Come sta procedendo la prima fase di attuazione dell’art. 103 del Decreto Legge n. 34/2020?Dai dati del Viminale aggiornati ad oggi, 15 giugno, le domande pervenute sono quasi 32.000; il 91% di quelle già elaborate e il 76% di quelle in bozza riguardano il settore del lavoro domestico e assistenza alla persona. Il 72% dei richiedenti sono datori di lavoro italiani. Le nazionalità prevalenti dei lavoratori interessati sono: Marocco, Egitto e Bangla Desh nel lavoro domestico; India, Albania e Marocco per agricoltura e allevamento. Le richieste di permesso di soggiorno temporaneo presentate dai cittadini stranieri al 13 giugno sono poco più di 1200.Le indicazioni interministeriali stabiliscono che possono presentare la domanda:
- i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori presenti sul territorio prima dell’8 marzo 2020; devono pagare 500€; devono essere in possesso di un reddito annuo di almeno 30.000€ per le assunzioni nel settore agro-alimentare e di almeno 20-27.000€ per le assunzioni di colf e badanti a seconda che le famiglie siano monoreddito o costituite da più componenti;
- i cittadini stranieri, con permesso di soggiorno scaduto il 31 ottobre 2019 e presenti sul territorio dall’8 marzo 2020, possono richiedere il rilascio di un permesso temporaneo della durata di 6 mesi ai fini di un nuovo contratto di lavoro; devono pagare 130 €.
I settori interessati sono esclusivamente:
- agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;
- assistenza alla persona;
- lavoro domestico.
Le domande vanno presentate entro il 15 agosto
- per via telematica all’INPS, in caso di assunzione di lavoratori italiani e comunitari;
- allo Sportello unico per l’immigrazione, presso gli Uffici Postali per il rinnovo dei permessi di soggiorno scaduti.
Dopo l’acquisizione della domanda lo Sportello unico per l’immigrazione, acquisiti i pareri della Questura e dell’Ispettorato del lavoro, convocherà gli interessati per la stipula del contratto e la regolarizzazione.
Proposte in vista della conversione in legge
Molte le critiche alla complessità delle procedure e molte le proposte di emendamenti al decreto in vista della sua conversione in legge. In sintesi:
- allargare i tempi relativi alla scadenza per la presentazione delle domande, fissata al 15 luglio, e al limite del permesso di soggiorno scaduto, fissato al 31 ottobre 2019;
- ridurre la somma di 500 € a carico del datore di lavoro;
- non limitare il rapporto di regolarizzazione a un solo datore, tenendo conto dei lavori con cicli brevi sia in agricoltura sia nel lavoro domestico;
- estendere anche ai richiedenti asilo la possibilità di accedere a un permesso di soggiorno per lavoro (con nota interministeriale del 15 giugno sono stati inclusi, n.d.r.);
- ampliare ad altri settori lavorativi della possibilità di regolarizzazione.
Luciana Scarcia
(15 giugno 2020)
(aggiornato il 22 giugno 2020)
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