Dei 60 milioni di persone che costituiscono il popolo italiano oltre 5 milioni sono di origini straniere recenti e gli altri 55 milioni di origini miste, discendenti da uomini arrivati dall’Africa un milione di anni fa e poi da quasi tutto il resto del mondo. Più di altri popoli europei, quello italiano è il risultato di migrazioni e incroci di tante genti e culture, grazie alla posizione geografica, alla conformazione fisica del nostro Paese e al continuo movimento di popolazioni in entrata e uscita.
Memoria delle origini storiche del popolo italiano contro la xenofobia
Condividere la memoria storica sulle origini del popolo italiano è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per combattere la xenofobia e costruire una società inclusiva. Questa la motivazione da cui nasce Cortissima. Storia del popolo italiano. Migrazioni e mescolanze da un milione di anni.
“L’idea – spiega l’autore, Gianguido Palumbo – nasce nel 2012, dopo la pubblicazione di Cortissima. Storia d’Italia, 1860 – 2010, su suggerimento di mia figlia antropologa, ma il lavoro l’ho portato a termine solo lo scorso anno, quando con la politica di Salvini e il diffondersi di slogan come ‘prima gli Italiani’ ho sentito l’urgenza di fare qualcosa per contrastare comportamenti razzisti dettati dalle paure del diverso. Questo, come l’altro libro, è una sorta di ‘Bignami storico’ di facile consultazione, a disposizione di insegnanti, educatori, operatori della comunicazione, per dare strumenti di conoscenza a studenti, famiglie, stranieri.”
Il libro, ricco di dati statistici, immagini delle diverse epoche, studi genetici, fatti, riportati secondo un criterio cronologico, ricostruisce l’evoluzione storica dell’insieme di individui che definiamo ‘popolo italiano’, dalla preistoria a oggi. Conoscenze utili oggi di fronte alla diffusione di idee che guardano al passato nel teorizzare le identità nazionali e le differenze, piuttosto che aderire ai cambiamenti derivanti dalle mescolanze di popoli e culture. Cambiamenti che, uniti al processo di globalizzazione e alla crisi economica in atto, generano instabilità, paura e sfiducia nel futuro.
Il futuro dell’Italia nella ricchezza multietnica e multiculturale del suo popolo
“È tipico dell’essere umano chiudersi nell’autodifesa, – prosegue Palumbo – è una reazione antropologica comune a tutte le zone del mondo; il problema è il tipo di risposta che si dà a questa reazione. E qui entrano in gioco le specificità dei singoli Paesi. In Germania, per esempio, le capacità di accoglienza e integrazione degli immigrati sono state assai maggiori che in Italia. Nel nostro Paese, per motivi culturali, religiosi, sindacali, le motivazioni all’accoglienza sono state improntate al sentimento di solidarietà, accompagnato dalla memoria che anche noi siamo stati emigranti. Ma questo non basta, anzi può essere controproducente. La risposta che serve, invece, è culturale e politica. Con il mio libro cerco di dare un contributo alla memoria storica e di segnalare che la ricchezza multietnica e multiculturale è una risorsa per il futuro dell’Italia.”
Memoria storica necessaria ma non sufficiente: servono politiche efficaci
“Tuttavia sono convinto che questa non basti: servono atti politici concreti per il lavoro e l’integrazione, cominciando con il contrastare l’osceno sfruttamento degli immigrati nelle campagne. E anche la paradossale diffusione in molte città di giovani africani che chiedono le elemosina per strada, spesso sfruttati anch’essi da clan, è una delle fonti del nuovo razzismo.”
I limiti del Terzo settore in Italia
Dagli ultimi capitoli dedicati alle immigrazioni recenti si ricava l’idea, da una parte, della carenza della guida politica – non solo in ritardo nella volontà di affrontare i fenomeni migratori, ma soprattutto incapace di governarli – dall’altra, di una vivacità e capacità di presenza di molti settori della società civile, religiosi e non. La diffusione di strutture e organizzazioni del Terzo settore – secondo Palumbo – è un altro aspetto di questa nostra Italia straordinaria, ma “rivela anche un’altra specificità italiana: l’incapacità di organizzarsi in una rete e di fare massa critica; la logica dell’attivismo a fin di bene della singola organizzazione e della sussidiarietà è inadeguata ad affrontare i problemi complessi dell’immigrazione. Tra tutte le esperienze degli ultimi anni la più interessante mi sembra quella di Refugees Welcome, un network europeo fondato nel 2014 a Berlino e attivo anche in Italia, che opera con programmi efficaci di accoglienza. Interessanti sono anche Sant’Egidio e Caritas”.
SCHEDA LIBRO: Cortissima. Storia del popolo italiano. Migrazioni e mescolanze da un milione di anni, Ediesse 2019, di Gianguido Palumbo
Sintesi storica e appendici introduttive; 1. I primi esseri umani in Italia; 2. Dagli Etruschi ai Greci alla nascita di Roma; 3. Roma antica e l’Impero Romano; 4. Dall’Impero Romano al Medioevo; 5. Dal Medioevo al Rinascimento; 6. Dal Rinascimento al Risorgimento verso l’Unità d’Italia; 7. L’Unità d’Italia ed i nuovi arrivi: emigrazioni e immigrazioni (1860 – 1960); 8. Dai nuovi arrivi agli Albanesi (1960 – 1990); 9. Dagli «extracomunitari» agli «immigrati» (1990 – 2000); 10. Dalle politiche inclusive alle crisi mondiali e le nuove xenofobie (2000-2018)
Luciana Scarcia
(3 gennaio 2019)
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