Una disumanità che verrà giudicata sui libri di storia

“Sono certo che le aule dei tribunali sconfesseranno il decreto Salvini bis, disapplicandolo nella prassi per i profili sanzionatori che prevede, privilegiando le norme che impongono, sopra a ogni altra legge, la salvaguardia della vita in mare. Ai sensi del codice penale articolo 54, c’è lo stato di necessità che il giudice non può non applicare. “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Poi sarà anche la Corte Costituzionale a fare il suo lavoro, in ultima istanza, ma con i tempi da prendere in considerazione per rispondere ai ricorsi, saranno ancora molte altre le vite perse in mare”. Armando Maria De Nicola è un giovane avvocato dell’associazione di professionisti “Alterego Fabbrica dei Diritti”che si batte contro “tutte le diseguaglianze e le violazioni dei diritti umani”.

Il decreto criminalizzazione

Il giorno dopo l’approvazione plebiscitaria della fiducia al “decreto criminalizzazione’, come lo ha definito il presidente della FCEI, Luca Negro,  votata con l’ampio sostegno dei Cinque Stelle al Senato,  proviamo con lui a cercare di capire dove ci porterà la deriva securitaria in atto nel nostro paese e quali sono i dati reali sugli sbarchi (nella tabella qui sotto i dati forniti dall’Unhcr) dei migranti che stanno provocando la risposta di assoluta chiusura dei principali porti del Mediterraneo.

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“Di certo – dice De Nicola – le Ong, oggetto e obiettivo da colpire del provvedimento – avranno ora la vita difficile. Non sarà facile infatti raccogliere attraverso il crowdfunding cifre da 150 mila a 1 milione di euro, previsti per pagare le sanzioni inasprite nell’ultima versione del provvedimento approvato al  Senato. In più il nuovo testo prevede la confisca obbligatoria della nave già alla prima entrata nel porto e non solo in caso di reiterazione dello sbarco. L’imbarcazione, secondo queste nuove regole, diventerà di proprietà dello Stato che la potrà vendere, distruggere, in una parola fare quello che vuole del bene di cui è entrato in possesso”.Con questo provvedimento il ministro assume dei poteri e delle competenze che  prima erano della Difesa e dei Trasporti. Da solo può anche ordinare l’arresto del comandante della nave per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lei prevede che aumenterà il numero dei processi da svolgere nei tribunali?“Assolutamente si, quelle che finora erano sanzioni amministrative comminate dalla Capitaneria di Porto, potranno diventare reati di favoreggiamento che andranno trattate in sede penale. Con buona pace dei giudici delle procure, che hanno già tante importanti cause per svolgere i loro processi. Il nuovo decreto, inoltre, va contro almeno tre convenzioni internazionali sul diritto del mare Montegobay, Amburgo 79, Solas 74 e contro la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati.Si tratta di misure giustificate- secondo il governo gialloverde – dal dovere del Governo Italiano, in particolare del ministro dell’Interno, di difendere i connazionali dal pericolo che dalle navi delle ong sbarchino pericolosi criminali che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza delle nostre strade e dei quartieri delle nostre città. I risultati che orgogliosamente Salvini ribadisce di aver già ottenuto con il primo decreto sicurezza sono: drastico calo degli sbarchi (-90%) e di conseguenza meno morti in mare. E’ proprio così secondo lei?“In realtà questa è solo la propaganda politica del ministro, che in questo modo, ha fatto il pieno di consensi, fomentando le paure e le ansie degli italiani per un’invasione che non c’è: gli sbarchi ufficiali  sono diminuiti grazie all’effetto a lungo termine dell’accordo con la Libia del ministro Minniti del 2017, di cui non si può certo andare fieri, ma comunque ogni giorno veniamo a conoscenza di sbarchi sulle nostre coste siciliane e pugliesi di piccoli numeri di persone “non censite”. I dati ufficiali sui morti in mare ad oggi contano 823 persone, ma poi ci sono quelli di cui non è stato possibile tenere il conto perché non sono stati intercettati e salvati da barche di passaggio.

 Open Arms #megliomultatichecomplici

I migranti in questione, come quelli a bordo in questo momento della nave spagnola Open Arms, colpita dal divieto di sbarco da parte di Italia, Spagna e Malta, sono anche donne e bambini che vengono dai campi di concentramento bombardati dal generale Haftar in Libia. Non penso che si tratti di pericolosi criminali.  Credo, invece, che questa disumanità da parte degli stati europei nel loro complesso, verrà giudicata dalla storia come una nuova Norimberga”.

di Francesca Cusumano

6 agosto 2019

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