Il protocollo d’intesa, primo passo verso una nuova sfida
Le proposte concrete realizzate dai docenti e gli studenti de “L’Europa inizia a Lampedusa” in questi 2 anni saranno il modello per creare una società fondata sull’accoglienza, la solidarietà e la giustizia sociale. La rete realizzata fra gli studenti delle scuole italiane, straniere e i sopravvissuti, ha creato le basi per rendere gli istituti stessi, rappresentativi di ogni regione, ambasciatori per incrementare e rafforzare le attività sperimentate.“Due anni fa non avrei mai immaginato tutto questo: guardavo il protocollo, guardavo i ragazzi ed ero emozionato”, racconta Tareke nell’enumerare le tante attività, dai documentari alle pratiche di sartoria condivisa, che sono nate in questi anni su iniziativa dei ragazzi. Da Firenze a La Spezia fino ad Alberobello sono stati i ragazzi a rendere semplice un messaggio di integrazione reale e accoglienza che nel momento attuale appare così complicato trasmettere e metabolizzare.Qualche esempio concreto?
- Il laboratorio artistico sartoriale sotto la guida di due esperti giovani sarti arrivati dal Mali e dal Senegal presso il Liceo artistico “V.Cardarelli” di La Spezia;
- “Uomini e no, storie di ordinario razzismo e soluzioni di ordinaria umanità”, docufilm di circa 45 minuti, nato da un’idea della Professoressa Adele Basta, che vede coinvolti alunni, insegnanti e genitori dell’ISIS Leonardo Da Vinci di Firenze;
- “Ricostruire i pezzi distrutti”, canzone scritta da Francesco Laera, studente dell’IISS “Caramia-Gigante” di Alberobello
L’accordo firmato avrà la durata di 3 anni e non solo porterà gli studenti nei centri di accoglienza, ma anche i richiedenti asilo nelle scuole per raccontare le loro storie e condividere l’esperienza di chi lascia la propria terra in cerca di una vita migliore in un Paese straniero.
Silvia Costantini(24 gennaio 2018)
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