Elezioni a Roma, la parola ai candidati di origine non italiana

In vista delle elezioni, del sindaco, del consiglio comunale e del presidente e dei consiglieri dei 15 Municipi di Roma, Piuculture ha intervistato alcuni candidati di origine non italiana, rivolgendo a tutti le stesse domande. Ecco che cosa hanno risposto.

Barbara Katarzyna Bodnar – Movimento Storico Romano Lista Nerone

Barbara Katarzyna Bodnar è originaria della Polonia e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Sergio Iacomoni.

Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Ho deciso di candidarmi per amore di Roma. Il Movimento Storico Romano e i suoi rappresentanti trasmettono questo affetto in tutto quello che fanno per la città. Vorrei dare il mio contributo perché capisco le problematiche che affrontano i cittadini di Roma, in particolare perché vedo la mia città, negli ultimi anni, molto trascurata, quasi abbandonata a se stessa: gli schieramenti politici passano la maggior parte del tempo a discutere sulle problematiche cittadine, spesso senza risolvere niente. Sporcizia, cumuli di spazzatura in bella vista, in centro o in periferia, di giorno in giorno, aumentano sotto gli occhi dei turisti; le strade, con l’asfalto screpolato e pericolose buche, diventano trappole per gli automobilisti e motociclisti (parlo da motociclista). Un altro problema che è stato notato da molti cittadini è la mancanza di cura e manutenzione dei bellissimi pini, che crescono in molti quartieri di Roma e sono tanto cari ai romani: i soldi spesi per le drastiche potature potrebbero essere investiti nella loro manutenzione.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
Affrontare le problematiche di tutti i cittadini della nostra capitale vuol dire affrontarle, migliorandole e risolvendole, sapendo che ciò migliora la vita non solo dei romani, ma anche degli stranieri a prescindere che la loro permanenza nella Capitale sia fissa o solo temporanea. Per esempio, con il covid, i tempi d’attesa per qualsiasi pratica amministrativa si sono allungati molto: il programma del Movimento Storico Romano (Tavola II, punto 3) propone di istituire “in ogni Municipio un Patronato, civico di quartiere, anche tcon la collaborazione di professionisti –  volontari che assista i cittadini e canalizzi le loro istanze e ricorsi gratuiti in tema di accesso ai documenti, al Difensore civico regionale o metropolitano…”.

Quali sono, secondo lei, le prime 3 priorità legate ai migranti e agli stranieri da affrontare a Roma e in particolare nel suo municipio di appartenenza?
Le priorità esistono già e sono ben definite e specificate nelle “Disposizioni per la promozione e la tutela dell’esercizio dei diritti civili e sociali e la piena uguaglianza dei cittadini stranieri immigrati”, approvate con la deliberazione legislativa del consiglio regionale del 25 giugno 2008. Si tratta solo di applicarle meglio con responsabilità, senza trascurare nessun aspetto; dalle attività inerenti alla rimozione di ogni tipo di violenza, di razzismo e di discriminazione, all’assistenza sociale e sanitaria fino alla formazione attraverso le lezioni gratuite della lingua italiana, e rispetto delle leggi attraverso la conoscenza e lo studio della Costituzione italiana.

Carmen Lavinia Orbulescu Calenda Sindaco

Carmen Lavinia Orbulescu è originaria della Romania e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Carlo Calenda

Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Sono nata in Romania, ma sono venuta in Italia a 13 anni: ho vissuto e studiato in Sicilia, ma vivo a Roma dal 2015. La scelta di candidarmi si basa sulla convinzione per cui ognuno è artefice del proprio destino e, se si vuole essere ascoltati e si desidera cambiare le cose, non si può essere spettatori, ma bisogna fare qualcosa: è necessario partecipare attivamente alla vita politica della società in cui si vive. Il mio obiettivo, infatti, è smuovere la coscienza collettiva di tutte le comunità straniere, in particolare di quella romena, di cui faccio parte: solo attraverso una partecipazione attiva anche a livello istituzionale si realizza una vera integrazione, funzionale a migliorare il territorio in cui si vive e, dunque, la vita della comunità che lo abita. Spero di dare un esempio, in questo senso.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
Ho scelto di candidarmi nella lista “Calenda sindaco” per una serie di motivi. In primo luogo si tratta di una lista civica ed io, da anni, faccio attivismo civico; inoltre, la lista rispecchia la realtà territoriale che intende rappresentare: il 10% dei componenti, infatti, è di origine straniera; infine, sostiene un programma di interventi elaborato da professionisti e basato su numeri e dati tratti dalla realtà, concreto e serio.

