciuto in un’epoca molto molto indietro nel tempo nella quale i valori di patria e italianità erano molto più sostenuti.

Rosy D’Elia

(31 maggio 2016)

Leggi anche