Studiare italiano è una necessità: la storia di Herman

Studiare italiano per gli stranieri è una necessità. Non c’è pandemia che tenga. La nuova ondata di contagi è un freno per le lezioni in presenza, anche per quelle di italiano L2. Si torna online ancora una volta con tutte le difficoltà che ne derivano, ma fermarsi sarebbe impossibile.

La scuola è cittadinanza e futuro per tutti: bambini, ragazzi, adulti. E per i migranti è anche una delle strade obbligate per ottenere i documenti di soggiorno, come dimostra la storia di Herman.

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Foto Archivio Piuculture

Studiare italiano per gli stranieri è una necessità: la storia di Herman

A 55 anni quest’estate è tornato ad essere uno studente per necessità più che per scelta: “a Lomé, in Togo, mi sono fermato al liceo, poi quando sono arrivato qui ho seguito delle lezioni di lingua la lingua”. È in Italia da 12 anni e ha vissuto una lunga trafila di ricorsi e problemi burocratici per ottenere i documenti.

“Sono stati anni pesanti, non sapevo cosa rispondere alla mia famiglia che mi chiedeva notizie”. Nel periodo più difficile il supporto è arrivato dal Centro Astalli, prima di tutto con l’accoglienza di una delle strutture gestita a Roma dai Gesuiti.

Superando l’esame di italiano A2 ha aggiunto uno dei tasselli fondamentali per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo, dopo essersi visto rifiutare negli anni scorsi lo status di rifugiato, e aver ottenuto una protezione umanitaria, poi abrogata dal primo Decreto Sicurezza.

Tra i requisiti fondamentali per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo, ci sono il lavoro e la lingua.

Per questo ad agosto, nei giorni di pausa dal lavoro di badante, Herman è tornato a fare i conti con il dettato e l’uso corretto degli articoli, “la cosa più difficile per me in italiano”, con la coniugazione dei verbi e con la composizione delle frasi in un’aula speciale, il Circo Massimo, negli incontri all’aperto organizzati dall’associazione Casa Africa che anche durante l’estate non ha mai smesso di tenere le lezioni.

Studiare italiano per gli stranieri è una necessità: anche il Circo Massimo diventa un’aula

“Studiavamo all’ombra sotto gli alberi”: nonostante il clima rovente, l’estate ha offerto a molti studenti per necessità l’occasione di poter studiare in sicurezza e in presenza dopo mesi di didattica a distanza.

“Con le nuove restrizioni alcune associazioni hanno deciso di proseguire le lezioni online. Altre, tra cui anche Casa Africa, stanno continuando in presenza, a piccoli gruppi e con le dovute precauzioni”, la Rete Scuolemigranti monitora costantemente le attività di quasi 100 associazioni presenti a Roma e nel Lazio che da marzo 2020 sono state costrette a testare nuove strategie di insegnamento e nuovi canali. L’ultimo attivato è il tutoraggio uno a uno via WhatsApp.

Herman ha dedicato i giovedì e le domeniche d’estate, i due giorni di pausa dalla routine del lavoro di badante, allo studio dell’italiano. E a settembre ha superato l’esame di livello A2: a fine novembre ha appuntamento per consegnare tutta la documentazione e ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo. Con la mente va già a quando potrà tornare a casa, “manco da tre anni , ma ora dovrò aspettare ancora perché c’è il coronavirus”.

Anche se l’obiettivo è raggiunto e a scuola è tornato per necessità, l’intenzione di Herman è quella di continuare a studiare e se le lezioni saranno online, “va bene anche così”. Nelle aule canoniche, all’aperto sotto il sole cocente d’agosto o sulle piattaforme digitali, l’unica cosa davvero importante è non fermarsi. Neanche quando tutto intorno, per forza di cose, rallenta.

Rosy D’Elia
(16 novembre 2020)

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