La festività Pasquali a Cusco cosi come in tutto il mondo cattolico non si celebrano più come prima a causa della pandemia. Il governo in Perù ha disposto diverse restrizioni, niente più assembramenti, la messa pasquale e la benedizione si riceve attraverso la televisione o internet, niente più processioni, ma vengono riproposte in tv le registrazioni di quelle degli anni scorsi. “Di questa festa cattolica fatta di riti, credenze, e contatto umano rimane solo un ricordo, sperando che arrivino tempi migliori” racconta Luz originaria di Cusco, città nel cuore della Cordigliera delle Ande.
La pasqua o “semana santa” a Cusco in Perù
La Pasqua in Perù è comunemente nota come Semana Santa, in particolare a Cusco è una celebrazione associata al “Señor de los Temblores”, santo protettore della città. Tale festività è occasione di eventi e celebrazioni. “Da quando il cattolicesimo è stato portato in Perù dagli spagnoli nel XVI secolo, gli andini hanno avuto un approccio complesso alla religione” spiega Luz, ”quando arrivarono gli spagnoli, le comunità andine indigene avevano già le proprie credenze e pratiche religiose consolidate, molte delle quali divennero parte del loro nuovo cattolicesimo. Oggi, il risultato è una fusione tra cattolicesimo e credenze indigene. Questo mix di religiosità, cultura, tradizione, fede e costumi andino-cattolici è più evidente durante la Settimana Santa, quando la religione nativa e i rituali cattolici vengono portati in primo piano attraverso commemorazioni e tradizioni pasquali”.
Settimana Santa a Cusco prima del Covid
Domenica delle Palme:
“La Domenica delle Palme è il giorno che segna la fine della Quaresima e l’inizio della Settimana Santa. Questa festa cattolica si caratterizza con momenti di perdono e riflessione. Ma con la pandemia” spiega Luz “alcune attività come le processioni, che comportano assembramenti, sono state sospese. La domenica delle Palme inizia a Cusco alle 5 del mattino con la popolare Messa del Gallo nella cattedrale della città. I fedeli non solo assistono a questa cerimonia, ma anche alle diverse messe che si trovano nelle molte chiese e parrocchie della città. Si portano mazzi di palme e croci intrecciate di questa stessa pianta che vengono benedetti durante la celebrazione e portati nelle case per appenderli dietro alle porte di ingresso come simbolo di protezione”.
Lunedì Santo:
Durante la settimana santa diverse giornate sono caratterizzate da eventi particolari, “il lunedì santo è un giorno centrale e simbolico per la devozione al “Señor de los Temblores”, una celebrazione importante per i cattolici della città. Prima della pandemia, c’era una affollata processione che era uno spettacolo di profonda fede e tradizione: il patrono, il Señor de los Temblores, esce in processione per la città e dà la benedizione ai fedeli. Questa processione riunisce una moltitudine di persone, sembra che quasi tutta la città si rechi a Plaza de Armas, principale piazza di Cusco, per accompagnare e rendere omaggio all’immagine del Cristo crocifisso”. La processione ha una durata di circa sei ore “un vero spettacolo di colori, fede e devozione”, ricorda Luz con nostalgia.
La storia del “Señor de los Temblores” e il perche esce in processione il Lunedi Santo
La storia del “Señor de los Temblores” risale all’epoca coloniale, quando nel 1620 per ordine del re Carlo V fu scolpito un Cristo diverso da quelli venerati in Spagna. L’obiettivo era consolidare il processo di evangelizzazione del Perù, percui Cristo doveva avere il colore del rame e caratteristiche meticce in modo che gli indigeni potessero identificarsi in questa immagine. Inoltre, secondo le cronache dei tempi, il 31 marzo 1650, ci fu un tremendo terremoto che scosse Cusco. “La tradizione racconta che un gruppo di fedeli portò in processione il Cristo per placare l’ira divina. Il terremoto si fermò e l’immagine di Cristo fu posta sulla porta della cattedrale, con la speranza che potesse placare le continue scosse di assestamento. Fu cosi che a causa di questo terremoto il Cristo fu battezzato “Señor de los Temblores” da quel giorno suscitò grande devozione e il popolo di fronte a questo miracolo lo proclamò “Santo patrono di Cusco”. Ed è dal 1741 che si usa che la scultura di Cristo esca in processione per la città, ogni lunedì santo, per benedire il suo popolo”.
