I dati sull’immigrazione presentati dall’ISTAT

L’ISTAT e l’immigrazione

In che modo il mondo della ricerca statistica si è occupato della questione “migranti”? Innanzitutto come un’evoluzione sempre in corso. Se ne parla presso l’Aula Magna dell’ISTAT in un convegno che coinvolge alcune delle personalità politiche e universitarie del settore. Parlano il Presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo, le rappresentanti del ministero Lavoro e Politiche Sociali Tatiana Esposito, Stefania Congia, Carla di Quattro del Ministero dell’Interno, Gianna Barbieri del MIUR; il Direttore centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione Saverio Gazzelloni, Furio Camillo Rosati dell’Università degli Studi Tor Vergata, e molti altri ancora. La linea evolutiva dell’ISTAT è delineata sin dal 2001 quando, col censimento n.61, si è aggiunto ai dati anche quello relativo alla cittadinanza.

L’ISTAT che evolve

Si è verificato, nella struttura ISTAT, un passaggio da un sistema tradizionale a un approccio integrato.  Si investe molto sulla relazione con il resto del mondo: con istituzioni, associazioni, ONG, attraverso strumenti come il registro delle associazioni pro-migranti, il portale integrazione o la rete servizi per il lavoro. Da sette anni si realizzano rapporti annuali tematici, ciascuno dedicato a una singola comunità. Ci si impegna a snellire e semplificare e far sì che tutto il patrimonio informativo che l’ISTAT acquisisce metta l’amministrazione in condizioni utili per trarre dati.  

Venire incontro ai bisognosi

Annarita Marzullo del MIUR espone le statistiche ISTAT dedicate alla presenza degli immigrati nel sistema scolastico. Tra 2009-10 e 2017-8 gli alunni di cittadinanza non italiana sono aumentati del 33.7%. In particolare.

  • dell’84,4 all’asilo,
  • del 75,2% alle elementari,
  • del 57,7 alle medie,
  • del 31,2 liceo.

Emergono anche statistiche relative ai rapporti con i cittadini di fatto: in particolare la separazione territoriale tra migranti e nativi, dal tasso abbastanza elevato. Il problema principale affrontato dagli stranieri è l’incomunicabilità che impedisce a coloro che non parlano la lingua di entrare nel mondo del lavoro e della scuola. Altri problematiche che incontra lo straniero che arriva in Italia sono l’assenza di una comunità di riferimento, le barriere culturali,  i problemi di salute fisica e mentale spesso difficili da capire anche per gli ospitanti. C’è dunque un filo rosso in tutto il progetto di aggiornamento dell’ISTAT: rafforzare il  dialogo tra famiglie, mediatori culturali e rifugiati. È importante che i territori valorizzino i patrimoni informativi e che l’ISTAT stesso si avvicini il più possibile a tali patrimoni. L’Italia non è più un paese di prima immigrazione. È necessario smettere di considerare la cittadinanza l’unico fattore che definisce lo “straniero”: ci sono decine, centinaia di specifiche e la statistica è un metodo ottimale per esaminarle tutte e in modo rapido. 

Flaminia Zacchilli(11 Dicembre 2019)

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