La storia in transito di Tewelde: dal Centro Baobab a Karlsruhe

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Foto di Adamo Banelli
“Quanti chilometri dista Roma dalla Germania? Che mezzo devo prendere per raggiungerla?” È un sabato d’estate del 2015 e le frontiere di terra sono ancora aperte. Un gruppo di migranti e studenti puliscono le aiuole di piazza Bologna, guidati dalla comunità di Sant’Egidio.

Tewelde, 22 anni,viene dall’Eritrea, è appena arrivato dalla Libia, e sa che l’Italia è terra di passaggio. Come lui, Leake, Blu e altri: hanno affrontato insieme “il viaggio”, la traversata in mare, che definiscono con una parola “bad”. Tutti hanno intenzione di partire ancora, le mete sono nel Nord Europa. E ogni occasione è buona per informarsi sugli spostamenti.

Estate 2015, Centro Baobab: 26.000 migranti in transito

Karlsruhe, nel Sud della Germania, dista circa 1.110 chilometri da Roma: da quasi 5 anni è diventata la destinazione finale per Tewelde, uno dei 26.000 transitanti che da maggio a settembre del 2015 sono passati dal Centro Baobab
“Mi è piaciuta Roma”, dice nonostante sia rimasto in città pochissimi giorni: “Ricordo bene quella mattina, siamo stati in piazza, abbiamo fatto colazione insieme, ci hanno dato dei vestiti e poi siamo stati in un giardino”. Una visita guidata da Piazza Bologna a Villa Borghese, dopo aver pulite insieme le aiuole, punto di ritrovo di studenti e pensionati: l’idea dell’associazione giovanile della comunità Sant’Egidio era nata per mettere in contatto i cittadini del quartiere e i migranti che affollavano via Cupa nei mesi estivi.
Nel 2015 via mare in tutta Europa arriva più di un milione di persone, secondo i dati presentati a fine anno dal Ministero dell’Interno, 144.205 in Italia. Per la maggior parte di loro Roma rappresenta solo una tappa del viaggio: secondo il regolamento di Dublino non è possibile spostarsi dal paese in cui si arriva, ma è un tempo in cui l’Italia chiude gli occhi e di fatto apre le frontiere verso il Nord.
Già nella circolare numero 28197 del Ministero dell’Interno, datata 25 settembre 2014, si leggeva: “alcuni Stati membri lamentano, con crescente insistenza, il mancato foto segnalamento di numerosi migranti che, dopo essere giunti in Italia, proseguono il viaggio verso i Paesi del nord Europa”.
Dal Centro Baobab a Karlsruhe: la storia di Tewelde
Difficile quantificare il numero esatto dei transitanti in quel periodo, ma si stima che abbiano lasciato l’Italia tra le 50 mila e le 100 mila persone. Tewelde è uno di loro e uno dei 33.095 eritrei arrivati in Europa nel 2015: come gli altri, dopo il Baobab ha tentato di raggiungere la meta che aveva immaginato, la Svizzera.
Ma ha dovuto cambiare percorso: “Non ho ottenuto i documenti lì. Sono ripartito e sono arrivato in Germania, in autobus”.

“La Germania mi ha dato tutti i documenti, dopo quattro mesi che ero qui”, dice Tewelde. Gli eritrei rientrano tra le nazionalità con una percentuale media di riconoscimento del diritto di asilo pari o superiore al 75%, secondo le stime EUROSTAT, in altre parole tra quelle che hanno più probabilità e più bisogno di essere accolte.

Nel suo racconto ripercorre le tappe dell’accoglienza tedesca: dopo un primo periodo in un centro di accoglienza, dove ha avuto la possibilità di imparare la lingua, ha ottenuto il diritto di asilo per tre anni. “Ora me lo hanno confermato per altri tre anni perché sono andate bene tutte le verifiche”.

“Sono molto felice”, dice. Nella destinazione inaspettata di Karlsruhe, grazie all’aiuto di un amico lavora in una fabbrica di verniciatura e assemblaggio di pezzi di ricambio per automobili.  “Risparmio denaro e quando troverò una fidanzata, vorrò sposarmi”: per Tewelde, a distanza di 5 anni dalla tappa di Via Cupa, è tempo di mettere radici: “Voglio restare in Germania”, conclude. 

Rosy D’Elia
(22 gennaio 2020)

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