In vista delle prossime elezioni amministrative, Piuculture intervista Giovanna Seddaiu, candidato alla Presidenza del Municipio Roma II per la lista Sinistra per Roma per Fassina Sindaco.
- Quali forze politiche raccoglie la sua lista?
SEL, L’altra Europa con Tsipras, Possibile, Rifondazione Comunista e parte della società civile attraverso molte associazioni che operano all’interno del Municipio.
- Perché ha deciso di candidarsi nel Municipio II?
Sono stata consigliere municipale e capogruppo di Sel fino ad oggi. Credo ora di avere le competenze giuste per poter lavorare bene come presidente del Municipio II.
- Quali sono i tre principali problemi del territorio nel quale si candida?
Parlare di Municipio II è complesso, perché l’accorpamento che ha dato vita all’attuale Municipio raccoglie realtà molto diverse. I problemi di San Lorenzo non sono gli stessi dei Parioli e viceversa. Semplificando, ci sono problemi di vita quotidiana, come strade, buche, decoro, sicurezza, e problemi di carattere politico-sociale e culturale. Negli ultimi anni il Municipio ha perso la sua funzione per mancanza di risorse centrali. Uno dei problemi da affrontare sarà quello del debito, da cui si dovrà ripartire.
- Il Municipio II ha 176mila abitanti, oltre 20mila sono stranieri. Quali saranno le sue tre prime azioni per agevolare l’incontro fra culture diverse?
Anche qui, parlare di “stranieri” è complesso. Ci sono i cittadini residenti, integrati e con determinate esigenze, e altri che non sono stati coinvolti in processi di inclusione. I punti focali sono comunque tre:
- Aiuti alle famiglie: sono sempre stata molto legata al mondo dell’infanzia e sono sensibile al problema delle scuole e delle strutture offerte ai bambini. È fondamentale introdurre la presenza di un mediatore culturale nelle scuole, perché anche le famiglie possano essere coinvolte correttamente nell’educazione dei loro figli.
- Politiche giovanili: Non abbiamo strutture di accoglienza che possano coinvolgere ragazzi e adolescenti in attività formative e contrastare la sosta selvaggia di fronte ai bar. Questo, naturalmente, è un problema che coinvolge sia ragazzi italiani che stranieri.
- Lavoro: è necessario che chi arriva in Italia possa godere delle stesse possibilità degli italiani alla ricerca di un lavoro. Bisogna superare preconcetti e pregiudizi e coinvolgere i migranti in processi di apprendimento della lingua per favorirne l’inclusione sociale e soprattutto la ricerca di un impiego.
- Sta seguendo l’iter della legge di cittadinanza? Cosa pensa in merito a questa legge?
Sono abbastanza favorevole, anche se credo che si sia stati carenti sul monitoraggio delle esigenze dei vari territori del paese. Lo scopo della legge è dare un diritto in maniera sistematica; io sono invece più favorevole a un processo naturale, che non richieda step obbligatori quali il lavoro o il reddito. Un giovane straniero che ha vissuto in Italia ha le stesse difficoltà di un italiano nel trovare un lavoro: perché averlo deve diventare un requisito essenziale per la cittadinanza? È un diritto anche il non riuscire a trovare un impiego.
- Quali crede siano le soluzioni per evitare il ripetersi del malaffare legato all’accoglienza di migranti (caso mafia capitale)?
Roma negli ultimi anni ha usato le emergenze per fare cassa, e non solo sui migranti: tante realtà sociali e valide sono state macchiate da questo fenomeno. Per evitare che si ripercorra la stessa strada la soluzione è creare bandi aperti senza preclusioni per le realtà più piccole. Non devono essere stanziati troppi soldi per un unico soggetto e devono essere poste delle regole sui bandi: molte cooperative li vincevano grazie a postille create appositamente per tagliare fuori alcune realtà ed agevolare grandi cooperative.
- Un suo breve ritratto:che studi ha fatto? Ha famiglia? Hobby?
Ho trentotto anni, sono sposata e ho un figlio di nove anni. Sono sarda ma vivo a Roma da quasi vent’anni, mi sono laureata alla Sapienza in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e da sempre lavoro con i bambini. Sono diplomata all’istituto d’arte, amo il movimento, lo sport. Adoro ridere anche se sono seria nelle battaglie che porto avanti. Amo trasmettere e imparare.
- Quale è stato finora il suo impegno civile e/o politico?
Milito nel centrosinistra dal 2013, ma ho fatto a lungo parte della società civile con un’associazione di sardi a Roma. Sardi e romani sono molto simili fra loro, ci sono molte interconnessioni.
- Quale è l’ultimo piatto di cucina straniera che ha mangiato o cucinato?
Purtroppo non ne ricordo assolutamente il nome, ma è stato un piatto curdo assaggiato durante un’iniziativa alla Città dell’Altra Economia per la Giornata della Lingua Madre. Adoro il popolo curdo perché ha molti punti in comune con quello sardo, a partire dalla difesa della lingua.
- Vorrebbe aggiungere qualcosa che per lei è importante per il Municipio II e che non abbiamo affrontato nelle domande precedenti?
Nulla, se non che credo sul serio in questa candidatura. Faccio parte di una forza politica che spesso non supera lo scoglio del ballottaggio, ma il cui impegno continuerà in ogni caso.
Veronica Adriani
(31 maggio 2016)
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