Yemisi è arrivata dalla Nigeria, Wafaa dal Marocco, Marie dalla Guinea, Henrica dal Congo, Safia e Amira dalla Somalia, Viviane dalla Costa d’Avorio. Poi ci sono Lamine che viene dalla Guinea, Blaise dal Congo, il siriano Yousef e Mohammad Kavari, l’afgano che è il fotografo ufficiale di tutto il progetto.
- product designer: buone doti creative e manuali, interesse in attività manifatturiere;
- branding e marketing: attitudine comunicativa, alla vendita, alla sponsorizzazione e creatività commerciale;
- eco-bio: interesse per il consumo etico e responsabile, riciclo creativo, promozione di prodotti biologici ed ecosostenibili;
- formazione: attitudine all’insegnamento, buone doti comunicative;
- vendita e comunicazione: doti relazionali, attitudine redazionale, passione e interesse per la scrittura ed il raccontare;
- tecnico: interesse e potenziale per l’utilizzo degli strumenti IT (PC, internet, Office, creazione di contenuti multimediali);
- imprenditoriale: attitudine imprenditoriale e commerciale.
Blaise che è laureato in ingegneria, aspira a creare una propria piattaforma commerciale, le due ragazze somale vogliono ideare gioielli e Yemisi, che al corso è sempre presente con i suoi due figli, vuole realizzare borse e gonne con le stoffe africane, Mohammad è già specializzato nei video e nei reportage sul lavoro della cooperativa.
Raccontare sè stessi e la propria storia
“Attraverso i laboratori i ragazzi stanno imparando – è sempre Fagan che parla – a raccontare sé stessi, la propria storia e a veicolarla attraverso i prodotti ideati. Avranno anche l’opportunità di confrontarsi con una giuria all’interno di un Contest LAB in cui saranno scelti i prodotti migliori da lanciare per la campagna #SIAMOumani Natale 2019”.
Hijab Paradise
Nel ruolo di insegnanti, oltre agli esperti previsti all’interno del progetto, si sono succeduti negli incontri con i ragazzi “testimonial di successo”. Gente che ce l’ha fatta partendo da un idea. Tra loro Keltoum imprenditrice marocchina di 24 anni che, avendo sentito parlare del Business Lab di Roma, ha offerto la sua disponibilità a partecipare a un incontro, trasferendosi appositamente da Bologna per raccontare ai ragazzi la propria esperienza. Keltoum, arrivata in Italia a 8 anni e diplomata ragioniera, ha aperto “Hijab Paradise”il primo negozio in Italia di abbigliamento per donne musulmane dove vende hijab, camicie e pantaloni in linea con i codici dei musulmani osservanti ed è diventata il punto di riferimento, attraverso instagram, per moltissime donne musulmane che vivono in Italia.Altra insegnante con una storia del tutto particolare è Sohila, una rifugiata iraniana laureata a Tehran in Arte e design, che per la cooperativa segue la produzione di gadget e bomboniere eco sostenibili e negli incontri dei laboratori assiste gli studenti nelle loro realizzazioni. Sohila, 31 anni, è scappata dall’Iran nel 2012 lasciando a Tehran i genitori e una sorella più piccola. In questi anni ha fatto molti e diversi lavori, poi ha trovato la cooperativa “Siamo” che l’ha accolta e ha valorizzato la sua formazione artistica fino a farla diventare socia. “Oggi sono tranquilla – racconta Sohila – ho una casa dove vivo da sola e un lavoro che mi piace”.
Francesca Cusumano(12 settembre 2019)
Leggi anche:Un viaggio culinario tra i saporti del mondoSogno di aprire un mio ristorante: Amir e il suo TahchinWeb radio on the move