“Un grande corridoio umanitario europeo dalla Libia, dove decine di migliaia di persone vivono in condizioni disumane in cosiddetti campi profughi”. Questa la soluzione proposta e richiesta dalla Federazione delle Chiese Evangeliche con il coordinatore, Paolo Naso che ha accolto questa mattina a Fiumicino 50 profughi siriani giunti in Italia grazie all’iniziativa dei corridoi umanitari che vanno ad aggiungersi alle 2500 persone accolte dal 2016.
Le storie dei profughi
Tra questi, Samar, una cuoca, divorziata con due figli, proveniente da un campo palestinese, e l’amica Mariam, che fa fatica a camminare. Fra loro, un’amicizia che le porterà ad aiutarsi reciprocamente. AlF che ha 20 anni e sogna di fare il regista, ma proviene da un campo profughi nel nord del Libano dove è stato torturato per 9 mesi. Bambini affetti da gravi patologie, fra cui uno cardiopatico, che ha viaggiato con l’ossigeno accompagnato dal medico del progetto Mediterranean Hope, Luciano Griso. Il piccolo che ha 4 anni ed è con mamma, papà e 4 fratellini, viveva vicino a Beirut, in montagna. Ora andrà al Gaslini di Genova per le cure. 24 persone saranno accolte dalle chiese protestanti a Genova, Padova, Bologna, Napoli e Scicli. Le altre dalla Comunità di S. Egidio e dalle case famiglia.
Il ruolo dell’Unione Buddista
I corridoi umanitari, sostenuti per la prima volta anche dall’Unione buddhista che ha devoluto una importante somma del proprio otto per mille, sono interamente autofinanziati dalla Federazione delle Chiese Evangeliche, in collaborazione con la Tavola Valdese e dalla Comunità di S. Egidio, in accordo con il ministero dell’Interno e degli Esteri.“I corridoi umanitari rappresentano – ha detto Naso nella conferenza stampa a cui hanno partecipato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Emanuela Del Re, viceministro degli Affari esteri, Donatella Candura, per il ministero dell’Interno, e Giorgio Raspa, presidente dell’Unione Buddhista Italiana – un modello efficace, che coniuga solidarietà e sicurezza, tanto che è già stato replicato in altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra”.
di Francesca Cusumano
28 marzo 2019
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