Africa MEDIAta, il report di Amref sull’Africa nei media

Africa MEDIAta

“Tra gli effetti dell’emergenza Covid-19 vi è la progressiva scomparsa mediatica, nel corso del 2020, di temi, eventi e Paesi dell’Africa”. In occasione della Giornata Mondiale dell’Africa, il 25 maggio, Amref ha presentato la seconda edizione di “Africa MEDIAta”, il report a cura dell’Osservatorio di Pavia su come l’Africa viene rappresentata nei media e nell’immaginario giovanile. La presentazione del dossier, avvenuta presso la Casa del Cinema di Roma, ha visto anche la partecipazione di Mackda Ghebremariam Tesfaù, sociologa e attivista di Razzismo Brutta Storia, dell’ex sindaco di Roma Walter Veltroni e di Haroun Fall, attore protagonista della serie televisiva Zero.

L’Africa non fa più notizia

Il Rapporto registra una diminuzione dell’attenzione per l’Africa nel 2020 sulla stampa, nei notiziari e nei programmi di informazione principalmente a causa della pandemia. Nei sei quotidiani nazionali analizzati, dal 1 luglio 2019 al 28 febbraio 2021, vi è stato un calo del 55% rispetto alla rilevazione del 2019. “Tra i Paesi africani più rappresentati svettano la Libia e l’Egitto, che insieme monopolizzano il 58% delle notizie”. Nello stesso periodo nei notiziari del prime time vi è stato solo l’1,6% di notizie dedicate all’Africa: “i due picchi di attenzione sono tra dicembre e gennaio 2019, con la crisi libica e a febbraio 2021, con l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, del carabiniere e dell’autista che viaggiavano con lui”. I temi prevalenti riguardanti i Paesi africani sono la guerra e il terrorismo (32,9%), la politica (28,7%) e la migrazione (12%), a seguire lo sport (2,1%) e la cultura (1,3%). Per quanto riguarda i 91 programmi di informazione analizzati, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020 vi è stato 1 riferimento all’Africa ogni 58 ore di programmazione. Nel dossier anche l’analisi di oltre 8mila post Facebook: anche in questo caso la Libia e l’Egitto sono i Paesi africani dei quali si parla di più. Nel complesso “la novità del 2020 nell’informazione è in merito ai temi del razzismo e dei diritti delle minoranze etniche, anche a seguito dall’uccisione di George Floyd e dei movimenti di protesta che ne sono conseguiti”. Secondo il report tali temi erano invece del tutto marginali nelle rilevazioni precedenti.

La percezione dei bambini

Per comprendere quale sia l’Africa trasmessa dalle fiction destinate ai minori il report analizza 30 diversi titoli, fra cui “Il Re Leone”, “La Compagnia dei Celestini” e “Lupin”: se 26 titoli presentano personaggi africani o afrodiscendenti e nell’83% dei casi essi sono rappresentati come eroi, solo 2 produzioni su 30 presentato una “immersione” nel continente africano. Infine, allo scopo di capire in che modo bambini e ragazzi di età compresa tra i 10 e 14 anni percepiscano l’Africa proposta dai media, tra marzo e aprile 2021 sono stati condotti 8 focus group in 5 istituti scolastici nelle città di Roma, Milano e Pavia. Da questo progetto, che ha visto la partecipazione di 182 studenti, è nato il video “Conosciamoci” realizzato da Walter Veltroni per Amref.

Il razzismo in Italia

“Oggi è il 25 maggio, Giornata Mondiale dell’Africa, ed esattamente un anno fa veniva assassinato George Floyd negli Stati Uniti d’America. Quel giorno ha rappresentato uno spartiacque e la nascita di movimenti come Black Lives Matter”, ricorda il direttore di Amref Guglielmo Micucci nel corso dell’evento di presentazione del dossier. “Anche oggi – afferma Mackda Ghebremariam Tesfaù – ci troviamo a testimoniare di vite nere interrotte dal razzismo istituzionale: è di pochi giorni fa (23 maggio, n.d.r.) la notizia del suicidio di Baldi Moussa, trovato impiccato in una cella nel centro di permanenza e rimpatrio di Torino. Sottolineo la parola cella, perché le parole sono importanti. Moussa, reduce da un’aggressione a mano armata a opera di tre italiani bianchi a Ventimiglia, era stato internato nel Cpr di Torino dopo aver ricevuto cure insufficienti. Per giorni ha chiesto aiuto, perché ancora dolorante, senza riceverne. Dalla notizia della sua morte le persone recluse con lui stanno portando avanti uno sciopero della fame”.

Veltroni: la nostra immagine dell’Africa è stereotipata

“L’informazione in Italia è diventata molto più ‘italo-centrica’ di quanto fosse in passato”, interviene Walter Veltroni. “Un paradosso in questo mondo globalizzato, così vicino e così abbordabile, nel quale si sono fatte strada idee nazionaliste e sovraniste. Quando nelle nostre notizie sull’Africa ci si riferisce solo a due Paesi, la Libia e l’Egitto, in realtà noi non stiamo parlando dell’Africa ma stiamo parlando di noi stessi, perché la Libia ci interessa per la questione migratoria e l’Egitto per l’omicidio di Giulio Regeni e il dramma di Patrick Zaki. Sostanzialmente siamo ancora a una immagine dell’Africa stereotipata. La percezione è sospesa tra l’Africa come luogo di povertà, come luogo di abbandono, come luogo di guerra e al tempo stesso come territorio di cura da parte dei generosi. In Italia vi è un razzismo che non è mai stato del tutto cancellato dal nostro DNA. Non abbiamo fatto i conti fino in fondo con il passato, con le leggi razziali e con il pregiudizio in base al quale esisterebbe una nostra superiorità o comunque una diversità che non viene vissuta come un valore, ma con minacciosa inquietudine. Ovviamente non dobbiamo pensare che questo riguardi tutto il Paese, per fortuna la stragrande maggioranza degli italiani ha dentro di sé codici positivi e considerano l’idea di una società multietnica come ormai acquisita”, conclude Veltroni.

Il coraggio di cambiare

“Siamo stati il primo cast afrodiscendente a essere rappresentato all’interno di una rete internazionale”, afferma Haroun Fall, attore della serie televisiva Zero. “Io faccio l’attore da dieci anni. Ho studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, fondato da Mussolini nel 1935. Da allora a oggi solamente tre persone nere, me compreso, sono entrate in quella scuola: una rappresentanza non sufficiente. L’Italia, purtroppo, è uno di quei Paesi che non ha la volontà, oppure non ha la forza, di fare i conti col suo periodo coloniale. Questo rappresenta un forte limite, perché il colonialismo è uno dei principali motivi per poter riuscire a comprendere le migrazioni odierne”. A concludere la presentazione del rapporto il direttore di Amref Micucci: “se anche nelle redazioni dei giornali e delle TV incominciassero a entrare gli afrodiscendenti ci sarebbe una maggiore contaminazione” che produrrebbe effetti positivi nella rappresentazione dell’Africa nei media. “Anche le organizzazioni della società civile che si occupano di Africa dovrebbero avere il coraggio di smetterla di comunicare solo in un determinato modo (pietistico, n.d.r.), una modalità che in alcuni casi è necessaria per poter raccogliere risorse ma che può essere espressa diversamente. Dobbiamo tutti avere il coraggio di cambiare”.

Il dossier completo Africa MEDIAta è disponibile al seguente link

L’evento di presentazione Africa MEDIAta è disponibile al seguente link

Vincenzo Lombardo
(26 maggio 2021)

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