Quali sono, secondo lei, le prime 3 priorità legate ai migranti e agli stranieri da affrontare a Roma e in particolare nel suo municipio di appartenenza?
Vivo nel VI municipio e sono andata personalmente a parlare con i rappresentati della comunità romena, una delle più grandi comunità straniere presenti nel comune di Roma, per poter individuare i loro bisogni: la necessità manifestata è stata quella di avere un centro culturale, dove potersi riunire, ma soprattutto dove poter organizzare corsi di lingua romena. Infatti, i bambini e i ragazzi della comunità, spesso nati in Italia, parlano e imparano l’italiano a scuola e usano il romeno in famiglia: i genitori, però, vorrebbero che i figli imparassero anche il romeno scolastico, insegnato da docenti madrelingua in un centro culturale apposito. Un’altra priorità di intervento sarebbe quella di rimuovere gli ostacoli burocratici che impediscono la realizzazione di progetti destinati al sostegno di persone in difficoltà: tra questi, la realizzazione di una casa di accoglienza per bisognosi in un terreno di proprietà della Chiesa ortodossa, purtroppo rimasto fermo. Infine, servirebbero più strumenti di ascolto per poter raccogliere le necessità segnalate dalle varie comunità straniere presenti nel suo territorio, diverse e specifiche per ognuna di esse.

Elio Eligert Hima – Revoluzione civica

Elio Eligert Hima è originario dell’Albania e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Monica Lozzi.

Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Lavoro come piccolo imprenditore nel Municipio X da tanti anni. Venendo da un altro Paese, pensavo che avrei trovato molta esitazione nell’affidarsi alla mia azienda; invece, la mia offerta si è da subito ben collocata con la domanda del territorio. Nel tempo molti dei miei clienti mi hanno spinto ad occuparmi di eventi con l’obiettivo primario di valorizzare il potenziale del nostro territorio: il successo di queste iniziative mi ha dato la spinta emotiva per decidere di mettere al servizio dei cittadini le mie capacità.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
La questione delle migrazioni non rientra, in modo principale, nel tema di cui mi occupo. Tuttavia, non posso che esprimere massima soddisfazione per essere parte di un gruppo civico che ha messo i diritti civili in cima alle sue priorità. Si è parlato molto di inclusione e quando si tocca questo tema non si può non toccare quello delle migrazioni. La sfida più grande sarà quella di lavorare e costruire nuove opportunità avvalendosi del supporto di tutti, anche dei migranti. Ognuno di loro, se inserito in un contesto di legalità, può essere un validissimo supporto allo sviluppo del nostro territorio e della città.

Quali sono, secondo lei, le prime 3 priorità legate ai migranti e agli stranieri da affrontare a Roma e in particolare nel suo municipio di appartenenza?
Più che tre punti indicherei una linea da seguire, iniziando sicuramente dal non escludere totalmente i migranti dalla partecipazione alle istituzioni. I migranti  devono essere immediatamente inclusi nel processo partecipativo della città e inseriti nel circuito delle attività produttive; occorre colmare le difficoltà linguistiche con dei corsi di lingua italiana gratuiti presso i municipi e, successivamente, attivare un protocollo per l’inclusività offrendo loro un primo lavoro temporaneo alle dipendenze del Comune, impiegandoli in lavori di manutenzione della città (dal verde orizzontale e verticale alle manutenzioni stradali, ma anche per i servizi di sicurezza nella pineta e sulla spiaggia). Così facendo, potremo essere sicuri che la qualità della loro vita sia adeguata e, allo stesso tempo, i loro servizi utili alla città.

Mirjana Veskov – Movimento Idea Sociale M.I.S.

Mirjana Veskov è originaria della Jugoslavia e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Gian Luca Gismondi.

Mirjana-Veskov

Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Ho deciso di candidarmi per dare il mio contributo alla società. Ritengo di avere buon senso e mi piacerebbe che in Italia si potesse tornare alla normalità perchè penso che in questo momento regni il caos assoluto: ci sono le regole ma non si rispettano, ci sono le leggi ma non si rispettano neanche queste. Invece, ci sono Paesi molto più grandi che riescono a mantenere un certo ordine e spero che questo avverrà anche in Italia. Pertanto, intendo battermi per la giustizia, per la pulizia della città di Roma, per l’ordine e per tutte le cose importanti per una vita serena.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
Nessuno di noi è razzista, ma vogliamo che gli stranieri che vengono in Italia si comportino bene: io stessa sono di origini straniere, ma non ho mai fatto una rapina, non ho spacciato etc. Chi si comporta bene, lavora e si integra davvero, può rimanere; chi, invece, crea problemi di qualsiasi genere, deve tornare al proprio Paese. Bisogna creare dei centri per il rimpatrio, capire dove sono le guerre di cui si parla, capire il comportamento e le intenzioni dei singoli stranieri e poi decidere se possono rimanere o se devono essere mandati via: così la pensa il partito, il Movimento Idea Sociale e così la penso anche io.

Quali sono, secondo lei, le prime 3 priorità legate ai migranti e agli stranieri da affrontare a Roma e in particolare nel suo municipio di appartenenza?
Per quanto riguarda gli stranieri nel VI Municipio, farei un elenco di tutti residenti; organizzerei corsi di lingue, per esempio, ma anche corsi per imparare un mestiere. Bisogna impegnare i migranti in delle attività: la mancanza di una occupazione a cui dedicarsi, purtroppo, può creare il rischio della partecipazione ad attività illecite; insegnare loro un mestiere, invece,  potrebbe essere la via di una vera integrazione: se vengono lasciati soli a parlare unicamente tra loro, l’integrazione diventa impossibile.

