Quarant’anni di impegno nella difesa e nell’accoglienza dei rifugiati in Italia: il Centro Astalli soffia quaranta candeline e celebra la lunga attività con una mostra fotografica dedicata ai rifugiati e alle rifugiate ospiti nei suoi spazi di accoglienza. Le fotografie sono visibili sino al 15 dicembre nella Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale a Roma. Le immagini che compongono la mostra “Volti al futuro” sono state realizzate da Francesco Malavolta, fotoreporter impegnato da oltre vent’anni lungo le principali rotte migratorie, terrestri e marittime, nel mondo. È con la ritrattistica, che caratterizza la tipologia compositiva degli scatti, che il fotografo ha voluto raccontare passato, presente e futuro dei rifugiati e delle rifugiate di Astalli.
Volti al futuro: cosa racconta una fotografia?
Luoghi e volti ma soprattutto storie di vita sono gli elementi che colpiscono nelle fotografie di “Volti al futuro”; i ritratti sono corredati da brevi descrizioni su passato, presente e futuro dei soggetti che raccontano i motivi e i desideri che li hanno indotti alla ricerca di una vita diversa dopo viaggi, spesso, devastanti. In questa triplice prospettiva temporale si evince quanto siano sempre più necessari i servizi di tutela e di accoglienza che il Centro Astalli offre e quale sia stato l’apporto positivo per gli ospiti dei diversi centri su tutto il territorio nazionale. “In genere si parla dell’immigrazione solo attraverso i numeri ma in questo caso ho deciso di fare dei ritratti naturali alle persone, in luoghi specifici di Roma, importanti per la città e per il Centro Astalli” racconta il fotografo Francesco Malavolta. Alcuni esempi: il centro di accoglienza Astalli in via Laurentina, la metro come metafora dello spostamento e del viaggio, così come il Mandrione in zona Tuscolana, che durante la guerra è stato rifugio dopo il bombardamento.“Al Mandrione ho deciso di fotografare un ragazzo afghano perché ho pensato che fosse simbolicamente rappresentativo del luogo dal quale è scappato”, aggiunge.
Le fotografie esposte sono state stampate a grandezza umana per far sì che gli sguardi dei soggetti siano volti a chi li osserva, ed è forse questo che rende speciale il loro valore narrativo: “è una mostra di sguardi rivolti al passato, al presente ma soprattutto al futuro”, secondo il fotografo. I volti dei soggetti sono sorridenti e rassicuranti, non trapela l’ombra di emozioni negative. Ma quanto raccontano le fotografie e quanto deve essere interpretato dall’osservatore? Secondo Malavolta non c’è dubbio: “in questi ritratti quello che non si vede è il dolore di chi è andato via, di chi ha dovuto lasciare la propria famiglia. Il dolore lo puoi carpire solo dalle brevi descrizioni sotto alle fotografie”. Ed è forse questo che può essere ritrovato nella mostra che celebra i quarant’anni del Centro Astalli e che caratterizza i tanti anni di attività: passato, presente ma soprattutto futuro.
Mostra fotografica Astalli: dove visitarla
La mostra è gratuita e aperta fino al 15 dicembre nella Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale; dal 15 dicembre all’8 gennaio, invece, è possibile assistere all’esposizione nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma. Il lavoro fotografico di Francesco Malavolta è visibile sul canali social dedicati, mentre per richiedere una visita guidata alla mostra per gruppi è possibile contattare: 06 69925099 – astalli@jrs.net.
Giada Stallone
(26 novembre 2021)
Leggi anche: