Municipio I: la più alta incidenza di presenza straniera nella Capitale

Il Municipio I si estende su una superficie di 19.91 kmq e vede una popolazione residente di 167.330 cittadini di cui 33.567 stranieri (dati ISTAT aggiornati al 31 dicembre 2019). Con il 20,1% registra l’incidenza degli stranieri, sulla popolazione residente complessiva, più alta della Capitale.
Il Municipio comprende 11 zone urbanistiche a seguito dell’accorpamento dei precedenti Roma I e Roma XVII, operato dall’Assemblea capitolina nel marzo 2013: Centro storico, Trastevere, Aventino, Testaccio, Esquilino, XX Settembre, Celio, Zona Archeologica, Prati, Della Vittoria, Eroi; all’interno delle quali la popolazione straniera si distribuisce con una prevalenza nei quartieri Esquilino e Centro Storico.

fonte: Elaborazione grafica da dati dell’Osservatorio romano sulle immigrazioni

In quest’area sono concentrate le principali sedi istituzionali, politiche ed amministrative, le maggiori rappresentanze economiche e finanziarie, una gran quantità di attività commerciali e molti beni artistici e archeologici patrimonio della città.
La componente etnica e multiculturale del Municipio I è densa, forte e variegata. Le strade che si snodano nel territorio accolgono popolazioni provenienti da ogni continente con una rappresentanza prevalente di origine asiatica, in particolare di Cina e Filippine.

fonte: Elaborazione grafica da dati dell’Osservatorio romano sulle immigrazioni

Consistente è la presenza d’immigrati tra i 20 e i 45 anni, in cerca di lavoro, che rappresentano la nuova migrazione, tuttavia spesso soggetti a limitazioni linguistiche, dettate dal tempo di permanenza nel Paese, che provocano delle barriere sociali. Grazie alle seconde e alle terze generazioni in età scolare presenti sul territorio, sta iniziando a mutare l’approccio sociale e relazionale. Ad oggi, tra gli stranieri che vivono a Roma, quasi un quinto ha difficoltà a interagire in italiano; coloro che provengono dai paesi asiatici sono quelli che parlano meno frequentemente e fluentemente la lingua italiana. Infatti, il luogo in cui la nostra lingua è più usata è quello del lavoro e le realtà commerciali che questi gruppi stranieri sono soliti condurre, sono a gestione familiare e i dipendenti sono selezionati nell’ambito delle rispettive comunità. Il territorio è caratterizzato anche dalla presenza di un alto numero di cittadini di passaggio, che vivono il territorio in quanto lavoratori e non residenti, ai quali si aggiungono i cittadini cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato o richiedente protezione internazionale.

