Prosciolto Cédric Herrou: aiutò i migranti a superare la frontiera

Cédric Herrou
Photo credit: Sebastien Nogier Lusa/EPA
Il 13 maggio l’attivista e agricoltore francese Cédric Herrou è stato prosciolto dalla corte d’appello di Lione. Perseguito con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver aiutato duecento migranti ad attraversare la frontiera dal confine italiano, era stato condannato nell’agosto del 2017 a quattro mesi di prigione con la condizionale. È stato assolto in base al principio di fraternità, sancito nel 2018 dal Consiglio costituzionale francese.

L’aiuto ai migranti

Cédric Herrou nasce a Nizza. Dopo il diploma viaggia all’estero e, tornato in Francia, riesce ad acquistare un terreno a Breil-sur-Roya dove inizia a lavorare come contadino. Breil-sur-Roya, al confine tra Italia e Francia, non è un posto qualunque ma è un luogo di passaggio per migliaia di migranti. Nel 2011 Herrou comincia a trasportarli in macchina e a fornire loro assistenza. Qualche anno dopo, nel 2015, prende a ospitarli in casa sua. Nell’agosto del 2016 è accusato per la prima volta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver condotto otto migranti lungo il tragitto che collega l’Italia con la Francia. In quell’occasione è prosciolto ma, due mesi più tardi, è arrestato per aver occupato, insieme a una cinquantina di eritrei, un edificio abbandonato di proprietà delle ferrovie francesi.

La condanna

Il 18 gennaio 2017 Herrou è nuovamente preso in custodia dalla polizia, insieme a suo fratello e un’altra persona, per aver aiutato alcuni migranti ad attraversare il confine con la Francia. I tre sono rilasciati senza accusa. Un mese dopo, il 10 febbraio, il tribunale di Nizza condanna Herrou a una multa di tremila euro con la condizionale per l’assistenza fornita ai profughi nell’oltrepassare la frontiera. Lo assolve dalle altre accuse, fra cui quella per l’occupazione della struttura abbandonata, per le quali rischiava fino a cinque anni di carcere. Nel luglio dello stesso anno l’agricoltore è nuovamente arrestato alla stazione di Cannes per aver accompagnato 156 migranti a Marsiglia. L’8 agosto 2017 è condannato a quattro mesi di prigione con la condizionale.

Il “reato di solidarietà”

Divenuto il simbolo dell’aiuto ai migranti, Herrou non si arrende e presenta ricorso alla Corte Costituzionale francese. Assieme a lui Pierre-Alain Mannoni, un ricercatore universitario condannato nel settembre 2017 a 2 mesi di reclusione per il medesimo reato di «aiuto all’ingresso, alla circolazione e al soggiorno irregolare di uno straniero in Francia», meglio noto come “reato di solidarietà” o “reato di ospitalità” (art. L622-1 del codice francese di ingresso e residenza di stranieri e del diritto d’asilo).

L’assoluzione

Il 6 luglio 2018 il Consiglio costituzionale francese dà ragione a Herrou e Mannoni, stabilendo che l’aiuto disinteressato al soggiorno irregolare non può essere passibile di conseguenze giuridiche. Il Consiglio si appella al “principio di fraternità”, secondo il quale un atto umanitario nei confronti di uno straniero irregolarmente presente nel territorio non può costituire reato. La “fraternità”, dopo la “libertà” e “l’eguaglianza”, è infatti inclusa nel motto della Repubblica francese presente nell’articolo 2 della Costituzione. Il 12 dicembre 2018 il principio di fraternità è confermato anche dalla corte di Cassazione che annulla la condanna e rimanda l’imputato davanti alla corte d’appello di Lione. Il 13 maggio 2020, Cédric Herrou è definitivamente prosciolto da tutte le accuse a suo carico.

Il principio di fraternità in Italia

A differenza della Francia la “fraternità” non è menzionata esplicitamente nella Costituzione italiana, ma “emerge” dalla lettura di diversi articoli. L’articolo 2 della nostra Costituzione può essere inteso come una forma di “solidarietà orizzontale” fra gli uomini: «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti individuali dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». L’articolo 3 garantisce l’impegno dello Stato a favore della crescita di ciascuno e può essere letto come una forma di “solidarietà verticale”, in cui lo Stato ricopre una figura “paterna” nei confronti dei cittadini. Nell’articolo 11, infine, il nostro Paese sceglie di limitare parte della propria sovranità per promuovere la pace e la giustizia fra le Nazioni. Tale articolo può essere pertanto interpretato come un principio di “solidarietà universale”.

Vincenzo Lombardo(20 maggio 2020)

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