Niente Paura: sabato si conclude il laboratorio di Piuculture

I ragazzi di Niente Paura in aula: tra giornalismo e storytelling

Nemmeno una pandemia è riuscita a frenare la voglia di conoscere, imparare, costruire e i ragazzi di Niente Paura ne sanno qualcosa. Come tutte le cose belle, anche questa seconda edizione del laboratorio di scrittura, audio, video e fotografia rivolto a Msna e studenti italiani e realizzato dalla redazione Piuculture con il sostegno dell’8×1000 della Chiesa Valdese è giunta al termine. Sabato 29 maggio, negli spazi della Città dell’Altra Economia, tutor e ragazzi si saluteranno, non prima di aver presentato parte dei contenuti realizzati nel corso di cinque mesi di attività: le fotografie, i video e podcast.

Niente Paura, le attività: tra giornalismo e storytelling

I primi incontri si sono svolti online a partire da gennaio, ma dopo qualche settimana di sofferta distanza Abdi, Alessandro, Anastasia, Angel, David, Francesco, Giatano, Lucrezia e Marika si sono conosciuti di persona. Hanno tutti dai 16 ai venti anni e vengono da Roma ma anche dalla Somalia, dal Texas, dalle Filippie e dall’Honduras e sono accomunati alcuni dalla passione per la fotografia, altri per i manga, il disegno, il calcio. Nonostante la timidezza iniziale, alla quale lo stesso titolo del laboratorio cerca di dare una spinta di incoraggiamento, si sono fatti coinvolgere in varie attività trasversali prima tra tutte la scrittura giornalistica: i tutor li hanno guidati tra fake news, regola delle 5 W e interviste sino a condurli alla stesura di un articolo.

E proprio come una vera redazione hanno poi fatto squadra per individuare i temi da sviluppare nelle attività dedicate alle interviste alla base della produzione audio. Marco Stefanelli, già tutor consolidato dall’edizione precedente e autore di Guide Invisibili, li ha aiutati nella realizzazione di un podcast che racconta e affronta il tema della paura ma anche apatia, sogno, desidero, futuro. Hanno avuto la possibilità di intervistare tre persone con storie tutte diverse tra loro, Marwa proveniente dalla Siria, Zak originario della Somalia e Irene ditaliana di Rimini, trasferita a Roma, sulle cui testimonianze hanno scritto, commentato e registrato.

Niente Paura, le attività: raccontare attraverso lo sguardo

Alla luce di una Villa Borghese in fiore i ragazzi hanno anche allenato l’occhio: durante le attività dedicate alla fotografia, dopo qualche breve lezione storica e tecnica, si sono espressi attraverso lo sguardo: muniti di cellulari, hanno perlustrato il parco alla ricerca di scatti significativi. Sotto la guida di Lucio, videomaker e giornalista si sono destreggiati in riprese e interviste.

Alla fine di ogni giornata alcuni dei ragazzi si sono cimentati nella raccolta del materiale per aggiornare la pagina di Instagram dedicata: hanno scelto foto ed elaborato il testo che meglio raccontasse l’incontro, con l’idea di tenere un vero e proprio diario di bordo virtuale.

Portare a casa obiettivi e legami

Se si dovesse passare in rassegna un elenco degli obiettivi e le finalità del progetto sicuramente si potrebbe spuntare ognuna delle voci in programma. Apprendere le competenze base della comunicazione scritta, potenziare le capacità comunicative, creare occasioni di condivisione sono state le prerogative e, nel concreto, il risultato finale delle attività di Niente Paura. Ma oltre alle capacità acquisite, un risultato  importante per i tutor è stato la possibilità di relazionarsi con le sensibilità dei ragazzi e far sì che loro stessi lo facessero con i propri compagni, riuscendo a creare legami concreti al di là delle ore passate insieme in aula.

Giada Stallone
(26 maggio 2021)

Leggi anche: