Il coronavirus non fa distinzioni, ma nell’emergenza chi vive in condizioni di precarietà soffre di più. Tra costoro ci sono gli immigrati: quelli ospitati nelle strutture d’accoglienza col rischio di diffusione del contagio – 84.946 al 31 marzo più altri 34 sbarcati il 6 aprile (Fonte: Ministero Interno)– e quelli che sono rimasti senza fonte di reddito a causa dell’epidemia.Badanti, colf, braccianti agricoli, addetti alla ristorazione, lavoratori edili, trasportatori, rider, facchini ecc.: sono lavoratori con un’elevata percentuale di stranieri.
Le misure del Governo
In questi giorni con il “Decreto Aprile” previsto entro Pasqua, il Governo sta mettendo a punto delle misure di tutela anche per queste categorie, escluse dal decreto “Cura Italia” di marzo. Lo strumento principale è il Reddito d’emergenza (Rem): 500-600€ per due mesi per tutti coloro che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali o dagli attuali bonus per l’emergenza coronavirus: colf, badanti, baby sitter, irregolari, stagionali (camerieri, addetti alle pulizie, contrattisti a tempo limitato), fast job (contrattisti a giornate o settimane) e chi lavora in nero.Ma ci sono altre questioni urgenti in attesa di provvedimenti:- una sanatoria che regolarizzi i migranti che lavorano nel nostro territorio – come ha fatto il governo portoghese – consenta l’assunzione di manodopera straniera e assicuri l’assistenza sanitaria;- il trasferimento dei migranti dalle strutture di prima accoglienza, affollate e insicure, a quelle di accoglienza diffusa del sistema Siproimi, compresi i titolari di permesso umanitario e i richiedenti asilo, esclusi dai Decreti sicurezza;- la chiusura dei CPR per motivi sanitari e per l’impossibilità di rimpatriare.Sono proposte presentate al Governo nelle settimane scorse da decine di associazioni insieme alla richiesta di abolire al più presto i Decreti sicurezza. Nei giorni passati il Ministero dell’Interno, con una circolare applicativa del decreto “Cura Italia”, ha disposto il prolungamento al 15 giugno dei permessi di soggiorno in scadenza.
I lavori con alta presenza di stranieri a rischio di sopravvivenza
Centinaia di migliaia sono le badanti e colf rimaste senza reddito. Quello dei servizi domestici e cura alla persona è il settore con l’incidenza più alta di stranieri: 68,9% del totale degli addetti, a netta prevalenza donne. Di queste il sindacato dei datori di lavoro domestico stima che siano 1.200.000 le lavoratrici in nero e 800.000 con contratto regolare, per un totale di circa 2 milioni.
In questa crisi epocale il mondo ha bisogno di un cambiamento di rotta delle politiche
In queste settimane che stanno sconvolgendo il mondo, le vulnerabilità sociali sono balzate in primo piano, accomunando italiani e stranieri, tutti con la paura di perdere i mezzi di sostentamento. I problemi sociali non risolti dal venir meno delle politiche di welfare si stanno palesando in tutta la loro drammaticità e stanno rivelando la stupidità di quelle campagne d’odio ispirate dallo slogan “prima gli italiani”. Stupide prima ancora che disumane perché i migranti sono già una componente essenziale del mondo del lavoro e della società, e garantire anche a loro le tutele sociali è interesse di tutta la collettività: solo così si può favorire l’evoluzione positiva dell’attuale crisi.
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(8 aprile 2020)
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