fonte: Elaborazione grafica da dati dell’Osservatorio romano sulle immigrazioni

Municipio I: la comunità cinese, scuole, imprese e servizi

Il rione Esquilino comprende la Stazione Termini, la principale stazione ferroviaria e Piazza Vittorio, dove alla fine degli anni sessanta si è stabilita una piccola comunità cinese, oggi molto cresciuta. Un suo esponente è Dixi Young, uomo cinese di 41 anni, da 27 a Roma, che si definisce appartenente alla generazione 1.5, a metà tra le prime generazioni e chi è nato qui. A Roma, tra le vie e le scuole del Municipio I Dixi Young è cresciuto divenendo un avvocato di successo e punto di riferimento per tutta la comunità cinese residente, sapendo indirizzare laddove l’istituzione non riesce, soprattutto per incomprensioni linguistiche e/o culturali, sebbene per i servizi come il medico di base, gli studi legali e di dottori commercialisti, privati, vi siano dei professionisti che hanno interpreti cinesi.
“Mio figlio, come tanti altri bambini e ragazzi di seconda e terza generazione, frequenta le scuole del quartiere, tra le quali vi sono i due licei scientifici Isaac Newton e Galileo Galilei nonché l’Istituto Comprensivo Daniele Manin. Quest’ultimo, in particolare, ha classi di materna, elementare e media e si contraddistingue per la sua multiculturalità (tra il 40 e il 50 per cento di alunni è di nazionalità non italiana, pur essendo numerosi coloro che sono nati in Italia) con una forte presenza d’immigrazione, specialmente cinese”.
L’Associazione Genitori Di Donato, afferente alla scuola materna Di Donato dell’istituto Manin, dal 2003 ospita attività sportive, ricreative, culturali, e servizi per grandi e piccini, diventando un importante riferimento per la vita del quartiere Esquilino, inserita in una rete di rapporti con altre associazioni, progetti, enti, comunità straniere che lavorano per la costruzione di una città a misura di ogni bambino.
“Oltre alle scuole italiane – prosegue Young – che i ragazzi frequentano per conoscere  la cultura e la lingua del luogo di nascita e/o di residenza, i bambini appartenenti alla comunità cinese sono soliti frequentare il doposcuola presso la scuola cinese Zhong Hua, ed altre realtà analoghe, tre giorni a settimana durante il periodo scolastico ordinario e 6 giorni a settimana durante l’estate, per apprendere la lingua e la cultura cinese, non solo per un senso di appartenenza alla comunità ma per acquisire una competenza richiestissima oggi nel mondo del lavoro, vale a dire saper parlare cinese”.
Per quanto riguarda la diffusione economica e commerciale il radicamento nel territorio delle imprese straniere è forte e diffuso tanto da essere il cuore economico multietnico della Capitale: è facile imbattersi in atelier, ristoranti, alimentari, negozi di elettronica, parrucchieri, tutti a conduzione cinese, colorati e sempre aperti, gestiti spesso da donne, e sappiamo che le donne imprenditrici cinesi sono al primo posto in Italia tra le straniere.
La comunità cinese ha il più basso tasso di disoccupazione, sotto il 5%, e ha un’ampia partecipazione femminile al mercato del lavoro, pari quasi al 70% della forza lavoro. Tuttavia, Dixi Young precisa che “le cose stanno cambiando, finora la possibilità di far nascere un’impresa è stata accessibile e conveniente; oggi non è più così, è difficoltoso ottenere le licenze e la tutela UNESCO nella zona ha determinato l’impossibilità d’installare numerose insegne con scritte cinesi”.

fonte: Elaborazione grafica da dati dell’Osservatorio romano sulle immigrazioni

Municipio I: l’integrazione della comunità

L’integrazione della comunità cinese, nonostante la forte presenza consolidata dalle copiose migrazioni dagli anni ‘80, è ancora difficoltosa, prevalentemente a causa della lingua. Le seconde e le terze generazioni stanno man mano tentando di cambiare il volto dell’immigrazione favorendo e incoraggiando il dialogo e l’apertura anche mediante la creazione di associazioni che si propongono sia come punto di riferimento all’interno della comunità sia come promotori di scambi culturali tra Italia e Cina.
“Il rapporto con i cittadini del territorio è molto buono”, sottolinea Young, “a piazza Vittorio abbiamo instaurato un’ottima relazione tra la comunità e gli agenti locali per il controllo del territorio, sono diminuiti scippi e aggressioni di giorno, o le strade sono più sicure. Inoltre, da anni le numerose associazioni del territorio organizzano ogni anno il Capodanno Cinese, una festa per tutto il quartiere e un’occasione importante per interagire con le altre comunità residenti. Però per cercare una reale integrazione è fondamentale che sussista anche quella istituzionale, e per migliorare questo rapporto ed essere più protagonisti all’attività civica territoriale Lin Yifan, nata a Shanghai e arrivata a Roma all’età di 12 anni, si candida come consigliera comunale tra le fila del PD, per avere e dare una voce e una rappresentazione concreata e fattiva”.

Elisa Galli
(15 settembre 2021)

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