Un altro protagonista della processione del lunedì santo è il Ñucchu, fiore andino dai petali rossi. Questo fiore è un altro esempio della fusione religiosa che caratterizza la devozione cattolica nei popoli del Perù, dove rituali cattolici si uniscono con la tradizione ancestrale andina. “Per i fedeli il Ñucchu simboleggia il sangue di Cristo e nel culto ancestrale andino questo fiore era usato come offerta al dio Sole o Wiracocha in lingua nativa Quechua.” racconta Luz, “Molti ragazzi e intere famiglie prima dell’inizo della settimana santa si recano sulle alte montagne per raccogliere interi cestini colmi di questo fiore così il Lunedi Santo, alla processione, possano lanciare i petali di questo fiore al loro Santo Patrono, in segno di omaggio e devozione”.
Giovedi Santo:
Il Giovedì Santo nella Cattedrale della Città è tradizione che l’Arcivescovo lavi i piedi di dodici anziani per commemorare la lavanda dei piedi fatta da Gesù ai suoi 12 apostoli. “Quest’anno tale avvenimento potrà essere visto solo in televisione. Mentre con ingresso contingentato si potranno acquistare, nelle diverse piazze della città, dolci tradizionali tipicamente andini come: maicillos, torte, le empanadas, sospiri. Verso sera e prima del Covid, per le famiglie era consuetudine visitare sette chiese del centro storico, rievocando le cadute di Gesù sulla via del monte Calvario”.
Venerdi Santo:
Il Venerdì Santo è caratterizzato da dun pasto a base di cibi magri. “A mezzogiorno, le famiglie si riuniscono e si possono gustare dodici piatti tradizionali che alludono ai 12 apostoli di Cristo. Ovviamente a causa delle restrizioni dovute al Covid-19 anche questi festeggiamenti non saranno possibili quest’anno”. Luz passa a illustrare i piatti che si sarebbero condivisi se non ci fosse stata la pandemia, “la tradizione di preparare i dodici piatti è conservata da molte famiglie a Cusco. La maggior parte di questi piatti sono zuppe a base di prodotti andini, tra cui lawa di mais (zuppa a base di crema di mais) tarwi,(che è una specie di fava andina), llullucha (alga a forma di palline verdastre prelevata dalle lagune), zuppa di olluco (tubero andino), mentre i secondi sono a base di pesce, tra i dolci tradizionali che accompagnano il fine pasto c’è l’arroz con leche (dolce a base di riso e latte) empanadas dolci e maicillos, sciroppo di pesche. E nel tardo pomeriggio c’era l’usanza che intere famiglie accompagnassero la processione del “Santo Sepolcro” nei diversi quartieri della città.
Domenica di Pasqua:
La domenica della Resurrezione inizia con gruppi di fedeli che assistono dalle 7 del mattino alla prima messa della giornata per ascoltare l’omelia della domenica di Pasqua. È il giorno più importante perché si celebra la resurrezione di Gesù. A Cusco durante la Domenica della Resurrezione, racconta Luz “oltre a celebrare messe in tutte le chiese si assisteva anche alla processione con l’immagine del Cristo risorto. Nelle piazze c’era movimento, si percepiva in città, prima della pandemia, il profumo degli incensi e delle diverse candele aromatiche”. Tutto si conclude con la domenica di Pasqua, non esistendo in Perù Pasquetta le persone si riposano e si preparano per il ritorno al lavoro.
Melany Soto
(31 Marzo 2021)
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