“Ti racconterò di me” narrazioni sonore senza spazio nè tempo

Roma, Piazza Don Bosco, una ragazza su una panchina, gli alberi intorno. Seduta, sola e in compagnia dell’andirivieni dei passanti, fa partire i pensieri. Uno tira l’altro in un gioco di associazioni libere. Comincia così Ti racconterò di me, la narrazione sonora realizzata dalle studentesse dell’IIS Piaget Diaz e curato da Guide Invisibili per Collezione di Classe.

La piazza è il posto migliore per chi ancora non sa bene dove mettersi, per chi ha bisogno di stare solo ma in mezzo alla gente, per chi ha bisogno di guardarsi attorno e andare avanti e indietro con la testa, che sia di un giorno o di un decennio.

 

Fonte: Facebook, Guide Invisibili

“Ti racconterò di me”: sedersi in piazza e ascoltare i pensieri

“Ti Racconterò di Me è un racconto sonoro creato per l’area intorno alla Piazza Don Bosco, nella periferia di Roma, dalle studentesse della classe IIA (a.s. 2019-2020) dell’IIS Piaget-Diaz. Un racconto sull’amore, la famiglia, la solitudine, il bullismo e l’identità, una ricerca sonora sul mondo dell’adolescenza dalla prospettiva di quindici ragazze”. Si legge nella descrizione del progetto. Ma forse non è così. O almeno non è tutto.

Ad ascoltare la narrazione audio non c’è un’area geografica in cui circoscriverla, non ci sono temi puntuali o un’età particolare a cui ricondurla. Nei 13 minuti di suoni e parole registrati dalle studentesse dell’IIS Piaget Diaz c’è quello che succede a chiunque si trovi in una piazza, in solitaria, difronte alla città che scorre.

Fonte: Facebook, Guide Invisibili

Seduto in piazza Vittorio, poco distante dalla stazione Termini, c’è un ragazzo che arriva da un altro continente. Almeno per un po’ ha trovato il suo posto nella città, ma basta uno sguardo sugli altri, italiani e non, per sentirsi pienamente straniero e far fluire i pensieri dal senso di inadeguatezza del presente alle speranze future, passando per i desideri del passato.

Su una panchina di piazza dell’Alberone, in zona Furio Camillo, nel suo appuntamento fisso con l’informazione un pensionato richiude il giornale e si guarda attorno. Nel caldo d’agosto due bambini, poco oltre, giocano a campana dopo aver tracciato col gesso sull’asfalto il campo di azione e in un attimo si ritrova con la mente nella piazza di un piccolo paese dell’Italia dell’entroterra, dove è nato.

Fonte: Facebook, Guide Invisibili

In una Roma senza viaggiatori dall’estero, un turista interno si siede nella centralissima piazza San Silvestro su una delle enormi panchine di marmo: si sposta da solo, treno e piedi, guarda i suoi e quelli del senza tetto che gli sta difronte. Nel frattempo, con la testa si è spostato altrove, e sta calciando un pallone nell’area di rigore, qualcuno dagli spalti gli grida che non ha il fisico per segnare il goal.

Troppo grasso, coma le ragazza di piazza don Bosco, che come si scopre alla fine del racconto, non è una, ma la sintesi di 13 ragazze, delle loro insicurezze, del loro sguardo sul mondo e sulla città che si muove attorno mentre loro si fermano per qualche minuto.

Il flusso delle studentesse dell’IIS PIaget Diaz è universale, cambiando punto di partenza e protagonista cambia anche il flusso dei pensieri, ma non del tutto. Provare per credere.

Le istruzioni di Guide Invisibili danno precise indicazioni:

  • vai in una piazza pubblica della città in cui ti trovi.;
  • cerca un posto tranquillo;
  • esplora lo spazio;
  • premi play e lasciati trasportare dal racconto.

Il consiglio di Piuculture è quello di ripetere l’operazione una seconda volta, ma senza premere “play”, solo lasciandosi trasportare dai pensieri, i propri.

Rosy D’Elia
(11 agosto 2020)

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