Minori non accompagnati: nasce My Life Project

minori-non-accompagnatiDopo l’approvazione in senato della legge sui minori stranieri non accompagnati che garantisce maggiori tutele e diritti ai piccoli ed ai ragazzi, la scorsa settimana, nasce My Life Project, la prima App italiana dedicata ai minori ospitati nelle comunità educative.Il progetto, sviluppato da Cooperativa Sociale Ethica, ente che si occupa di minori stranieri non accompagnati, e realizzato grazie al contributo della Regione Lazio, è stato presentato la scorsa settimana dall’assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Rita Visini, e dal presidente di Cooperativa Sociale Ethica, Salvatore D’Angiò, insieme alla dirigente Integrazione e Tutela dei Minori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Stefania Congia, alla responsabile del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno, Maria Assunta Rosa, a Stefania Maselli per il Servizio Centrale dello SPRAR, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, e a Lluis Peris Cancio per l’Unità Operativa Minori Stranieri del Comune di Roma.“Questo progetto”, spiega D’Angiò, “punta a sviluppare l’autonomia dei minori e farli sentire protagonisti del proprio percorso. Per i ragazzi, la portabilità della propria documentazione può essere preziosa anche nel quotidiano. In questo modo le nuove tecnologie possono affiancarli e metterli in rete con tutti i soggetti che intervengono nel loro percorso di crescita”, spiega il presidente di Cooperativa Sociale Ethica.Un fenomeno sempre in crescita, di cui i dati non sempre esaustivi raccontano la complessità di gestione e monitoraggio. In questo senso, My Life Project, permetterà ai ragazzi di avere sempre a disposizione sul cellulare tutta la propria documentazione, le scadenze e gli impegni così come il percorso individuale compiuto, i corsi di formazione e i tirocini di lavoro. Una nuova App totalmente gratuita a disposizione delle comunità educative di tutta Italia, su cui gli educatori delle strutture, autorizzati dai tutori, inseriscono i dati del minore e controllano quelli inseriti dal ragazzo stesso.“Infatti”, continua D’Angiò, “i ragazzi sono in grado di seguire gli impegni che si sono prefissi e quelli che le strutture che li ospitano assicurano di realizzare, sperimentando una maggiore responsabilizzazione, soprattutto nella gestione della propria documentazione, anche in vista dell’uscita dalla struttura, quando di fatto si troveranno soli. Al contempo, le comunità educative possono dimostrare il grosso lavoro che svolgono quotidianamente a favore dei minori accolti, fornendo informazioni significative e in tempo reale ai tutori”, spiega il presidente.Ma cosa succede quando questi ragazzi diventano maggiorenni e non sono più all’interno della rete di accoglienza? Come si fa, invece, a seguire il loro percorso quando non rientra nei casi gestiti dalle Unità operative per minori?Domande che per ora restano in sospeso, anche se, in un futuro, l’intento di My Life Project, sarà quello di sviluppare il progetto anche per accompagnare i ragazzi maggiorenni. Soprattutto perché, spesso, del loro percorso, sul quale si è cercato di investire ma per il momento senza risultati, si perdono le tracce.

Cristina Diaz12/04/2017

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