Diego Zandel – Liberisti Italiani

Diego Zandel è originario della Jugoslavia e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Andrea Bernaudo.


Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Sono italiano, di famiglia italiana, che ha scelto di restare tale rifiutandosi di vivere nella Jugoslavia di Tito. Noi esuli siamo tali dalle terre della Venezia Giulia cedute alla Jugoslavia. Perché mi candido al comunie di Roma? A grande richiesta… no, è vero però che alcuni amici radicali, liberisti e libertari mi hanno chiesto di candidarmi al comune di Roma per la lista di Liberisti Italiani, con candidato sindaco Andrea Bernaudo, una persona perbene, competente, che conosco da tempo, già animatore dell’associazione S.O.S Partite Iva, nata in difesa di quei lavoratori precari, privi di grandi tutele, tartassati dal fisco.  Ho accettato, avendo in mente una massima che fu di J.F. Kennedy: “Non chiedere cosa il Paese può fare per te, ma cosa tu puoi fare per il Paese”. Ho accettato perché sono nauseato dalla gente che sempre più si aspetta rendite parassitarie da parte dello Stato nelle sue varie articolazioni, stipendi in cambio di servizi che sono autentici disservizi ad ogni livello o quasi. Per restare a Roma, da quelli della nettezza urbana che sono sotto gli occhi di tutti ai trasporti e a una viabilità che grida vendetta, tanto risultano entrambi indegni di una capitale, con linee di autobus e metrò inadeguate, strade piene di buche che rappresentano un pericolo per i cittadini, ed erbacce che infestano indecorosamente monumenti, marciapiedi, giardini, privi quali sono di ogni doverosa cura.  Ecco, più in generale, io credo che si possa fare molto liberalizzando l’economia, creando posti di lavoro vero che dia ai dipendenti la possibilità di dare il meglio di sé, favorendo la concorrenza tra diversi contendenti. In questo modo viene consentita la messa a gara internazionale di più imprese, per superarsi al meglio l’un l’altra nel rendere servizi migliori, efficienti, e suscettibili di chiusura se inadeguati rispetto alle aspettative del protocollo di gara.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
Più in generale creare le condizioni che spingano i giovani a non accontentarsi del poco che passa il convento, di offerte al ribasso, che servano solo a sbarcare il lunario, o peggio, ma in modo di offrire a ciascuno maggiori opportunità di scelta lavorativa. Invece i giovani dovrebbero puntare sul proprio talento, le proprie capacità, il merito, la volontà e il desiderio di crescere, di realizzarsi nella vita e non, invece, come troppo spesso capita da noi, per farlo, trovarsi costretti ad andare all’estero, in quei Paesi, dove tutto ciò è, invece, fortunatamente possibile. Da noi, l’unica alternativa non può restare quella di barcamenarsi alla  ricerca di un posto del quale accontentarsi (come purtroppo molti, non certo coloro ai quali mi rivolgo, si sottomettono frustando le proprie ambizioni, coltivando livori nei confronti di chi ha avuto successo, fino al punto di aspettarsi tutto dallo Stato, come fosse un eterno bambino, magari tifando, a mo’ di propria, rabbiosa consolazione, per quanti propugnano quel livellamento che, negli anni, ha reso sempre più povero, rissoso e infelice il nostro Paese). Chiedo di impegnarci invece per rendere questo nostro Paese più ricco, libero e felice. A cominciare dalla nostra capitale, per farla tornare nel suo splendore originario di città più bella del mondo.

Rodriga Streja – “Lista civica Michetti sindaco”

Rodriga Streja è originaria della Romania e concorre come consigliere comunale per il candidato sindaco Enrico Michetti.

Per quale motivo ha deciso di candidarsi?
Sono una madre, una nonna. Faccio parte della croce Rossa Italia e dell’Associazione Famiglia Vittime della Strada. Vi sono molti incidenti causati dalle strade dissestate. Inoltre, mi sono anche candidata per quegli stranieri che, a differenza della sottoscritta, non hanno doppia cittadinanza e sono costretti a fare lunghe file al CAF.

Sulle questioni connesse all’immigrazione quanto si sente in linea con la lista di cui fa parte?
La lista civica per Michetti si occupa di queste persone “vulnerabili”. Spesso gli stranieri si perdono in lunghissime file per sbrigare delle pratiche che si potrebbero risolvere in minor tempo. Questo, nel quotidiano, diventa un problema serio per gli stranieri che vivono nel II Municipio e, più in generale, qui a Roma.

Quali sono, secondo lei, le prime 3 priorità legate ai migranti e agli stranieri da affrontare a Roma e in particolare nel suo municipio di appartenenza?
L’inclusione sociale innanzitutto. Gli straniere necessiterebbero uno sportello per dare le indicazioni a coloro che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro. Di sportello ce ne vorrebbe uno per Municipio, anche se questa ipotesi sembra obiettivamente di difficile realizzazione.

Valeria Frascaro e Marco Marasà

(29 settembre 2021)

 Leggi anche: