Lo scorso 10 febbraio si è svolta a Roma la cerimonia del Capodanno cinese. I cinesi festeggiano il nuovo anno secondo il loro calendario lunare. Questa festa è chiamata anche “festa di primavera” e dura quindici giorni fino alla festa delle lanterne. Il Capodanno cinese a Roma si svolge in Piazza Vittorio Emanuele II, qui la comunità cinese si riunisce e celebra insieme questo evento. Ci sono stand con dimostrazioni di arte, calligrafia e specialità culinarie. Il programma della cerimonia include la danza del leone: uno spettacolo di danze e canti tradizionali di bambini e adulti, e presentazioni di arti marziali.La comunità cinese quest’anno ha celebrato l’anno del maiale simbolo di gentilezza, accoglienza, generosità, coraggio ma anche irascibilità. Nella tradizione cinese a seconda degli anni sono ciclicamente assegnati dodici differenti animali: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane ed il maiale. Ognuno di questi animali secondo l’astrologia cinese ha delle caratteristiche particolari che influiscono sul carattere delle persone nate sotto il loro segno.Dai racconti dei partecipanti cinesi all’evento, si può dire che la festa ha due dimensioni differenti: una familiare ed una pubblica. Durante la vigilia che si passa in famiglia è usanza regalarsi tra i membri della stessa delle buste rosse, che possono contenere denaro, vestiti nuovi o decorazioni. Mentre il giorno di Capodanno la tradizione prevede che si vada a far visita a parenti ed amici per farsi gli auguri di un anno fortunato.Secondo i cinesi anche le tradizioni del cibo tipico sono legate ai buoni auspici per il nuovo anno. A far da protagonista sulle tavole apparecchiate è il pesce che si dice porti speranza e fortuna, non possono mancare anche i ravioli o gli involtini primavera che portano ricchezza. La festa che si svolge a Roma è molto partecipata in quanto la comunità cinese rappresenta numericamente la quarta comunità presente sul territorio dopo quella rumena, filippina e quella proveniente dal Bangladesh.
Matteo Bisori(11 febbraio 2019)
L’articolo è stato realizzato da Matteo Bisori, studente che ha partecipato alla quinta edizione del laboratorio di giornalismo sociale Infomigranti 2019.Leggi anche: