L’impegno di EducAid a sostegno delle donne palestinesi disabili

Le donne con handicap vengono doppiamente discriminate, in quanto donne e in quanto straniere. Questo è uno dei motivi alla base della conferenza: Donne in viaggio oltre le barriere della disabilità,  che si è tenuta il 23 febbraio 2017, alla  Camera dei deputati; grazie ad EducAid,  un’organizzazione non governativa che opera per ridurre gli svantaggi dei soggetti con bisogni speciali e con difficoltà sociali e culturali.Obiettivo della ricerca di EducAid è favorire, tramite il lavoro formativo e il sostegno alla sperimentazione, l’innovazione pedagogica e sociale, e lo sviluppo delle competenze dei soggetti e delle istituzioni che hanno la responsabilità dell’educazione.L’Italia è all’avanguardia sul fronte dell’inclusione e della cooperazione per le persone con disabilità. Ad oggi i progetti internazionali di aiuto per la disabilità attivati dall’Italia sono 58 e si sta passando da un welfare assistenziale ad uno promozionale” ha sottolineato Marina Sereni, vicepresidente della Camera.Nella conferenza si è poi affrontato il tema delle donne palestinesi con handicap. Pietro Sebastiani, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, ha posto in evidenza come l’invisibilità dei migranti disabili sia una minoranza spesso non considerata dai media: “l’80% delle persone disabili vive in paesi sottosviluppati e quando migrano sono i più vulnerabili. A Instabul abbiamo presentato i progetti internazionali di EducAid in favore della disabilità, il cui obbiettivo è creare un mondo senza barriere.” L’ambasciatore ha poi riferito che la cooperazione italiana sta collaborando con la Palestina per migliorarne la sanità: “ad Ebron sono state rese accessibili venti strutture ospedaliere”.“I progetti di micocredito attuati nella striscia di Gaza ci hanno consentito di includere i disabili nel mondo del lavoro aiutandoli anche a crescere nell’autostima” evidenzia Riccardo Sirri, direttore di EducAid.Tra le testimonianze di donne disabili intervenute c’è quella di Tarir, non vedente, che ha curato la ricerca e le traduzioni nei progetti di EducAir dall’arabo all’inglese, questo le ha fatto avere un lavoro e più fiducia nelle proprie capacità. Doa invece è una ragazza con qualche difficoltà nel deambulare, studia contabilità all’universitàprima di far parte di EducAid mi sentivo unica nella mia disabilità, adesso non ho più paura a farmi vedere”.Pur nella consapevolezza delle difficoltà e delle discriminazioni che vivono le donne disabili, sono altrettanto forti la voglia e l’impegno di essere attive per migliorare la propria condizione e quella della società in cui vivono.

Marzia Castiglione Humani

(27, febbraio 2017)

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