Takoua: dopo diciotto anni lotta ancora per la cittadinanza

Takoua

Sembra tutto un sogno, un’utopia: nata in Tunisia e cresciuta fin dall’infanzia in Italia Takoua non ha ancora quel documento che la faccia sentire totalmente italiana. “Io mi sento molto italiana, purtroppo non tutti mi vedono così, tanti si occupano più della mia pelle e dei miei vestiti piuttosto che delle mie idee e di quello che penso, ma tutto questo non importa, io continuo a guardare il lato positivo ed ascoltare le persone che mi vogliono bene” dice Takoua che abita a Roma e segue l’iter della legge sulla cittadinanza in discussione al Senato in questo periodo.

Della sua infanzia ricorda più l’Italia che la Tunisia anche perché quando è arrivata con la famiglia aveva appena otto anni. “La prima difficoltà che ho avuto era la lingua italiana e l’alfabeto latino, era tutto strano ma nello stesso tempo anche bello. All’inizio vivevamo fuori Roma ed i vicini di casa mi hanno aiutato a imparare la lingua e ricordo ancora la prima parola che ho imparato: muta”. Oggi chi ascolta Takoua quando parla italiano non direbbe mai che è nata in un altro luogo con l’accento romano che ha.

Nonostante l’accento, Takoua frequenta anche la sua comunità di origine per non perdere quel filo che la lega alla sua cultura “Frequento spesso la mia comunità che rappresenta anche la mia famiglia: la storia e la cultura tunisina e musulmana”. Takoua non vuole essere solo presente per ascoltare quando incontra la comunità, interviene quando è necessario “non vado sempre d’accordo con tutti: con la comunità tunisina discuto soprattutto di temi politici mentre con quella musulmana parliamo spesso di problemi sociali e religiosi”.

Per Takoua, come per tutti quelli come lei che sono nati o cresciuti in Italia, la cittadinanza è un passo molto importante a livello umano ma anche burocratico. Non avere la cittadinanza vuol dire affrontare delle difficoltà quotidiane “vivo qui da diciotto anni e ancora non ho la cittadinanza, in più devo rinnovare il mio permesso di soggiorno ogni due anni anche se la metà della mia famiglia ha la cittadinanza italiana,  l’altra metà ancora no. Credo e spero che la nuova legge sulla cittadinanza venga approvata prima possibile”.

Takoua chiude il suo racconto con una frase: “Vivere due culture è una opportunità che ci arricchisce e mi permette di guardare al futuro con coraggio”.

Ghiath Rammo

(31 maggio 2016)

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